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 2013  marzo 12 Martedì calendario

BANCHE, SERVONO 21 MILIARDI PER FAR PULIZIA NEI BILANCI

Alle banche italiane servono 21 mi­liardi di euro. Questa, secondo Medio­banca Securities, è la cifra necessaria agli istituti di credito del nostro Paese per portare il livello medio di copertura delle sofferenze (attualmente al 39% me­dio) agli standard europei (53%).
Certo, la situazione non è uguale per tutti: si va dal 43% di Intesa e Unicredit al 24% del Banco, passando per il 38% di Mps e il 25% di Ubi, ma è chiaro che que­sta particolare gestione dei non perfor­ming loans crei anche uno svantaggio competitivo nel momento in cui le ban­che italiane vengono confrontate dagli analisti con quelle degli altri Paesi. Per Mediobanca, che ha pubblicato lo stu­dio proprio alla vigilia dei risultati an­nuali del settore bancario italiano (co­mincia oggi Intesa chiude venerdì Uni­credit), ci sono diversi modi per attuare un percorso virtuoso.
Una prima soluzione, si legge nel do­cumento, potrebbe essere quella di «stressare» il bilancio, ossia portare gli utili al livello minimo necessario per pa­gare i dividendi attesi e spostare tutto il resto sulla svalutazione delle sofferenze (124 miliardi il valore di quelle nette al 30 settembre) con l’unica discriminan­te rappresentata dal mantenimento di un Core Tier 1 al 9%, il requisito minimo di Basilea 3 (valore che può essere abbas­sato all’8% per gli istituti non di sistema come banche locali e Popolari di medie dimensioni). In quest’ottica Intesa e Unicredit hanno la forza finanziaria suf­ficiente per impiegare circa 8 miliardi e portarsi rispettivamente a una copertu­ra del 59 e del 53%. Mps con 2 miliardi an­drebbe al 46% e il Banco con 1,6 al 34 per cento.
Da oggi, ovviamente, si potrà com­prendere quale sarà l’atteggiamento prevalente:Ca’ de Sass farà da battistra­da. C’è,però,un altro argomento da non sottovalutare: le banche italiane dispon­gono di una cospicua massa di «collate­rali », cioè di asset a garanzia dei finanzia­menti. Si tratta, per lo più di immobili, che se computati eleverebbero il tasso di copertura al 133% (98% la media Ue). Ciò che penalizza gli istituti è il difficol­toso realizzo in caso di escussione: in Ita­lia c­i vogliono in media 7 anni per vende­re un immobile recuperato da un credi­to in sofferenza (contro i 2 della media Ue, in Finlandia 2 mesi).
Un’altrastrada,invece,sarebbe quel­la di creare una bad bank dove far conflu­ire i crediti in sofferenza. Secondo Me­diobanca sarebbero sufficienti 18 mi­liardi ( a fronte degli 80 devoluti alla Spa­gna) da parte del fondo salva-Stati Esm cui il nostro Paese contribuisce con 125 miliardi. Ma senza un governo stabile questa via è impercorribile.