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 2013  marzo 11 Lunedì calendario

L’ORRIDO PORCELLUM. UN CAPRO ESPIATORIO

Ma sì, tutte le ingiurie del mondo sull’orrido Porcellum, per carità. Ma fare di una pessima legge elettorale il colpevole di tutto consente l’autoassoluzione indulgente, il modo per non capire niente, per dirottare l’attenzione sulle proprie clamorose manchevolezze. Imparassero a prendere i voti, e poi, soltanto poi, umilmente, a inveire contro una legge elettorale che non sono stati nemmeno capace di cambiare nell’anno di vacanza in cui la politica è stata affidata alle cure del governo tecnico.
La legge elettorale colpevole di ogni orrore? Grillo vince con il Porcellum. Ma vince anche nelle Regioni che hanno un’altra legge elettorale. Nei Comuni, che hanno un’altra legge elettorale ancora. Nelle Province, che ne hanno una diversa dalle altre tre. E se domani ci fossero le elezioni europee, che hanno l’ennesima legge elettorale, vincerebbero lo stesso. Vince in Sicilia, con una legge elettorale diversa dal Porcellum. Vince a Parma con una legge elettorale diversa da quella per il Parlamento nazionale e diversa da quella siciliana. Quando vincerà a Roma (si accettano scommesse anche elevate, dopo il clamoroso disastro Alemanno e con il Pd perso nel nulla, a meno che non si cambi in fretta), non si potrà dare la colpa alla legge elettorale. E che diranno, allora, quelli del Pd (che in cinque anni ha perso l’8 per cento dei voti, con la stessa legge elettorale) e quelli del Pdl (abbandonato da oltre il 16 per cento dei suoi elettori del 2008): se la prenderanno con il Porcellum? Dovranno trovare un’altra scusa.
Si scambia il mezzo con un fine, uno strumento con la politica. Con il maledetto Porcellum Berlusconi ha avuto cinque anni fa una larga maggioranza alla Camera e al Senato: se l’ha persa, la colpa è sua, non del Porcellum. Adesso dicono che la vogliono cambiare in fretta, ma già sono scesi in campi i maestri del cavillo politologico e paracostituzionale: facciamolo alla francese; no, all’austriaca con correzione spagnola; all’australiana con scorporo; proporzionale con una spruzzata di uninominale; maggioritaria ma anche no; a un turno oppure a due e perché no persino a tre. E passeranno i mesi. E si dirà che non si potrà rivotare (l’unica soluzione sana, se solo chi ha perso avesse imparato la lezione) perché non si può rivotare con questa legge elettorale.
Facile dare spiegazioni così. Per anni la sinistra si è detta che se Berlusconi vinceva era per via delle sue tre tv. Oggi Berlusconi ha le tre tv, ma ha lasciato un sacco di voti per strada. Come si spiega questo paradosso? Solo che quei voti non sono andati al naturale antagonista politico, cioè il Pd, ma hanno imboccato la strada della protesta o dell’astensione, si sono dispersi in mille rivoli. Colpa di una brutta legge elettorale? Che resta brutta, ovviamente, ma non può essere esposta al pubblico ludibrio per non andare alla sostanza delle cose, alle cause della sconfitta. Per quanto tempo ancora?
Pierluigi Battista