www.cinquantamila.it/fiordafiore 11/3/2013, 11 marzo 2013
Matteo Renzi studia il Pd • In tutta Europa crescono le disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza • Il cardinale che va in bici, quello con la Micra • Ucciso Silvano Trevisan, ostaggio dei qaedisti in Nigeria • Un delitto a Brescia Pd Matteo Renzi si è fatto redigere uno studio sul Pd
Matteo Renzi studia il Pd • In tutta Europa crescono le disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza • Il cardinale che va in bici, quello con la Micra • Ucciso Silvano Trevisan, ostaggio dei qaedisti in Nigeria • Un delitto a Brescia Pd Matteo Renzi si è fatto redigere uno studio sul Pd. Ha scoperto che: i dipendenti del partito nazionale sono più di 180, tra quelli a tempo indeterminato e quelli a tempo determinato; c’è un gran numero di segretari impiegati, tutti remunerati (ad alcuni viene anche pagata la casa). Quattordici persone sono all’ufficio stampa del partito, tre persone addette solo a Rosy Bindi, che ha anche un aiuto alla Camera e una portavoce che, è scritto nel rapporto, «non si è capito chi paga». Il meno importante dei dirigenti del Pd ha almeno due segretarie e 3.500 euro di stipendio (ma aumentano per i più importanti: Nico Stumpo, nel settore organizzativo del Pd, guida otto persone tra segretari, funzionari e collaboratori). Nelle ultime stime fatte (2010), il partito aveva in Parlamento 102 dipendenti per la cifra complessiva di otto milioni di euro (Meli, CdS). Disuguaglianze Il coefficiente di Corrado Gini per misurare la disuguaglianza di una distribuzione, quindi anche la concentrazione del reddito e della ricchezza. È una scala che va da 0 a 1 (0 per nessuna disparità; 1 quando una sola persona prende tutto). Talvolta si preferisce usare la scala da 0 a 100, con o stesso significato. In Italia il coefficiente di Gini nel 2011, secondo gli ultimi dati pubblicati a metà febbraio da Eurostat, era pari a 31,9, oltre un punto percentuale in più rispetto al valore della media dei 27 Paesi Ue (30,7). In Germania era pari a 29, in Francia a 30,8. In Italia dal 2004, quando l’indice segnava un valore del 33,2, il coefficiente di Gini è diminuito fino al 2008, quando è sceso fino a 31. Poi dal 2009, in piena crisi, è tornato a crescere. La tendenza è stata ancora più impressionante in Francia, che nel 2007 presentava un coefficiente di Gini pari a 26,6. L’anno dopo l’indicatore era balzato a 29,9 per poi crescere fino a 30,8 nel 2011. Per la Germania l’anno peggiore è stato il 2007, quando il suo coefficiente di Gini ha raggiunto 30,4 (era 26,1 nel 2005). Ma poi è tornato a scendere (nel 2011 era a 29). Stanno peggio i Paesi più colpiti dalla crisi, come Spagna (34), Portogallo (34,2) e Grecia (33,6), ma già partivano da disuguaglianze più marcate. I Paesi più egualitari sono Svezia (24,4) e Finlandia (25,8), mentre la Norvegia (che non fa parte della Ue) fa ancora meglio (22,9). Ma anche per loro gli ultimi anni di crisi hanno segnato un peggioramento rispetto al 2002. Il record della disuguaglianza, secondo le statistiche più aggiornate, spetta al Sud Africa che presenta un coefficiente di Gini di oltre 60 punti. Male anche il Brasile, che ha un coefficiente superiore a 50 punti (Ferraino, CdS). Auto Il cardinale francese Philippe Barbarin, 62 anni, nei giorni precedenti il Conclave, è stato visto girare nei dintorni di Piazza San Pietro in bicicletta. L’argentino Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, severo gesuita dalle sobrie abitudini, ama girare per la sua città in autobus, vestito da semplice prete. Il cardinale Giovanni Lajolo, presidente emerito del Governatorato della Città del Vaticano, è arrivato alla guida di una Micra bianca. Si sposta con la propria auto anche il ghanese Peter Turkson, che nella Città del Vaticano ha posteggiato in uno spazio sbagliato e un gendarme gli ha dovuto chiedere di spostare la vettura (Conti, CdS). Fiat 124 Nel giugno 1981, quando Alfredo Rampi cadde in un pozzo non segnalato, l’allora cardinal vicario di Roma, Ugo Poletti, arrivò sul luogo da solo, guidando di persona una Fiat 124: la foto apparve su tutti i giornali provocando commenti stupiti (ibidem). Ostaggio Silvano Trevisan, l’ingegnere veneto di 69 anni, e gli altri sei ostaggi stranieri sequestrati il 17 febbraio nel nordest della Nigeria (vedi Fior da Fiore del 18 febbraio 2013) sono stati uccisi dal commando qaedista che li teneva prigionieri. La Farnesina smentisce la versione dei terroristi che i sette «cristiani stranieri» siano stati vittima del tentativo fallito delle forze britanniche e nigeriane di liberarli. In una nota il ministero degli Esteri assicura che «nessun intervento militare volto a liberare gli ostaggi è mai stato tentato da parte dei governi interessati, per i quali l’incolumità dei loro cittadini è sempre stata la priorità assoluta». Ora resta un altro italiano in ostaggio: il cooperante Giovanni Lo Porto, 38 anni, palermitano, sequestrato in Pakistan il 19 gennaio 2012 (Piccolillo, CdS). Delitto Marilena Ciofalo, 34 anni, originaria di Agrigento, ex barista ora disoccupata. Ad Ancona s’era innamorata di Angela Toni, 35 anni, di Gualdo Tadino, operaia. Insieme avevano lasciato la città sull’Adriatico e da luglio vivevano insieme a Brescia. La vita scorreva normale con qualche litigio ogni tanto. Ma ora la passione della Ciofalo sembrava esser finita e l’altra non si voleva rassegnare. Così l’altra sera, intorno alle 22, litigarono proprio per questo motivo. Quando sembrava tutto finito, nel cuore della notte, Angela Toni, ancora sottosopra, girò per casa, tirò fuori una pistola 7.65 comprata da pochi giorni (porto d’armi per motivi sportivi preso all’inizio dell’anno), mise un cuscino sulla faccia della compagna e fece fuoco due volte. Poi si lavò, i vestiti sporchi messi accanto alla fidanzata morta, e vegliò per sette ore il corpo. Ormai giorno, la telefonata al 113: «Venite a prendermi, vi aspetto». All’una di notte di sabato 9 marzo, in un bilocale al primo piano di una villetta in via Donatori di sangue, a Gussago, Franciacorta bresciana.