Pierluigi Magnaschi, ItaliaOggi 14/3/2013, 14 marzo 2013
I GRILLINI SONO VOTATI ANCHE DAI FILO-TAV
Il Movimento-5Stelle, anche se ha 163 parlamentari, resta un movimento sconosciuto. Non lo si può trattare come se fosse un partito ma deve essere interpretato come se fosse un magma. È vero che Beppe Grillo è contro lo sviluppo economico e si batte per realizzare la regressione soffice del paese. Che poi sia soffice lo dicono loro. Ma siamo sicuri che tutti, o anche la maggioranza, di coloro che hanno votato Grillo, abbiano le sue stesse idee? I primi studi sui flussi dei voti dicono che almeno il 40% dei voti all’M5S sono espressi da elettori delusi del Pdl e della Lega, più una parte di coloro che, nelle precedenti elezioni, si erano astenuti dal voto.
Costoro quindi non hanno votato M5S perché sono contro la Tav, o contro le discariche, o contro i termovalorizzatori ma perché volevano premiare un movimento che si connotava come un nemico giurato del sistema politico attuale, da loro aborrito. Del M5S essi non apprezzavano le sue idee ma la sua connotazione: non un partito «per» ma un partito «contro». Per loro, quindi, il voto al M5S, non era un programma, ma una clava. Serviva, non per cambiare il paese, ma per mandare a casa coloro che si ostinavano a volerlo tenere ingessato. Il Pd Umberto Ranieri ha detto recentemente che «il populismo nasce a causa dei problemi, ma poi non li sa risolvere».
La forza del M5S infatti non sta nelle sue idee, nei suoi programmi, nei suoi uomini, ma sta nella debolezza del sistema partitico al quale gli M5S si oppongono. Tanto più il sistema partitico non cambia e tanto maggiore sarà la forza dei grillini, che invece potrebbero essere distrutti se si abolisse il finanziamento pubblico dei partiti, se si eliminasse il senato, se si dimezzasse il numero dei parlamentari e quello degli amministratori locali, se si cancellassero tutte le province, se si creassero le macroregioni (Nord, Centro e Sud), se si approvassero le modifiche costituzionali per rendere spedita la vita parlamentare, se si privatizzassero le tre reti Rai eliminando così anche il canone. Sono tutte misure chiare, economiche, semplici da adottare (volendo), ma che non si faranno perché, da noi, la politica vuol continuare a spolpare il paese. Fin che sarà essa a venire spolpata. Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.