Davide Marchi, la Gazzetta della Sport 14/3/2013, 14 marzo 2013
AYRTON SENNA
Chi ama i motori non riesce a dimenticare Ayrton Senna. È un incubo che prosegue da 19 anni. Sembra ieri: la gente che piange per le strade del mondo, a Bologna, a San Paolo. Ayrton non è stato solo un campione del mondo o forse il più grande pilota di ogni epoca, lui è andato oltre il fatto sportivo, è entrato nelle case di tutti, anche di chi l’automobilismo non lo guardava mai. Senna apre, a pieno titolo, la collana della Gazzetta dello Sport «I miti della Formula 1 ai raggi X», in edicola da oggi. Chi meglio di lui?
Poesia al volante Pignolo, preciso, a volte troppo, severo fino in fondo con se stesso, era pronto a rispondere personalmente delle scelte errate nell’amicizia, in amore e sul lavoro. Ma sapeva anche che la sua professione era fatta di egoismo e che solo con quello si poteva primeggiare. Memorabili le battaglie con campioni come Nelson Piquet (che lotta all’Hungaroring nel 1986!), Keke Rosberg e i veri e propri duelli rusticani con il nemico di sempre: Alain Prost. Senna non era il pilota che portava l’auto al traguardo, con lui la corsa era poesia, sinfonia, irripetibile, diversa dalla precedente e dalla successiva. Il suo privato si è fondato sulla riservatezza, sulla lontananza dalla mondanità, sulla beneficenza mai strombazzata, sulla generosità di un uomo che era nato ricco, con corse e classe era divenuto potentissimo, ma che era rimasto legato ai valori veri.
Le cinque piste Montecarlo, Estoril, Interlagos, Suzuka, Imola. In queste 5 piste è riassumibile la carriera di Senna. Montecarlo, 3 giugno 1984: il giovane Ayrton, 5 GP disputati, sfiora la vittoria. Sotto un diluvio la sua modesta Toleman-Hart vola, ma il direttore di corsa, il belga Jacky Ickx, tra mille polemiche sospende la gara prima che Ayrton possa completare la sua rincorsa alla McLaren di Prost. L’anno dopo passa alla Lotus e a fine campionato è 4o, ottenendo la prima vittoria della carriera nel GP del Portogallo, sotto un diluvio senza precedenti.
Suzuka Nel 1988 passa alla McLaren e si aggiudica il titolo con una gara di anticipo, a Suzuka, quando, dopo un avvio pessimo, riesce a rimontare Prost e a vincere il GP. L’anno seguente, sempre lì, perde il titolo nel famoso scontro col francese all’ultima chicane, ma nel 1990 si vendica, sbattendo fuori la Ferrari del «Professore» alla prima curva. Sulla stessa pista vince anche il terzo titolo, nel 1991, anno a cui è legata la vicenda di Interlagos. Fino ad allora Ayrton non aveva mai vinto in casa. Ci riesce in una gara durissima dove il brasiliano, microfonato sotto il casco per l’occasione, riesce a trionfare nonostante negli ultimi giri il cambio della sua McLaren sia bloccato in sesta marcia. Sul traguardo le grida di gioia ma anche di dolore fanno il giro del mondo. Ayrton, esausto, deve essere estratto dall’auto.
La pace con Prost Nel novembre 1993 Ayrton conquista l’ultima vittoria della carriera ad Adelaide. Sul podio avviene anche la rappacificazione con Prost, che ha da poco annunciato il ritiro dalle corse, lasciando la Williams proprio al brasiliano. Ma il 1994 inizia male: con due ritiri in Brasile e ad Aida, in Giappone. Come nelle gare precedenti, anche a Imola Senna ottiene la pole, la numero 65, record battuto solo da Schumacher ben più tardi. Il sabato di Imola è però turbato dall’incidente mortale dell’austriaco Roland Ratzenberger. Senna è molto colpito, dal suo esordito in F.1 nessun pilota aveva mai perso la vita in un weekend di gara.
La fine Domenica 1o maggio si corre ma Ayrton la sera prima ha telefonato alla fidanzata Adriane Galisteu per dirle della sua preoccupazione, della strana sensazione che gli suggerisce di fare ciò che non può: evitare di correre. Senna inizia in testa il 7o giro di corsa, ma alle 14,17 il piantone dello sterzo della Williams cede di schianto alla curva del Tamburello, a 240 km/h. L’auto, incontrollabile, sbatte contro il muretto, un braccetto della sospensione si infila nel casco e ferisce Senna. Alle 18.40 all’ospedale di Bologna, il cuore di Ayrton smette di battere. Il Brasile sprofonda nella disperazione, la gente è in strada incredula. Senna aveva 34 anni.
Un amico vero Ed era un ragazzo che incantava. Lui, tra gli sportivi più ricchi al mondo, era considerato un ragazzo fortunato, ma quanto aveva costruito se lo era semplicemente meritato, con bravura, serietà. E questo fin dai tempi del kart, da quando, ultimo in una gara sul bagnato, aveva iniziato a provare ogni volta che pioveva per imparare a volare sull’asfalto inzuppato d’acqua. Viveva nel lusso, ma sapeva allenarsi e sudare nella sua villa da sogno di Angra dos Reis. Rare le immagini di relax, laddove era considerato un amico vero da chi gli stava vicino. Sembra impossibile ma Ayrton, quel ragazzo fortunato da 19 anni non c’è più, ci ha lasciato un casco giallo, un sorriso triste e un vuoto nel cuore.