Rosario Dimito, Il Messaggero 14/3/2013, 14 marzo 2013
IOR, UNA CASSA CHE AMMINISTRA 5 MILIARDI
Per il nuovo Papa Jorge Mario Bergoglio, l’Istituto di Opere di religione (Ior) rappresenta uno dei dossier caldi da gestire in tempi brevi. Del resto durante l’ultima Congregazione generale prima del Conclave, il futuro dell’istituto vaticano ha tenuto banco con uno scontro fra il Segretario di Stato uscente Tarcisio Bertone e il brasiliano Joao Branz de Aviz.
La mission dello Ior è la gestione della liquidità degli istituti religiosi e delle congregazioni. L’ultimo bilancio 2012 ha registrato masse amministrate per 5 miliardi e ha destinato al Papa un dividendo di circa 50 milioni. Ma negli anni lo Ior ha deviato dalle indicazioni statutarie dando luogo a scandali e a comportamenti opachi che, a luglio dello scorso anno, hanno attirato l’attenzione di Moneyval, il comitato insediato dalla Commissione europea che ha bollato la banca vaticana per le violazioni delle norme imposte alle istituzioni creditizie europee in tema di anti riciclaggio. Benedetto XVI aveva tentato di portare trasparenza varando l’Autorità di informazione finanziaria (Aif), un organismo presieduto da Attilio Nicora preposto ai controlli sulle finanze d’Oltre Tevere. La riforma sarebbe stata una glasnost vera e propria per riportare trasparenza nelle attività, in particolare nello Ior. Ma l’ex Segretario di Stato ha depotenziato la riforma sulla quale si stava battendo con accanimento anche l’ex presidente dell’istituto Ettore Gotti Tedeschi, costretto a lasciare in circostanze rimaste sempre misteriose.
IL TENTATIVO DI NICORA
L’uscita del banchiere del Santander è avvenuta quasi in contemporanea con Vatileaks, cioè la sistematica fuoriuscita di documenti riservati vaticani riguardanti i rapporti all’interno e all’esterno della Santa Sede: queste carte trafugate hanno messo a nudo le lotte di potere e le irregolarità nella gestione delle finanze. Per fare chiarezza, Ratzinger ha insediato una commissione d’inchiesta formata dallo spagnolo Julian Herranz, dallo slovacco Jozef Tomko e dell’italiano Salvatore De Giorgi. Ma il risultato della commissione pronto in dicembre, è stato inspiegabilmente secretato. Sotto la cappa dell’opacità, sono proseguite le manovre di sempre. Bertone ha silurato Nicora dal Consiglio di Sorveglianza che ha poteri sullo Ior e, soprattutto, a pochi giorni dall’uscita di Benedetto XVI, ha tentato l’ultimo blitz: nominare al posto di Gotti Tedeschi, il finanziere belga Bernard De Corte.
La mossa ha però irritato il Papa dimissionario che ha imposto alla presidenza l’avvocato tedesco Ernst Von Freyberg, timoniere di un gruppo di costruzione di navi da guerra. Ora spetterà a Papa Francesco scongelare la riforma sui controlli e quindi ridefinire l’architettura delle finanze.