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 2013  marzo 13 Mercoledì calendario

"Se il Pd ritiene che questa giunta sia una menomazione delle prerogative del partito di maggioranza relativa e propone di limitare l’autonomia del Presidente della giunta, poco male: al Pd toccherà trovarsi non solo un nuovo governo, ma soprattutto un nuovo Presidente

"Se il Pd ritiene che questa giunta sia una menomazione delle prerogative del partito di maggioranza relativa e propone di limitare l’autonomia del Presidente della giunta, poco male: al Pd toccherà trovarsi non solo un nuovo governo, ma soprattutto un nuovo Presidente. Le mie dimissioni sono a disposizione". Dura poco la soddisfazione di Nichi Vendola nell’annunciare l’atteso rimpasto. Le scelte del governatore che, nel dopo elezioni, ha mescolato le carte portando da 14 a 12 gli assessori della giunta allargata ai moderati rappresentati da Mario Monti scatenano un coro di polemiche. Soprattutto da parte dei democratici. Categorico il segretario regionale Sergio Blasi: "Premesso che il Pd non discute di poltrone ma di programmi, sento la necessità politica di invitare gli assessori del Pd indicati a sospendere la loro adesione prima di una discussione collegiale nel partito". Dunque, fermi tutti. Prima di dire sì all’offerta del governatore (che ha nominato dei nuovi assessori Pd facendone fuori altri) se ne discute nel partito, perché quelle del Presidente sono "scelte ancora tutte da chiarire". Antonio Decaro, uno dei neoassessori indicati da Vendola, eletto deputato e nominato ai Trasporti prende tempo, gli esclusi nel rimpasto affidano alla rete amari commenti, il web si scatena sull’apertura ai ’montiani’. Mentre il Pdl attacca "gli inciuci sulla testa dei pugliesi". LEGGI LA NUOVA SQUADRA DI VENDOLA BLASI: "VENDOLA SPIEGHI LE SUE SCELTE" - "Vorrei comprendere il motivo - ha attaccato l’esponente Pd - che ha determinato la revoca della carica di vicepresidente a Loredana Capone, l’estromissione degli assessori Fabiano Amati e Marida Dentamaro, e soprattutto il cambio di una importante e strategica delega come quella dei trasporti per Guglielmo Minervini; un assessore che in questi mesi non semplici dal punto di vista personale, non ha mai fatto venir meno la sua dedizione istituzionale e politica". "In una fase poi di grande dibattito sull’abbattimento dei costi della casta risulta contraddittoria - afferma Blasi - l’evocazione di una drastica riduzione del numero degli assessori con l’insistenza di nominarne ben 5 assessori esterni, provocando inevitabilmente un proliferare dei costi del consiglio regionale". "Sarebbe stato più coerente attenersi alle regole già oggetto di autoriforma e previste per la prossima legislatura - conclude - con l’abbattimento del numero complessivo di assessori a 10 di cui soltanto due esterni". GINEFRA: "PD ALLEATO, NON ZERBINO" - "Ieri ho partecipato alla Direzione regionale del partito di maggioranza relativa alla Regione. Apprendo che le scelte del governatore Vendola per la nuova Giunta non tengono conto della nostra riflessione". E’ quanto scrive sul suo profilo Facebook il deputato del Pd Dario Ginefra che aggiunge: "Mi auguro che il partito e il gruppo sappiano, una volta per tutte, far rispettare le scelte degli organismi dirigenti nel rispetto delle prerogative del governatore, ma anche di un un ritrovato rapporto da alleati e non da zerbini". Pino Romano, vicecapogruppo consiliare Pd, ribadisce che "il Vendola-bis presenta numerosi punti da chiarire" e a chiedere che "la direzione regionale del partito approfondisca dettagliatamente il dossier". AMATI: "SCELTA SUBITA" - Tanti messaggi di solidarietà, stupore e rabbia compaiono sulle bacheche di Guglielmo Minervini (passato da trasporti a Protezione civile e Sport che commenta le nuove deleghe trincerandosi dietro un "Non me l’aspettavo") e di Fabiano Amati, sacrificati nel rimpasto. Proprio l’ormai ex assessore fasanese affida a Facebook il suo commiato. "La scelta l’ho subita, non c’è dubbio, ma forse era giusto così, perché negli ultimi mesi mi sono ritrovato a vivere un’esperienza amministrativa che non sentivo più vicina al mio desiderio di ‘spaccare’ il mondo, magari non riuscendoci ma almeno sognandolo. Come mi capita sempre, entrai con paura (ma guai a darla a vedere) ed esco con un pizzico di rammarico (e che volete, sono umano) ma tanta serenità. Mi sento sereno perché ho tentato di fare ciò che mi è stato possibile". "La ribellione e la disobbedienza sono forse la causa di ciò che è accaduto? - si chiede - Può darsi". DECARO SI RIMETTE ALLA DECISIONE DEL PARTITO - Antonio Decaro scelto per l’assessorato ai Trasporti. Molta delusione, soprattutto nelle file del Pd, visto che solo lunedì era a Montecitorio per le foto di rito e la prima riunione tra i parlamentari democratici. Con la promozione in giunta, Decaro dovrebbe rinunciare allo scranno da deputato, conquistato con i 3.424 voti ricevuti alle primarie di dicembre. Ma è lo stesso ingegnere barese a raffreddare le polemiche, prendendo tempo. "Sono lusingato e orgoglioso - scrive in una nota - ma, allo stesso tempo, non posso accettare prima di aver discusso all’interno del mio partito. I cittadini pugliesi mi hanno da poco scelto per affrontare un altro importante impegno per il quale ho chiesto la loro fiducia: rappresentare il nostro territorio in Parlamento. Qualsiasi mia decisione debba essere oggetto di discussione con il mio partito e con i consiglieri". IL CASO ’MONTIANI’ - Diverse scelte del governatore Nichi Vendola non sembrano essere state digerite dalla rete. Su tutte, la figura del nuovo assessore al bilancio Leonardo Di Gioia per la sua trafila politica: da capogruppo consiliare An al Comune di Foggia (2004) ad assessore Pdl nella giunta provinciale di Foggia (2008), all’elezione come consigliere regionale nel 2010, sempre nel Popolo della Libertà contro Vendola, fino a gennaio di quest’anno quando si è iscritto al gruppo misto dopo essere passato a "Scelta civica" di Monti, con cui si è candidato alla Camera dei Deputati (senza venire eletto). Le bacheche Facebook degli elettori di centrosinistra sono piene delle immagini di Di Gioia con il logo Pdl alle spalle o dei manifesti contro le politiche economiche dell’esecutivo regionale che il neo assessore aveva caricato nel 2011. "Ecco il nuovo trasformismo politico" si legge sui social network. O "Ma Vendola ora apre a Monti dopo aver detto di esserne distante? Bella coerenza". IL PDL AFFONDA: "INCIUCI SULLA TESTA PUGLIESI" - "Un rimpasto-minestrone. Accordi e inciuci sulla testa dei pugliesi. Onorati saldi di fine stagione per un governo-minestrone a spese della Puglia": commenta così il senatore Luigi d’Ambrosio Lettieri, coordinatore Pdl di Bari la nuova giunta. "Sul caso Di Gregorio - dice l’esponente Pdl - si è aperta a Napoli una inchiesta giudiziaria. Si aprirà anche in Puglia una inchiesta sul trasformismo di Di Gioia? Di certo è che il neoassessore al Bilancio del rimpasto-minestrone deve essersi fatto bene i conti prima di cambiare casacca in modo così radicale. Persino Depretis impallidirebbe di fronte al trasformismo che vede folgorato sulla via di Damasco un consigliere regionale eletto col Pdl". Per il sen. D’Ambrosio, "nulla depone a favore di questa giunta". "La sceneggiata di Decaro (capogruppo regionale Pd neoeletto alla Camera, ndr) che si riserva di chiedere al partito cosa sia meglio fare (se accettare il posto in giunta, lasciando a Fritz Massa lo scranno parlamentare o trasferirsi a Roma, cosa che nei fatti aveva già deciso di fare, accreditandosi alla Camera), la dice lunga sulla natura di questo rimpasto, tra accordi e inciuci sulla testa dei pugliesi". "Che ne sarà della Puglia già stremata da politiche inefficienti, clientele, sprechi, opacità, inchieste, tasse e conflitti interni fino al 2015 - conclude D’Ambrosio Lettieri - con questi presupposti? E vogliamo parlare della povera sanità, ora passata di mano per la terza volta in tre anni? Questo rimpasto consegna la Puglia alla ingovernabilità e ad una ulteriore paralisi". (13 marzo 2013)