Marco Ansaldo, la Repubblica 14/3/2013, 14 marzo 2013
IL PONTEFICE DELLA PORTA ACCANTO
CITTÀ DEL VATICANO
HA AVUTO 8 anni per pensare al proprio nome da Papa: Francesco I. Jorge Mario Bergoglio, nel 2005, era stato il cardinale a ricevere più voti dopo Joseph Ratzinger, che divenne Benedetto XVI con oltre ottanta preferenze. Bergoglio ne raccolse addirittura quaranta. Un riconoscimento che molti videro con sorpresa, senza tuttavia conoscere le doti di equilibrio, di grande spiritualità, di leadership moderata del porporato argentino. Secondo alcuni, però, il cardinale fu così atterrito dall’idea del peso che gli sarebbe caduto addosso da scongiurare addirittura i suoi sostenitori di non votarlo.
DA QUEL momento in poi, con Benedetto Pontefice, Bergoglio si era ritirato in patria, parlando poco con i media, ma agendo molto. Con stile e comportamento tipico da gesuita. E anche quando Ratzinger decise, lo scorso 11 febbraio, di rinunciare al Pontificato, in pochi tornarono a pensare alla scelta di Bergoglio. Solo negli ultimi giorni, quasi nelle ultime ore, il nome dell’arcivescovo di Buenos Aires era circolato tra i papabili, dietro l’arcivescovo di Milano, Angelo Scola, e al porporato canadese Marc Ouellet.
Bergoglio è il primo Papa sudamericano. E un Pontefice che viene dall’America Latina ha un significato geopolitico e religioso molto preciso, con una scelta non solo rapida da parte degli eminentissimi (al quinto scrutinio, Ratzinger fu eletto al quarto), ma che punta a guardare a un continente dove la fede cristiana è in crescita e può prosperare laddove in altre zone, come l’Europa, appare in forte calo.
L’argentino Bergoglio è però anche il primo
Pontefice gesuita nella storia del Papato. L’ordine fondato da Ignazio di Loyola nel 1534, pur essendo considerato come molto potente, non è tuttavia mai riuscito a dare un Papa, avendo fra le altre cose una gerarchia molto strutturata con in testa un preposito generale, tradizionalmente chiamato il “Papa nero”.
Bergoglio è un pastore, ma anche un intellettuale. È una persona che ama e serve i poveri, come spiegava ieri notte un suo confratello. Solito spostarsi in autobus, vive in un appartamento molto semplice ed è abituato a cucinare da solo i suoi pasti. In questi giorni, ai giornalisti
che lo chiamavano, se non riusciva a rispondere subito, poco dopo arrivava comunque la sua chiamata di ritorno. Quando fu creato cardinale, alle persone che intendevano seguirlo a Roma per festeggiare l’evento, disse di destinare piuttosto quei proventi alla gente che aveva nulla.
È conosciuto come un personaggio molto spirituale, ma anche come un leader. È infatti stato Provinciale dei gesuiti in patria, e benché non abbia avuto incarichi nei dicasteri pontifici, sono in molti ora pronti a scommettere che mostrerà la voglia di mettere mano alla riforma
della Curia per far ripartire la macchina vaticana. Scontrandosi se necessario con chi gli impedirà di farlo.
Il nuovo Papa ha persino conosciuto l’amore per una donna. Nel libro-intervista “Il gesuita”, infatti, scritto dai giornalisti Francesca Ambrogetti e Sergio Rubin nel 2010, il capitolo “Mi piace il tango”’ è il capitolo più intimista con il porporato argentino. E in quel testo Bergoglio rivela di aver avuto una fidanzata: «Era del gruppo di amici con i quali andavamo a ballare — diceva — Poi ho scoperto la vocazione religiosa». Ma da buon argentino ama il calcio e il tango. La sua squadra preferita è il San Lorenzo di Almagro. Tra i suoi scrittori preferiti ci sono Jorge Luis Borges e il russo Dostojevski. Al cinema gli piacciono i film del neorealismo italiano. Non si sa se abbia visto “Habemus Papam” di Nanni Moretti.
Nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936, Jorge Mario Bergoglio, è oggi il 266º Pontefice della Chiesa cattolica. Non un Papa giovanissimo, dunque, come molti forse si attendevano dopo le dimissioni per salute di Ratzinger. L’origine è quella di una famiglia piemontese, uno dei cinque figli di un impiegato delle ferrovie dell’astigiano, Mario, e di Regina Sivori, una casalinga.
È ordinario per i fedeli di rito orientale residenti
in Argentina e sprovvisti di ordinario del proprio rito. Ha studiato e si è diplomato come tecnico chimico, ma poi ha scelto il sacerdozio ed è entrato nel seminario di Villa Devoto. È in questo periodo che ha gravi problemi respiratori, che lo portano all’asportazione di un polmone. Nel 1958 la sua decisione di diventare novizio nella Compagnia di Gesù. Il giovane Bergoglio ha poi compiuto studi umanistici in Cile e nel 1963, di ritorno a Buenos Aires, ha conseguito la laurea in filosofia presso la Facoltà di Filosofia del collegio massimo “San José” di San Miguel. Per mantenersi gli studi per un breve periodo ha lavorato anche come buttafuori in un locale malfamato di Còrdoba.
Fra il 1964 e il 1965 è stato professore di letteratura e di psicologia nel collegio dell’Immacolata di Santa Fe e nel 1966 ha insegnato le stesse materie nel collegio del Salvatore di Buenos Aires. Il 13 dicembre 1969 è stato ordinato sacerdote. Caratteristica dei gesuiti è di guardare ai bisogni della Chiesa universale. Con uno sguardo largo verso le questioni di carattere internazionale. E la sua elezione sembra andare verso il senso di una chiamata forte, e non di una ricerca di autorità e di potere.
Nel 1973 è stato eletto Provinciale dell’Argentina, incarico che ha esercitato per sei anni. Anni difficili, quelli della dittatura argentina. E sono controversi i suoi rapporti con il regime: di contrasto secondo alcuni, e di sottomissione secondo altri. Sicura è invece l’adesione, temporanea, alla Teologia della liberazione. Fra il 1980 e il 1986 è stato rettore del collegio massimo e delle Facoltà di Filosofia e Teologia della stessa Casa e parroco della parrocchia del Patriarca San José, nella Diocesi di San Miguel. Nel marzo 1986 è andato in Germania per ultimare la sua tesi dottorale; quindi i superiori lo hanno destinato al collegio del Salvatore, da dove è passato alla chiesa della Compagnia nella città di Cordoba come direttore spirituale e confessore. Giovanni Paolo II il 20 maggio 1992 lo ha nominato Vescovo titolare di Auca e Ausiliare di Buenos Aires. Il 27 giugno dello stesso anno ha ricevuto nella cattedrale di Buenos Aires l’ordinazione episcopale.
Ha scritto tre libri: «Meditaciones para religiosos », che risale al 1982, «Reflexiones sobre la vida apostólica» del 1986, e «Reflexiones de
esperanza» del 1992. Dopo la nomina cardinalizia da parte di Papa Giovanni Paolo II, il 21 febbraio 2001 è stato eletto a capo della Conferenza episcopale argentina, dal 2005 al 2011.
Ieri la stampa latinoamericana ha accolto con gioia e entusiasmo l’elezione dell’arcivescovo di Buenos Aires. Diversi sono stati però anche i titoli critici di alcuni quotidiani che hanno insistito su aspetti più polemici della storia e personalità del nuovo Pontefice o sui suoi rapporti politici in patria. E in Argentina il quotidiano progressista “Clarin” ha ricordato
«l’aspra relazione di Bergoglio con i Kirchner», soprattutto con il defunto ex presidente Nestor.
Fermamente contrario al matrimonio gay, Bergoglio ha però guadagnato popolarità nel suo Continente per aver lavato i piedi dei malati di Aids. Schivo, colto, è sempre stato restio ad accettare ruoli curiali. Molti nunzi apostolici, però, lo apprezzano, e non da oggi. È infatti uno strenuo oppositore del lusso e degli sprechi.