Guido Ruotolo, La Stampa 12/3/2013, 12 marzo 2013
E adesso «operazione libertà» finisce sul banco degli imputati. Se non ci saranno colpi di scena, entro maggio si celebrerà la prima udienza del processo che vedrà Silvio Berlusconi, Sergio De Gregorio e Valter Lavitola accusati di corruzione
E adesso «operazione libertà» finisce sul banco degli imputati. Se non ci saranno colpi di scena, entro maggio si celebrerà la prima udienza del processo che vedrà Silvio Berlusconi, Sergio De Gregorio e Valter Lavitola accusati di corruzione. La procura di Napoli ha inoltrato all’Ufficio del gip la richiesta di processo immediato stralciando l’accusa di finanziamento illecito ai partiti. Entro venerdì, il gip dovrà notificare il decreto che fissa il processo. Gli imputati avranno due settimane di tempo per decidere se chiedere il processo ordinario, il rito abbreviato o se accettare il processo immediato. «Operazione libertà», ovvero la compravendita di senatori della maggioranza che fu, siamo nel 2006-2007, per far cadere il traballante governo guidato da Romano Prodi. Nei mesi scorsi, uno dei «soggetti del desiderio» dell’operazione, il senatore Sergio De Gregorio, in tre successivi interrogatori davanti ai pm napoletani, ha vuotato il sacco, svelando di essere stato comprato per tre milioni di euro, uno pagato ufficialmente da Forza Italia, due al nero, con contanti che Berlusconi girava a Valter Lavitola che, a sua volta, consegnava a De Gregorio. Nelle carte della Procura, nei verbali di interrogatori di De Gregorio, nei documenti sequestrati - come la lettera che l’allora latitante Valter Lavitola scrisse a Silvio Berlusconi per ottenere 5 milioni di euro - vengono fuori altri nomi di parlamentari avvicinati. Negli ultimi giorni, la Procura ha sentito alcuni testimoni eccellenti, tra cui l’ex premier Romano Prodi, il capogruppo Pd al Senato, Anna Finocchiaro, quello del gruppo misto, Nello Formisano, il leader di Idv, Antonio Di Pietro, il senatore Giuseppe Caforio, Idv, a cui Berlusconi aveva fatto promettere fino a 5 milioni di euro se avesse cambiato casacca, e il veneto Paolo Rossi, senatore Pd, avvicinato da un collega del Pdl, Antonio Tomassini, che gli aveva offerto una prospettiva di lavoro nel campo dell’informazione, sempre che fosse approdato al Pdl, o soldi, e in quel caso Rossi sarebbe stato portato da Berlusconi. C’è un aneddoto rivelato da Anna Finocchiaro ai pm napoletani che fa sorridere. Intanto ha spiegato che quando fece il gesto delle manette nel suo intervento al Senato, nel dibattito sulla Finanziaria, il 15 novembre del 2007, è perché il senatore Rossi gli aveva detto dei tentativi di corruzione nei suoi confronti. Poi Anna Finocchiaro ha raccontato ai pm che, passato armi e bagagli con l’opposizione, il senatore De Gregorio una volta al mese interveniva nel dibattito d’aula facendo discorsi di «sinistra». Una stranezza e un mistero. Risolto dagli uomini del colonnello Nicola Altiero della Finanza. L’intervento in Aula avveniva alla vigilia della scadenza del versamento delle rate in nero da parte di Berlusconi, e rappresentava, evidentemente, un segnale molto eloquente che gli impegni presi andavano mantenuti.