Costanza Rizzacasa d’Orsogna, ItaliaOggi 14/3/2013, 14 marzo 2013
SE DE GREGORIO HA PRESO 3 MLN?
«Non c’è un governo, fino a ieri non c’era neanche un Papa, se si dimette anche Cesare Prandelli siamo rovinati». Antonello Dose e Marco Presta, mattatori del programma satirico Il ruggito del coniglio su Radio2 Rai, uno dei programmi più longevi della radio, in onda da quasi vent’anni, ironizzano con ItaliaOggi sull’impasse in cui è piombato il Paese dopo le elezioni. «Chissà, forse se rinchiudessimo i parlamentari in conclave, come proponeva Aldo Grasso ieri mattina_ Di certo Napolitano ha perso un’occasione. Giorni fa Maradona voleva incontrarlo: avrebbe potuto conferire a lui l’incarico di formare il governo».
Domanda. Forse per smentire il quasi-inciucio col Pd, ieri Grillo è tornato ad attaccare tutti. Intanto L’Huffington Post ha scoperto lo statuto del M5S. Beppe Grillo è presidente, suo nipote Enrico vice, il suo commercialista segretario. «Se lo chiamate partito personale si offende», ha scritto su Twitter Giovanni Cocconi di Europa: «almeno famigliare».
MP. È la gestione familiare, come in trattoria. Anche se a me più che un partito sembra l’Armata Brancaleone: stesso entusiasmo e disorganizzazione. Nella prima assemblea sembravano i boy scout all’oratorio: un po’ nerd e un po’ sfigati. Certo, il fatto di dire le cazzate, come quel Paolo Bernini sui microchip applicati sottopelle, li aiuterà a integrarsi tra i politici. Ma il Paese ha bisogno di essere governato e io voglio vedere i grillini alla prova dei fatti. Non tutti però. Personaggi come il professor Becchi e il Cappellaio Matto sono degli avventurieri opportunisti, e spero si estinguano con la rapidità della foca monaca.
AD. No, dai, io sono un po’ più speranzoso. Dopo i ceffi conclamati del passato i grillini sono una ventata di novità. Per questo ho guardato con favore alla riunione con gli sherpa del Pd. Qualcosa bisognava fare. Certo, se faranno un governo o una festa danzante lo scopriremo solo vivendo, ma ora è importante uscire dallo stallo. L’Italia ha problemi da far tremare i polsi e le istituzioni sono incartate come una scatola di cioccolatini andati a male.
MP. Problemi come la Fiat che è fallita da vent’anni ma non glielo dicono per educazione, vuoi dire?
AD. Ecco, appunto. Vedi che hai capito? A me sembra che gli italiani abbiano bisogno di icone. Grillo oggi è come Berlusconi allora: per tanta gente è il nuovo Chavez. Solo dopo anni di attività dei pm capiremo se l’icona era giusta o sbagliata.
D. L’ha detto anche Vauro a La Zanzara: «Grillo è come Berlusconi. Quello era unto dal Signore, lui è unto da Casaleggio».
AD. Per carità, che un comico faccia politica non va bene, lo so anch’io. Ma in questo Paese la politica è tanto degradata da esser comica. Se Grillo può creare un cambiamento perché no? Finora abbiamo avuto dei norcini. Perfino Monti, il supertecnico ha fallito. Ci ha illusi a suon di sacrifici su una crescita che oggi porta più ritardo del treno Roma-Terontola.
MP. Il grande consenso ottenuto da Grillo deriva da un vago disgusto degli italiani nei confronti della politica. Ha capito che sputando sulla casta tutti gli andavano dietro. Si era creato un alone di santità e ora ha paura di perderla. La sfida per lui sarà passare da una campagna elettorale violenta a una fase costruttiva. Purtroppo ha qualche problemino a relazionarsi con gli altri. Invece di «Ciao, come stai?», lui ti dice «Vaffanculo». È fatto così.
D. Un pensiero di solidarietà alla Merkel, che dovrà averci a che fare. Ve l’immaginate a colloquio con il Cappellaio Matto? Chissà come rimpiange Berlusconi. Che intanto, poverino, ha l’uveite.
AD. Grillo mi ha fatto molto ridere: «Lui ha l’uveite, gli italiani hanno l’orchite». Detto questo, io sono un po’ come la volpe e l’uveite: se Silvio sta male mi dispiace. Poi se l’immagina cosa dev’essere star male e doversi pure sorbire Capezzone al capezzale? Certo, quella manifestazione davanti al Palazzo di Giustizia con il lancio di silicone non andava fatta. Comunque, se De Gregorio ha preso tre milioni di euro vuol dire che i senatori sono rincarati. Perlomeno il male agli occhi ha permesso a Silvio di non vedere le bastonate prese dal Milan con il Barça.
MP. Qualcuno ha detto che gli è venuta l’uveite perché non vuole vedere i Pm. Come dice il proverbio, occhio non vede, Pm non duole. Dopo la mazzata di Camp Nou, però, Silvio è convinto che tutto sia un complotto, e dopo quella al tribunale di Milano farà la marcia su San Siro. Adesso, poi, i medici gli hanno messo la mascherina sugli occhi, che fa pure feticista. Credo che un signore a quell’età dovrebbe ascoltare i sanitari: occuparsi di più della propria salute e meno della politica. Berlusconi guarisca, frequenti signorine adulte e consenzienti e lasci in pace il Paese. Mi sembra più divertente di vedere Cicchitto tutti i giorni. Silvio, ti prego, non preoccuparti di noi. Capisco che lo fai per amor nostro, ma sulla salute non si scherza. Come dicevano i nonni, viene prima di tutto.
AD. Ma sai, lui è uno generoso. Come ha detto Ghedini, Berlusconi aiuta ragazze alla luce del sole, ma anche al buio.
D. E Bersani, in tutto questo?
AD. Povero segretario. Ha presentato gli otto punti, solo che unendoli esce fuori Renzi.
D. Che ci fosse carne di cavallo anche nel Pd?
MP. Se sì, si spiegherebbe lo zoccolo duro. Certo che in ogni intervista Bersani è sempre più determinato. Ancora un po’ ed è pronto per la campagna elettorale. Certo, c’è stato un momento in cui aveva più possibilità di venire eletto Papa piuttosto che premier. Poi è passato pure quello.
D. Anche al Nazareno si aspettava il successore di Ratzinger. Questo è stato il primo Conclave dei social network. Impazzavano le app per seguirlo in diretta. E molti media, come il Guardian, inventavano giochi online per scegliere il Papa ideale.
AD. Io avevo fatto il test di Top of the Popes: è venuto fuori il filippino, quello giovane. Anche se io facevo il tifo per O’Malley, il francescano. Più di tutto però mi ha colpito il rito dell’Extra Omnes. «Tutti fuori», ha detto il monsignore. Sembrava proprio grillino.
MP. Certo, il grande protagonista di questo reality è il comignolo, cui eravamo tutti appesi. È più paparazzato di Lady Gaga, ormai la gente lo trova anche simpatico. E magari gli faranno presentare anche Sanremo, visto che è più espressivo del 90% dei conduttori tv. Anch’io, comunque, facevo il tifo per O’Malley. È un tipo simpatico. Poi crede anche in Dio, il che per la Chiesa è una vera rivoluzione. Intanto siamo in grado di darle un’anticipazione: pare che la banca vaticana del futuro si chiamerà Christian Ior.
@CostanzaRdO