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 2013  marzo 13 Mercoledì calendario

LO STATUTO DEL MOVIMENTO: IL VICE E’ NIPOTE DEL LEADER —

Presidente: Grillo Beppe. Vicepresidente: Grillo Enrico. Così è scritto nero su bianco su un documento pubblicato ieri dall’Huffington Post, dal quale si apprende che il «Non Statuto» — che dal 10 dicembre 2009 prevede le regole di una «non associazione» — non è l’unico atto pubblico del Movimento 5 Stelle. Anzi, il vero documento costitutivo esiste, è uno statuto vero e proprio, ed è stato firmato di recente, il 18 dicembre scorso, a Cogoleto (Genova) dal notaio Filippo D’Amore. Documento inedito o, se edito, ignoto ai più. Con due sorprese: la prima è la presenza del nipote di Grillo come cofondatore e vicepresidente del Movimento; la seconda, l’assenza del nome di Gianroberto Casaleggio, ispiratore e amico di Grillo. «Sorpresa? — replica Mario Michele Giarrusso, avvocato e neo deputato 5 Stelle — Ma dov’è la notizia? Lo sapevano tutti, era un adempimento necessario. Senza questo atto, il ministero dell’Interno non ci faceva depositare il simbolo. La verità è che vengono fuori queste cose per diffamare il Movimento: ma la gente sghignazza a sentire queste cose».
Gli attivisti e neoparlamentari a 5 Stelle chiamano Grillo da sempre, come sua richiesta, il «megafono». Ma la qualifica vera, a leggere il documento, è un’altra: presidente. Recita inoltre il testo: «Spettano al signor Giuseppe Grillo titolarità, gestione e tutela del contrassegno; titolarità e gestione della pagina del blog». L’atto costitutivo è firmato, oltre che dai due Grillo, anche dal commercialista Enrico Maria Nadasi (nominato segretario).
Dunque Grillo, zio, nipote e commercialista — a leggere questo documento — detengono blog e associazione. Il cui scopo è quello di determinare la politica nazionale «attraverso la presentazione alle elezioni di candidati e liste di candidati indicati secondo le procedure di diretta partecipazione attuate attraverso la rete». Esattamente quello che è successo. Decisamente in contrasto con quanto sostenuto di recente, invece, la specifica che «gli eletti eserciteranno le loro funzioni senza vincolo di mandato». Grillo aveva attaccato l’articolo 67 della Costituzione, considerato la giustificazione di voltagabbana e traditori. Nello Statuto si dice, inoltre, che i soci ordinari vengono ammessi solo dopo la presentazione di una domanda, approvata dal consiglio direttivo.
L’obiettivo del Movimento, è scritto, è «la convivenza armoniosa tra gli uomini, attraverso lo sviluppo del talento e delle capacità personali dell’individuo». I valori fondanti sono «libertà, uguaglianza, dignità, solidarietà, fratellanza e rispetto».
I neo parlamentari a 5 Stelle difendono la regolarità dell’atto e lo dichiarano una non notizia: «Era un atto necessario per legge e annunciato dallo stesso Grillo nel suo blog». Che però Enrico Grillo avesse un ruolo nel Movimento (cofondatore e addirittura vicepresidente), non era noto finora. Il nipote di Beppe (figlio del fratello Andrea), nato nel 1970, è un avvocato che ha collaborato spesso con lui: ha fornito consulenze su alcuni quesiti referendari e ha rappresentato Beppe come legale in alcune occasioni. In rete, intanto, è già scattata l’accusa che colpì anche Antonio Di Pietro: nepotismo.
Alessandro Trocino