Dario Del Porto e Conchita Sannino, la Repubblica 11/3/2013, 11 marzo 2013
IL SENATORE ROSSI: LA DESTRA CERCÒ DI CORROMPERMI COMPRAVENDITA, VERSO IL PROCESSO ALL’EX PREMIER
NAPOLI — Il Cavaliere verso il processo sprint mentre un altro senatore racconta di essere stato avvicinato nel tentativo, fallito, di convincerlo a «sabotare» il governo Prodi. Con l’audizione del senatore del Pd Paolo Rossi, ascoltato ieri per un’ora, l’inchiesta che più spaventa il cerchio ristretto di Silvio Berlusconi si avvicina alla conclusione. Forse già oggi i pm di Napoli depositeranno al giudice la richiesta del processo immediato nei confronti dell’ex premier, del senatore uscente Sergio De Gregorio e dell’ex direttore dell’Avanti! Valter Lavitola.
Sono indagati di corruzione e finanziamento illecito per i tre milioni di euro versati dall’ex premier, tra il 2006 e il 2008, nell’intento di indurre De Gregorio, eletto a Palazzo Madama con l’Italia dei Valori, a traslocare con il centrodestra. Secondo i magistrati, dalle indagini è emersa quella «evidenza della prova» che consente
di saltere il filtro dell’udienza preliminare. I pm Francesco Curcio, Alessandro Milita, Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock, che con i procuratori aggiunti Federico Cafiero de Raho e Francesco Greco coordinano il
lavoro dei finanzieri diretti dal colonnello Nicola Altiero, stanno completando gli adempimenti previsti dalla legge per chiedere il giudizio immediato. A questo scopo era stato fissato l’interrogatorio degli indagati. Berlusconi si è
sottratto chiedendo un rinvio per impegni politici e giudiziari che la Procura non ha ritenuto adeguati a far ritenere legittimo l’impedimento. Lavitola, assistito dall’avvocato Gaetano Balice, detenuto da undici mesi e reduce dalla condanna a 2 anni e 8 mesi per tentata estorsione ai danni del Cavaliere, si è avvalso della facoltà di non rispondere. De Gregorio, che da venerdì perderà l’immunità parlamentare e finirà agli arresti domiciliari per la truffa sui 23 milioni di fondi pubblici erogati all’Avanti!, ha risposto come già aveva fatto nei tre interrogatori nei quali, tra la fine di dicembre e gli inizi di gennaio, ha ricostruito le trame di quella tormentata legislatura.
Nel frattempo l’inchiesta è andata avanti a ritmo frenetico. Come testimoni sono stati ascoltati il presidente del Consiglio dell’epoca, Romano Prodi, il capogruppo al Senato del Pd Anna Finocchiaro, il senatore dell’Idv Giuseppe Caforio, che rifiutò l’offerta, avanzata da De Gregorio per conto di Berlusconi, di un «finanziamen-
to» da 5 milioni. Caforio registrò quel colloquio e consegnò il nastro al suo leader Antonio Di Pietro. Anche l’ex pm di Mani Pulite, che dopo la segnalazione del compagno di partito presentò un esposto a Roma, è stato sentito dai magistrati napoletani durante la maratona investigativa di giovedì scorso, quando i testimoni sono sfilati negli uffici della Direzione nazionale antimafia in via Giulia a Roma.
Ieri è toccato a Paolo Rossi, indicato dalla senatrice Finocchiaro come uno dei parlamentari avvicinati dal centrodestra per ribaltare gli esili numeri della maggioranza a sostegno del governo Prodi. Secondo quanto si è appreso, Rossi ha confermato di essere stato contattato nel 2007 da esponenti dell’opposizione, i quali ne sondarono la disponibilità a votare contro l’esecutivo. Ma il senatore rifiutò, spiegando che avrebbe considerato quel comportamento contrario alla sua morale e alla sua storia personale.