corriere.it 13/3/2013, 13 marzo 2013
DICHIARAZIONE RESA DA PADRE LOMBARDI SULLA FUMATA BIANCA E SULLA FUMATA NERA
LE FUMATE AVVENGONO GRAZIE A UN DISPOSITIVO ELETTRONICO CHE SI TROVA NELLA STUFA PIù MODERNA. NELLA CAPPELLA SISTINA CI SONO 2 STUFE. UNA UN PO PIù ROTONDA CHE È˘ QUELLA PIU VECCHIA DOVE SI BRUCIANO LE SCHEDE E UNA UN PO’ PIù GEOMETRICA MODERNA FATTA APPOSTA PER LA PRODUZIONE DELLE FUMATE. IN QUESTA STUFA PIù MODERNA SI INSERISCE UNA CARTUCCIA 25*15*7, UN PARALLELEPIPEDO CHE CONSTA DI CINQUE CARICHE CHIMICHE CHE PARTONO UNA DOPO L’ALTRA AZIONATE DA UN DISPOSITIVO ELETTRONICO. OGNUNA DI QUESTE CARICHE DURA 1 MINUTO IL TOTALE È PREVISTO DI CIRCA 7 MINUTI DI FUMATA. IL FUMO NERO È COMPOSTO DA PERCLORATO DI POTASSIO, ANTRACENA E ZOLFO. IL FUMO BIANCO È C OMPOSTO DI CLORATO DI POTASSIO, LATTOSIO E PECE GRECA O COLOFONìA
Lezioni di chimica in Vaticano per le fumate dal comignolo della Sistina. Per evitare il piu’ possibile incertezze ed errori di valutazione sul colore del fumo piu’ visto al mondo, infatti, in Vaticano si e’ passati ad una composizione piu’ elaborata ma certamente piu’ efficace rispetto ai passati Conclave. Secondo quanto riferito da padre Federico Lombardi, su indicazione dei Servizi tecnici del Governatorato che si occupano della questione, la fumata bianca e’ provocata da clorato di potassio, lattosio e pece greca mentre quella nera da perclorato di potassio, antracena e zolfo.
Componenti, ha spiegato oggi dal portavoce vaticano ai giornalisti, utilizzati per definire meglio il colore delle fumate. Il fumo che tutti vediamo fuoriuscire dal comignolo della Cappella Sistina e’, quindi, prodotto anche dalla bruciatura delle schede e dei documenti di ogni votazione in una stufa utilizzata per la prima volta durante il Conclave del 1939.
La stufa, in ghisa, piu’ antica rispetto a quella usata per i fumogeni, e’ dotata di uno sportello inferiore per l’accensione dell’innesco, con valvola manuale di regolazione del tiraggio e di uno sportello superiore per l’introduzione dei documenti da bruciare. E’ stata utilizzata per la prima volta nel 2005 ed e’ in uso anche nel Conclave in corso, invece, una seconda stufa, moderna, dotata di un’apparecchiatura ausiliaria a fumogeni, per incrementare la visibilita’ delle fumate.
Con la bruciatura delle schede nella stufa piu’ antica, si attiva un dispositivo elettronico interno alla stufa piu’ recente, che mette in funzione una ‘cartuccia’ che contiene 5 cariche, attivate in modo sequenziale per una durata totale di circa 7 minuti. Le canne fumarie della stufa e della apparecchiatura elettronica confluiscono in un unico condotto che, partendo dalla Cappella Sistina, sfocia sulla copertura dell’edificio. Per migliorare il tiraggio, la canna e’ preriscaldata mediante resistenze elettriche e dotata di un ventilatore da avviare in caso di necessita’.