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 2013  marzo 07 Giovedì calendario

BEPPE GRILLO COME LO CONOSCO IO


Andrea, ma che è questa voce dall’oltretomba?»
«Beppe scusami, è che vengo da un’altra intervista, ho fatto le scale di corsa per chiamarti il prima possibile e non farti aspettare. E poi ora sono anche un po’ emozionato. Non è da tutti poter parlare con te...».
«Ma che emozionato! Io sono sempre lo stesso, sono sempre il solito, è il mondo qui intorno che sta crollando!».
Giovedì scorso chiamo a casa di Beppe Grillo. Il numero me l’ha dato il suo assistente. L’ho tartassato a lungo per avere questa intervista per la Bild, il più popolare quotidiano tedesco. Niente stampa italiana. Io e Beppe Grillo ci siamo conosciuti a maggio 2011. Lui era a Berlino, dove vivo, per una delle tappe del suo tour europeo. Dovevo intervistarlo per il quotidiano Welt Kompakt. Ci siamo conosciuti nella sede della radio Rbb, subito dopo la registrazione di una trasmissione. L’intervista l’abbiamo fatta in taxi, mentre lui tornava verso l’albergo. Mentre scendevamo, mi ha chiesto se avessi impegni per il giorno dopo: «Perché non mi fai da guida per Berlino?».
Detto fatto: la mattina seguente ci incontriamo. Lui è mattiniero. L’appuntamento è fissato alle 9,30 a Wittenberg Platz. «Ci muoviamo in metropolitana o taxi?», «Metro! Per una volta che si può girare senza auto!», risponde deciso. Saliamo quindi sulla Ubahn berlinese e diamo il via a una giornata da turisti.
Intanto io e lui parliamo di tutto. Gli racconto la storia e la disperazione che spinge tanti giovani e meno giovani a emigrare a Berlino, nonostante non sappiano una parola di tedesco. Ricevo ogni giorno sul mio blog, Berlino cacio e pepe, decine di email di ragazzi che vogliono venire a vivere qui, alla ricerca di un futuro migliore.
«Non è giusto, ma è anche bello pensare che, oggigiorno, voi non siate più schiavi dei confini e possiate vivere ovunque vogliate». Sull’Europa il suo pensiero è fermo: «È questa l’Europa di cui si dovrebbe parlare, quella dei ragazzi che viaggiano, si mescolano e si sentono una cosa sola, anche se sono nati a migliaia di chilometri di distanza. Dobbiamo ripartire da qui, non da spread e finanza».
Ha un appuntamento via Skype con il figlio che vive in Nuova Zelanda, ma è difficile trovare una rete wi-fi stabile e così gli messaggia che si sentiranno dopo. Ci raggiungono due suoi assistenti e un mio amico. Ci prendiamo una birra sulla riva della Sprea, azzardiamo qualche commento sulle ragazze tedesche («Belle, ma continuo ad avere sempre un debole per le italiane», afferma campanilista) e ci muoviamo sulla via del ritorno. Il suo show è quattro ore dopo.
Alle 20 il teatro è tutto esaurito ed è il solito successo. Molti ragazzi rimangono anche dopo, sperando di potergli parlare. Lui ha tempo per tutti e posa con i ragazzi dell’associazione Mafia? Nein Danke. La giornata è finita e ci salutiamo con una domanda che è anche una promessa: «Rimaniamo in contatto».
L’intervista che giovedì scorso gli ho fatto per la Bild parte da questa promessa. Al telefono è diverso che di persona, ma è sempre gentile. Mi aveva concesso 20 minuti, invece stiamo al telefono per 40. Parliamo di tutto. Non ha intenzione di allearsi con il Pd, ma sarà al loro fianco se troveranno le proposte giuste.
«Pd e Pdl continueranno la stessa alleanza che ha permesso a Monti di stare al governo». L’intervista va bene, ho tempo per inanellare tutte le domande che la Bild vuole e anche per chiacchierare a ruota libera. Ha ancora l’entusiasmo di chi è in campagna elettorale e mi tocca interromperlo: «Scusami Beppe, è che mi hai detto che hai poco tempo!», «Accidenti è vero!».
Mi complimento per il risultato elettorale. Ci tiene a tranquillizzare i tedeschi e così, qualche minuto dopo l’intervista, mi farà chiamare dal suo assistente, chiedendo se posso aggiungere che, l’onestà e la legalità che porteranno il Movimento 5 stelle all’interno del Parlamento, serviranno anche ad attrarre gli stranieri a investire in Italia. Gli chiedo se tornerà a Berlino. «Difficile, anche se un giorno riprenderò con i miei show e chissà». Noi italiani all’estero possiamo stare tranquilli di ciò che accadrà in Italia? «Ci vorrà del tempo, ma il mio sogno è che voi possiate avere voglia di tornare un giorno, questo è un Paese con mille difetti, ma anche pieno di gente straordinaria di cui io sono fiero».