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 2013  marzo 14 Giovedì calendario

LE RIUNIONI CON BISIGNANI SUI VERTICI DI MONTE PASCHI —

Nella primavera del 2009 Silvio Berlusconi organizzò riunioni ad Arcore per designare i membri del Consiglio di amministrazione del Monte dei Paschi in quota Pdl. E almeno in un’occasione a quegli incontri partecipò il faccendiere Luigi Bisignani che sponsorizzava un avvocato suo amico. Si tratta di Sergio Lupinacci, già comparso nelle inchieste sulla cosiddetta P4 e sugli appalti per i «Grandi Eventi» per «i suoi rapporti di conoscenza e di cointeressenza con numerosi personaggi di spicco dell’ambiente politico, istituzionale, economico e religioso», come viene sottolineato in un’informativa dalla Guardia di Finanza. Sono le telefonate intercettate dai magistrati di Napoli nell’ambito di un’inchiesta su alcuni affari che coinvolgevano esponenti della criminalità organizzata con imprenditori locali a rivelare che cosa accadde pochi mesi dopo l’acquisizione di Antonveneta da parte della banca senese. La spartizione politica potrebbe aver pesato sulle decisioni dei vertici finiti sotto inchiesta per le spericolate operazioni finanziarie e speculative che hanno causato una voragine nei conti dell’istituto di credito e per questo è stata disposta la trasmissione dell’informativa della Guardia di Finanza ai colleghi toscani.
Il sottosegretario
e la suora
I contatti tra Lupinacci e i suoi sponsor diventano frenetici agli inizi di maggio, quando viene accreditata la possibilità che i membri del Cda di Mps passino da dieci a dodici. Così gli investigatori della Finanza ricostruiscono quanto emerge dalle sue telefonate: «Per l’ottenimento della nomina Lupinacci aveva interessato Angelo Pollina, parlamentare di Forza Italia, e Deborah Bergamini, anche lei eletta nello stesso partito, in qualità di interlocutori politici. Quest’ultima in particolare avrebbe dovuto interessare direttamente, su consiglio di Pollina, il sottosegretario alla presidenza Gianni Letta; il professor Pellegrino Capaldo, banchiere economista e politico italiano, definito dallo stesso Lupinacci «il riferimento tecnico»; Madre Tekla, badessa generale dell’Ordine del SS. Salvatore di santa Brigida con sede a Roma, in piazza Farnese, affinché con una lettera intercedesse presso il senatore Giulio Andreotti».
Lupinacci non ottiene l’incarico, perché alla fine il numero dei componenti rimane immutato. È la stessa suora a comunicare l’esito negativo leggendo a Lupinacci «una lettera di Letta al "Presidente" Andreotti nella quale pur manifestando apprezzamento per la sua figura» spiega che non ci sarà un aumento dei consiglieri. Subito dopo l’avvocato viene proposto dai suoi stessi referenti per una nomina in un’altra banca controllata da Mps. E quanto accade in quel periodo svela, secondo l’accusa, il «sistema» utilizzato per le designazioni.
L’incontro
con Mussari
In una telefonata intercettata l’8 maggio 2009 Pollina e Lupinacci discutono di un incontro che avranno quattro giorni dopo con Giuseppe Mussari, all’epoca presidente di Mps: «Verrai a prenderti la benedizione». E dopo l’appuntamento è proprio Lupinacci a riferire a Bergamini quanto accaduto. Annotano i finanzieri: «Ha detto: io ho un debito morale con Bergamini e Pollina. Ha preso l’impegno formalmente, ha detto oggi non voglio fare le nomine perché sennò assumono una veste politica... Siccome io non ho niente a che fare con la politica, sono il presidente della banca, voglio fare le nomine che siano utili alla banca non utili alla politica... Mi stanno arrivando decine di curricula».
Poco dopo è Pollina a riferire alla Bergamini la «promessa» che gli avrebbe fatto Mussari: «Ha detto che per loro sono il suo uomo che andrà alla Fondazione, ha fatto un passaggio anche su Verdini che noi non possiamo escluderlo nel momento della Fondazione».
Tremonti
e Unicredit
Il presidente alla fine segue evidentemente le indicazioni della politica, che arrivano direttamente dai vertici del Pdl. Scrivono gli investigatori della Finanza nell’informativa: «Dal contenuto delle conversazioni intercettate emergono due elementi importanti. Il primo riguarda l’interessamento del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi alla definizione dei membri del Cda». In una telefonata viene spiegato esplicitamente che «stasera si decide tutto a Milano dove si trova il presidente del Consiglio». «A tal proposito — è scritto nell’informativa — Deborah Bergamini avrebbe dovuto consegnare al Presidente Berlusconi (ad Arcore) il curriculum di Lupinacci che invece non si sarebbe trovato quando Bisignani si recò ad Arcore per proporlo per quella carica».
Ma l’ascolto dei colloqui rivela anche «il disinteresse in merito da parte del ministro dell’Economia Giulio Tremonti». È Pollina, parlando con Lupinacci l’8 maggio 2009, a riferirgli quanto gli avrebbe raccontato Mussari nei giorni precedenti. Il contenuto della conversazione è riportato nel brogliaccio di quel giorno. Annotano i finanzieri: «Pollina precisa che il presidente del Monte dei Paschi gli ha riferito cose estremamente importanti, tra l’altro affermando che "il ministro Tremonti su Siena non ha messo bocca perché lui si è preso Unicredit"».
Fiorenza Sarzanini