Irene Soave, Vanity Fair 13/3/2013, 13 marzo 2013
GRILLINI, OCCHIO AI SORRISI
Hanno portato per la prima volta nell’austero Parlamento berlinese la parola scheisse («merda»), che usano copiosamente nei dibattiti in Aula ed è valsa loro un richiamo dei socialdemocratici. Ma anche i laptop – «alla prima seduta ce n’erano appena altri due in tutto l’emiciclo» – e persino un neonato di tre mesi, figlio della più giovane deputata tedesca, Susanne Graf. Quando i 15 «pirati» del Piratenpartei si sono insediati per la prima volta in Parlamento – con l’8,4% dei voti – aveva appena 19 anni. E nei panni dei 162 neo-onorevoli grillini, che il 15 marzo debuttano in Parlamento per la prima seduta di Camera e Senato, ci è già passata. «La cosa più difficile? Rispondere alle interviste. Nessuno di noi si aspettava che saremmo stati eletti, e fuori dai temi della campagna elettorale eravamo un po’ impreparati... Panico!».
Come vi hanno accolto gli altri deputati?
«All’inizio erano tutti molto amichevoli. Lo sono diventati sempre meno quando abbiamo iniziato a discutere e fare opposizione, senza alleanze preconcette».
La prima difficoltà?
«Votare una proposta di legge sui doposcuola per disabili: prima eravamo concentrati su digitale e diritto d’autore, come partito devi occuparti di tutto, e di molti temi non sapevo nulla».
Ora di che si occupa?
«Famiglia e giovani. Temi “miei”, visto che ho un figlio e sono la più piccola. Ma ho scoperto che l’esperienza non basta: bisogna studiare un sacco».
Com’era vestita il primo giorno?
«Tutta di nero, per non sbagliare. Con una sciarpa arancione, il nostro colore. Io non ho mai cambiato look, i miei colleghi sì: prima venivano in Parlamento con jeans-maglietta-sneakers; oggi hanno tutti giacca e cravatta».
Siete cambiati?
«È che il Parlamento è un luogo formale. Però, sì, alcuni di noi sono diventati più... “politici”. Altri sono rimasti “pirati” dentro. In generale siamo tutti più motivati di prima. Abbiamo anche un boom di iscritti al partito. Ma molti sono solo interessati a buttarsi in politica, si è perso un po’ lo spirito del movimento».
Qual è la prima cosa che ha fatto in Parlamento?
«Volevo mettermi a scrivere una proposta di legge per la prima seduta: abbassare l’età del voto. Ma poi mi sono accorta che non sapevo da dove cominciare a scrivere una legge!».
E come ha fatto, poi?
«Per tre mesi ho guardato come facevano gli altri parlamentari. E ha funzionato».