Nadia Shira Cohen, D, la Repubblica 9/3/2013, 9 marzo 2013
ULTIMA FERMATA UN MOTEL
Janet and Juan Cruz si sono conosciuti a Disney World. Janet lucidava i pavimenti e Juan faceva il turno di notte come guardia giurata. Oggi fanno fatica a non finire per strada e vivono in uno squallido motel nella parte nord di Orlando con i loro tre figli. La famiglia Cruz non è l’unica in questa situazione. L’anno scorso il tasso di famiglie senza tetto in Florida è aumentato del 12 per cento, l’8 di questi "nuovi poveri" secondo il Ministero dell’Istruzione statunitense è finito a vivere in motel. I Cruz non sono mai stati benestanti ma erano sempre riusciti a mettere del cibo sulla tavola e ad avere un tetto sulla testa. Ma quando si è guastata la loro automobile e Juan non è più riuscito ad andare a lavoro, si sono trovati improvvisamente per strada. Con un’economia spietata e la mancanza di posti di lavoro, l’unica possibilità era quella di cercare una sistemazione temporanea, in attesa di rimettersi in piedi.
La Florida, la cui economia è basata sul turismo, l’industria terziaria e l’edilizia, una volta costituiva una meta ideale per molti americani che affluivano numerosi nel cosiddetto Stato del sole. "Molti pensavano che trovare lavoro in Florida fosse più facile e in generale si crede che il costo della vita sia più basso qui" spiega Beth Davalos, Direttore di Families in Transition, un’organizzazione locale di Seminole County che aiuta le famiglie a trovare una sistemazione temporanea e a prevenire l’abbandono scolastico dei figli. "Una madre single che fa diversi lavori pagati al minimo sindacale non è in grado di sostenere neanche i costi per un alloggio essenziale per una famiglia. La cosa preoccupante è che in questo periodo non si trovano neanche lavori al minimo sindacale".
"I lavoratori non specializzati tendono a trasferirsi in Florida nei periodi di forte espansione dell’edilizia" spiega Mark Vitner, Economista Senior presso la Wells Fargo Securities. Molti sono emigrati in Florida durante il boom dell’edilizia tra il 2006 e il 2008. C’è da chiedersi come siano finiti dopo lo scoppio della bolla dei mutui. Secondo l’economista, "tra quelli che sono rimasti, molti sono andati a lavorare nel settore delle vendite al dettaglio e nel terziario, mentre altri sono rimasti disoccupati per lunghi periodi". E un alto tasso di disoccupazione, insieme a uno dei peggiori tassi di pignoramento degli Stati Uniti, alla fine ha spinto molte famiglie per strada. Dato che le richieste di alloggi a basso costo superavano le offerte, non avevano di fatto un posto dove stare. Molte famiglie vengono adesso ospitate da amici o vicini, trascorrono la notte in macchina, oppure spendono il poco che gli è rimasto per pagare una stanza in un motel.
Negli ultimi tre anni, la Florida è diventata il simbolo del deterioramento del capitalismo, i tramonti delle cartoline del passato hanno cominciato a sbiadirsi e hanno lasciato il posto a scenari desolati. Le strade una volta piene di concessionari di automobili e piccoli negozi adesso sono vuote e trascurate. Paradossalmente una delle aree maggiormente colpite è quella attorno a Disney World, il luogo "dove i sogni si avverano." Oggi il sogno di quasi 70mila bambini in Florida che non hanno una casa è semplicemente avere un pò di stabilità e magari un posto tranquillo dove studiare.
Si stima che in un tratto di autostrada a pochi passi da Disney World siano 500 le famiglie che vivono in motel. Originariamente costruiti per soddisfare la domanda turistica, molte strutture alberghiere low cost sono diventate un rifugio per tossicodipendenti e luoghi di esercizio di prostituzione, in aumento. La vita delle famiglie spinte in quelle stanze dalla povertà è un’esistenza precaria legata a pagamenti giornalieri o settimanali e che non può tollerare ritardi. I bambini si nutrono di cibo spazzatura, dato che cucinare un pasto caldo in queste piccole abitazioni senza una cucina è molto difficile. E anche l’ultima parvenza di privacy viene a mancare, quando si divide un letto singolo con altri membri della famiglia.
Storie come quella della famiglia Cruz sono molto comuni al Remington Inn ad Altamonte Springs, nella parte nord di Orlando, a due passi dall’autostrada Interstate 4. Un incidente stradale basta per distruggere una famiglia che vive alla giornata, dato che ricevere sussidi di invalidità è un processo lungo e complesso con diversi ostacoli che richiede tempo. Tempo che molte famiglie non hanno mentre scivolano sempre più a fondo.
Tyrone Washington e sua moglie Jessica alloggiano al Remington Inn con i loro cinque figli da diversi mesi, dopo essere stati tamponati da un autobus. Dopo l’incidente Tyrone ha dovuto subire un intervento chirurgico d’urgenza al cervello. Non essendo in grado di lavorare, ha perso il posto al banco salumeria del Publix Supermarket dove lavorava da dieci anni. Senza tetto come tanti, gli Washington si sono tenuti lontani dai rifugi allestiti dall’assistenza sociale, che raramente ospitano le famiglie senza dividerle. Con un bambino di tre mesi, "dividersi era fuori discussione", mi ha spiegato Jessica. Ma dal Remington Inn alla fine hanno dovuto passare al rifugio Orlando Coalition for the Homeless, un altro gradino disceso verso il fondo della scala sociale.
L’alloggio in motel nella maggior parte dei casi è infatti una soluzione temporanea, spesso a metà fra lo sfratto e la strada. Il marito di Ginevra Cutcher soffre di diabete giovanile ed entra ed esce dall’ospedale. Ginevra è stata sfrattata con i suoi due figli dopo che la macchina si è guastata. Lei e il marito hanno preso quel poco che avevano, hanno messo il resto in un deposito e hanno affittato una camera al motel Suburban Inn ad Altamonte Springs. Quando sono rimasti indietro con i pagamenti, sono stati costretti a rifugiarsi in un bosco nelle vicinanze. "Mio figlio Landon (4 anni) pensava che fossimo in campeggio", mi spiega Ginevra cercando di trattenere le lacrime.
Dato che il numero di famiglie senza un posto dove vivere nella zona di Orlando è in aumento, il motel si trasforma e diventa una casa. I balconi continuano a riempirsi con gli oggetti di una vita e le piscine, l’ultima traccia della destinazione alberghiera precedente, aggiungono un tocco surreale ai complessi. Le famiglie vanno e vengono, alcune vanno avanti e superano questa fase, ma per la maggior parte la recessione è inesorabile. "L’unica cosa di cui abbiamo bisogno", mormora Juan Cruz, " è che qualcuno ci dia una seconda possibilità".
(Foto dell’ag. Parallelo Zero)