Armando Torno, Corriere della Sera 12/03/2013, 12 marzo 2013
L’INNO GREGORIANO. POI I 15 MINUTI PER IL GIURAMENTO - I
cardinali che partecipano al Conclave oggi vivranno una giornata speciale che culminerà nel tardo pomeriggio con una eventuale prima votazione. Alle 7 i 115 elettori si trovano a Santa Marta, dove prendono possesso delle loro stanze; alle 10 è prevista a San Pietro la celebrazione della Missa pro eligendo Romano Pontifice, alla quale presenziano anche i porporati non elettori. Poi, alle 13, il pranzo. Sulle vivande che saranno servite alle loro eminenze per ora possiamo soltanto aggiungere quanto ha rivelato Timothy Dolan, arcivescovo di New York, un paio di giorni fa: «Al Conclave si mangia male» (circola in rete un video di Franco Bechis su Libero Tv).
Nel pomeriggio inizia per i porporati elettori quel tempo di riservatezza, isolamento, preghiera, meditazioni che terminerà soltanto con l’elezione del nuovo Papa. Alle 15.45 ci sarà il trasferimento dalla casa di Santa Marta al Palazzo Apostolico. E alle 16.30 la processione dalla Cappella Paolina alla Sistina. Il transito tra i due sacri luoghi avverrà chiedendo l’assistenza allo Spirito Santo con il Veni Creator Spiritus, inno della liturgia di Pentecoste, di cui si conosce una versione ambrosiana e una gregoriana; e quest’ultima sarà, appunto, quella evocata. È una gemma che, tra l’altro, si ritrova in ordinazioni, concili, incoronazioni, attribuita a Rabano Mauro (IX secolo), musicata più volte nel corso dei secoli. La prima quartina, pur nella traduzione italiana, rende l’idea dell’alto valore del testo e della potenza dell’invocazione: «Vieni, o Spirito creatore/ visita le nostre menti/ riempi della tua grazia/ i cuori che hai creato».
C’è da aggiungere che i cardinali, compiendo il tragitto dalla Cappella Paolina alla Sistina, andranno da un Michelangelo all’altro. La prima deve il suo nome a Paolo III Farnese ed è uno spazio raccolto: qui si sarebbe esposto il Santissimo Sacramento. La fece edificare tra il 1537 e il 1540, quindi chiamò il sommo artista ad affrescarla: aveva da poco terminato il Giudizio Universale alla Sistina (lo stesso Paolo III, nel vedere finita quest’opera, si mise in ginocchio e scoppiò in lacrime chiedendo all’artefice se quel giorno sarebbe stato così...). Michelangelo alla Paolina tra il 1542 e il 1546 dipinge la Conversione di Saulo, poi, fino al 1550, la Crocefissione di Pietro. Due opere che sono anche il suo testamento. Impossibile riassumerne in poche righe il messaggio: ricordiamo soltanto che le scene di Pietro furono ispirate alla Leggenda aurea di Jacopo da Varagine giacché gli Atti degli Apostoli non ne parlano.
Ma non abbandoniamo i cardinali in processione: alle 16.30 entreranno nella Sistina, dove si aprirà ufficialmente il Conclave con il celebre Extra omnes, ovvero «Fuori tutti». Pronunciato dal maestro delle cerimonie pontificie, ha un valore simbolico oltre che reale. Come dire: via coloro che non c’entrano. Una quindicina di minuti per il giuramento e una meditazione, dopo i quali si dovrebbe svolgere il primo — e unico per la giornata — scrutinio. Alle 19.15 è prevista, sempre nella Sistina, la preghiera dei vespri. Un quarto d’ora. Passato il quale, ben protetti e isolati dai curiosi, i cardinali saranno riportati alla casa di Santa Marta. La cena è fissata alle 20.
Certo, c’è anche un dopo. È probabilmente una delle parti più interessanti della giornata, ma della quale possiamo dire ben poco. È un lasso di tempo in cui si potranno fare bilanci ed eventualmente trovare soluzioni elettorali. Ma qui, come si suol dire, conviene tacere.
Armando Torno