Sebastiano Messina, la Repubblica 13/3/2013, 13 marzo 2013
IO LEADER DI MONTECITORIO? SAREBBE IMPOSSIBILE DIRE DI NO
La guardi da vicino, questa ragazza dallo sguardo soavemente severo che non aveva ancora l’età per essere eletta deputato, quando Grillo indisse le «parlamentarie», e ti domandi se davvero potrebbe essere lei la prossima presidente della Camera. Chissà. Di sicuro non potrebbe far peggio di Rosy Mauro, detta «la Badante», alla cui presidenza di turno è sopravvissuta l’assemblea di Palazzo Madama. E poi, certo, l’effetto-novità sarebbe spettacolare: al posto di Fini, inghiottito dal quorum, una venticinquenne acqua e sapone che ha già nel cassetto una laurea in Lingue presa in Alabama, un master della Luiss in Relazioni transatlantiche e un diploma dell’università di Pechino sul disgelo Usa-Cina. Lei, Marta Grande, alla domanda sul totonomine risponde con un sorriso più enigmatico di quello della Gioconda. Seduta a un tavolino di una cioccolateria di Civitavecchia, sfida la pioggia e la grandine di questo bagnatissimo martedì con un tailleur pantalone nero, una pashmina grigio fumo e un paio di décolleté di velluto, e questo look molto istituzionale forse è già un indizio. Allora meglio chiederglielo senza girarci intorno.
Sarà lei la candidata del Movimento 5 Stelle alla presidenza della Camera?
«Noi eletti ci riuniremo nei prossimi giorni per decidere chi proporre alle due presidenze istituzionali, secondo quanto abbiamo...».
Però intanto sul tavolo c’è già un nome: il suo.
«Sì, ho letto anch’io questa notizia sui giornali. Nel Movimento ci siamo tutti meravigliati».
E lei? Solo meravigliata?
«Spiazzata, direi. Anche piacevolmente sorpresa, certo. Fa piacere avere non dico la fiducia ma l’interesse degli esponenti di altri partiti».
Presidente della Camera. Irene Pivetti ne aveva 31, quando fu eletta. Lei ne ha 25, sei di meno. Per un attimo ci avrà pensato, all’idea che possa davvero toccare a lei. O no?
«Io sono già felice di essere in Parlamento, a rappresentare la straordinaria novità del Movimento...».
Ma se l’idea di Vendola diventasse realtà? Accetterebbe?
«Guardi, nel nostro movimento uno vale uno. Poi, quando una carica viene assegnata in modo condiviso, l’eletto è legittimato dalle persone che l’hanno voluto...».
Insisto: accetterebbe o no?
«Io mi rimetto alla volontà del Movimento. Certo, fare il presidente della Camera è un altissimo onore, oltre che un compito assai delicato, e penso che per chiunque sarebbe molto, molto difficile tirarsi indietro».
Lei è entrata qualche giorno fa a Montecitorio per la prima volta...
«E ho provato un’emozione fortissima. Quando ho varcato il portone di Montecitorio ho pensato a chi ci era passato prima di me».
Ovvero?
«Agli uomini che hanno fatto l’Italia. A Nilde Iotti, per esempio, una grande donna. Mi sono rimaste impresse la sua sobrietà e l’eleganza dei suoi discorsi».
Nilde Iotti ebbe la forza di dar torto al suo partito, più di una volta, quando dovette decidere come presidente della Camera. Se un giorno lei si trovasse in una situazione simile, farebbe la stessa cosa?
«Per noi le istituzioni vengono prima di tutto. Chi occuperà quella carica dovrà essere assolutamente imparziale e far rispettare il regolamento e la Costituzione. Non si discute».
Ha visto l’aula di Montecitorio?
«L’avevo già vista, come visitatrice, qualche anno fa. Rivedendola, ho pensato: ecco, adesso ci verrò per lavorare».
Niente male, come posto di lavoro, no?
«Un po’ intimorisce, tanta solennità. Ma ci aspetta tanto lavoro. In quell’aula è stata fatta la storia d’Italia: ora tocca a noi».
I commessi vi chiamano “onorevoli”. Voi volete essere chiamati solo “cittadini”. Cosa pensate di fare? Li correggerete ogni volta?
«No, loro sono tenuti a chiamarci tutti così. Non possiamo farci niente».
Voi siete i marziani che arrivano dal pianeta Grillo, in quel palazzo. Voi come vi sentite?
«E’ una sensazione molto bella. Entusiasmante. Ma sappiamo che non c’è tempo per gongolarsi: la situazione è molto seria ».
Già. E voi non volete votare la fiducia a nessuno. Ma quando si tratterà di votare le leggi, se mai un governo riuscirà a nascere, chi detterà la linea? Il gruppo? Il blog? Grillo? Casaleggio e il suo staff?
«Noi abbiamo una stella polare, che è il programma del Movimento. Vedremo di volta in volta cosa si avvicina di più a quel programma. Se poi ci fossero questioni, diciamo così, più complicate, allora...».
... decideranno Grillo e Casaleggio.
«No, le decisioni saranno prese dal gruppo. O dai cittadini, tramite il web. Presto nascerà un’area del sito che farà da interfaccia tra gli eletti e gli elettori, e sarà una novità importante».
Lei abita a Civitavecchia: prenderà casa a Roma?
«No, farò la pendolare. Mi sto organizzando, ho già preso l’orario ferroviario. Ma venerdì non vorrei arrivare tardi: mi sa che mi farò dare un passaggio in macchina».