Agostino Paravicini Bagliani, la Repubblica 14/3/2013, 14 marzo 2013
L’IMPORTANZA DI CHIAMARSI FRANCESCO SIMBOLO DI UNA CHIESA A PORTATA DI FEDE
IL NUOVO papa ha scelto un nome inedito nella storia del papato. Nessun papa ha mai portato il nome di Francesco. L’elezione di papa Francesco costituisce però un’altra grande novità, perché é il primo gesuita a essere eletto papa. Tutti gli altri grandi ordini religiosi cattolici hanno avuto un papa, a cominciare dai domenicani e dai francescani, che hanno avuto papi persino nel primo secolo della loro storia, il Duecento. Con l’elezione del gesuita Bergoglio a pontefice romano si chiude una lunga parentesi storica che aveva tenuto l’ordine dei Gesuiti – che papa Clemente IV aveva soppresso nel 1773 e che Pio VII ristabilì nel 1814 – lontano dal trono di Pietro.
Francesco è per tutti il santo di Assisi, e anche per il nuovo papa che, conferma Dolan, s’è ispirato alla sua figura nella scelta. Un santo il cui nome contiene un messaggio forte, radicale. Parole come povertà, evangelizzazione, scelta radicale di vita, pace tra i popoli, armonia con la natura, vita eremitica fuori dal mondo ma anche – e in un certo senso – in mezzo alla gente, con la gente, nelle città, obbedienza alla Chiesa ma nello stesso tempo anche ricerca personale di una perfezione. Le stimmate che avrebbe ricevuto al romitaggio La Verna fanno di lui un “altro Cristo”, il suo corpo reca le ferite che rinviano a quelle di Cristo. È per tutti questi motivi che Francesco é uno dei più grandi santi della Cristianità, perché ha testimoniato con le sue scelte radicali di povertà e di solidarietà con gli uomini alla ricerca dell’assoluto, pur rimanendo in assoluta obbedienza alla Chiesa. Per questi motivi, Francesco rimane il punto di riferimento principale per un Cristianesimo che si vuole autentico, sincero e semplice nelle sue manifestazioni esteriori.
Ma perché nessun papa dal Medioevo ai giorni nostri non si è mai chiamato Francesco? Per la radicalità delle scelte di Francesco? Certo è che dovette apparire di difficile adozione quando il papa era anche un signore temporale.
La scelta radicale di vita di Francesco di Bernardone – questo è il suo vero nome – consiste nell’avere abbandonato una vita facile, quella del figlio di un mercante di drappi cui avrebbe normalmente succeduto. Francesco fu persino tentato dalle esperienze delle armi, partecipando a una guerra tra Assisi e Perugia. Volle persino partecipare a una spedizione militare organizzata da Innocenzo III contro i fautori dell’Impero nel-l’Italia
del Sud. Ma fu fermato dalla malattia, a Spoleto, dove una visione gli avrebbe ordinato di tornare ad Assisi.
Il primo passo della sua nuova vita è quello della rinuncia ai
suoi beni che pone sotto la protezione del vescovo Guido di Assisi. Francesco sceglie di essere un penitente, consacrandosi alla pratica della carità, non esitando a rompere con suo padre.
Porta una sola tunica, e al posto della cintura, una semplice corda. Presto viene seguito da alcuni abitanti di Assisi. Inizia così una comunità che non si fissa in un luogo, anzi diventa itinerante. Francesco ha quasi una trentina d’anni. La comunità cresce e ha bisogno di una regola che Francesco decide, coraggiosamente, di andare a chiedere personalmente al papa, Innocenzo III (1209). Un papa giovane, dal quale Francesco spera di ottenere una autorizzazione scritta.
Ma Innocenzo III si accontenta di autorizzare oralmente Francesco a continuare la sua esperienza, chiedendogli però di farsi tonsurare e di rimanere legato ad una chiesa, quella della Porziuncola, vicino ad Assisi. I compagni di Francesco si chiameranno presto ‘frati’ (fratelli, il che rinvia alla fratellanza, una parola che é stata pronunciata ieri da papa Francesco). Tra loro spicca una giovane nobile di Assisi, Chiara, che sarà sempre molto fedele al messaggio di Francesco, fino alla sua morte, cui seguirà la fondazione di un ordine, quello delle Clarisse.
Nell’agosto 1219 Francesco d’Assisi intraprende per la terza volta un viaggio in Terra Santa. Giunto a Damietta trovò la città assediata dai Crociati. Con uno di quei gesti storici di cui era capace, cercò di dissuadere i suoi correligionari dal combattere, quindi si presentò spontaneamente davanti al sultano Malik-al-Kamil e predicò alla sua presenza. Pacifismo? Certo non come lo si intende oggi. Francesco vuole predicare, e quindi evangelizzare, vivere secondo il Vangelo. La testimonianza più della dottrina. Che Francesco accetta senza esitazione alcuna. Richiamandosi al santo di Assisi che ha voluto rinunciare ai beni di suo padre per evangelizzare il mondo attraverso la carità e la povertà, il nome del nuovo papa non è soltanto inedito nella storia del papato. Ma è portatore di messaggi forti.