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 2013  marzo 12 Martedì calendario

L’Italia incanta tutto il mondo dei diamanti Il capitano Chiarini racconta il miracolo azzurro «Cocktail di dilettanti e italoamericani da 3 milioni» Il World Classic è poi un viaggio nel pianeta baseball che sta cambiando la percezione e le prospettive di molti ragazzi italiani

L’Italia incanta tutto il mondo dei diamanti Il capitano Chiarini racconta il miracolo azzurro «Cocktail di dilettanti e italoamericani da 3 milioni» Il World Classic è poi un viaggio nel pianeta baseball che sta cambiando la percezione e le prospettive di molti ragazzi italiani. «Non sono aquile, ma sono una squadra» ha ribadito ieri Marco Mazzieri, il manager che a Grosseto vende auto. Il capo-allenatore ha impiegato appena 47" nel discorso quotidiano ai giocatori per il debutto nella seconda fase, oggi contro la Repubblica Dominicana, la prima delle due sfide senza appello (l’altra sarà con la perdente di Usa-Portorico). Bastano, ormai, solo poche parole, e molti sguardi complici a questi ragazzi che hanno conquistato stima e consensi in America, ma che non riescono a sfondare il muro dell’indifferenza in Italia. Tanto che, lo stesso, Mazzieri l’ha definita «un’Italia di sottovalutati» capace tuttavia di farsi onore tra le 8 grandi potenze di questi nuovi Mondiali (sono già out Cuba e Canada, Messico, Taiwan e Corea). Cultura Mario Chiarini, il capitano la cui presa in tuffo contro gli Usa viene ripetutamente mandata in Tv, lo definisce «un problema culturale tutto italiano». Cioè non considerare bravi abbastanza questi ragazzi che hanno scelto uno sport agli antipodi del calcio; è qualcosa che provoca ad esempio la stizza di uno che ce l’ha fatta, come il sanremese Alex Liddi, interno-slugger di Seattle, che si sta godendo l’avvio della stagione insieme agli amici con i quali è cresciuto, da Panerati a Maestri e Desimoni. La preoccupazione di Chiarini sarà l’eredità del Classic, quando la vetrina sarà finita. «La vita è fatta di opportunità, non tutti ce l’abbiamo fatta a conquistare l’America, ma quando vi giochiamo, riusciamo a giocare al livello dei mostri con i quali a casa giochiamo solo al videogame, e qui sono in carne e ossa vicini a noi». Chiarini non arriva a 30.000 euro, ma non sfigura a fianco di Punto e Grilli che superano i 3 milioni di dollari. Quando il viaggio sarà finito, l’esterno destro tornerà a casa per giocare 2 partite a settimana (anziché 3 come in passato), vista la crisi. «Noi 40, qui 162 partite l’anno». Con Rimini, Chiarini sarà solo uno dei battitori più pericolosi contro Thiago da Silva, che Mazzieri opporrà da partente a gente come José Reyes e Robinson Cano, 2ªbase dei NY Yankees. Istantanee Chiarini è cresciuto ai bagni 16 con Chris Colabello, che ha la media battuta più alta (455): «Io e lui siamo legati dalla terra romagnola, Lo vedremo in Major con Minnesota». Dove gioca Drew Butera, il ricevitore «molto pensieroso, riflessivo, ordinato». Chiarini condivide la fetta di campo con Mike Costanzo («è il matto, l’estroso») e Chris DeNorfia («un duro, non butta mai via nulla quando c’è da prendere una base»). E definisce Liddi come «energia allo stato pure, avrà un grande futuro». Come Anthony Rizzo «è di un’altra categoria, potente e umile». Nei confronti di Nick Punto, che le World Series le ha vinte, e ha giocato tra St.Louis, Boston e Los Angeles «si può solo imparare, per me è un onore giocarci insieme». Come fa Antohny Granato, l’interbase che è «un cagnaccio, gli piace trasmettere la mentalità vincente». Chiarini invece trasmette a questi ragazzi «l’umiltà imparata dai genitori, è questa la chiave per andare lontano». Come ha fatto Maestri, domani partente, sino alla Major giapponese: «Un professionista esemplare». Mentre Panerati legge Freud: «La testa è tutto». Ragazzi italiani sottovalutati, ma speciali.