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 2013  marzo 10 Domenica calendario

PROGETTO CIVILTÀ GRAZIE ALLE MULTE DELL’INCIVILTÀ

Come tutti sappiamo, uscire da una crasi è facile, da una crisi un po’ meno. Un piccolissimo aiuto può darlo, anche sotto forma di sorriso amaro, “Vignette per una crisi” (ed. minimum fax, 8 euro). Ne è autore Andrés Ràbago Garcia, più noto con lo pseudonimo El Roto, firma fissa del Paìs. Una specie di Altucchi o di Butàn, un po’ Altan un po’ Bucchi. Chi vuole risparmiare gli 8 euro può trovare 14 vignette su Repubblica. it di ieri, io ne scelgo poche altre, diverse, e le riassumo assumendomi ogni colpa per la separazione di disegno e battuta. È che a volte la battuta sta in piedi da sola. E a volte non c’è nemmeno. Come nella vignetta in cui una donna, che vediamo di spalle, osserva due vetrine su cui c’è scritto - 50% e -60%. Sulla schiena della donna, un -70%. D’altra parte, “se non si può svalutare il denaro bisognerà svalutare le persone”. E dalla parte opposta (due operai senza faccia), “non possiamo aumentare la nostra produttività al ritmo della loro ingordigia”.
Ingordamente, in tempi di crisi, si potrebbe cercare una consolazione a tavola. Ma sembrano tempi di crisi anche per i cibi. Cappesante al cadmio dal delta del Po, colibatteri nelle torte al cioccolato vendute in Francia ma prodotte in Svezia, forti presenze equine, indebite, nei ragù, ma anche tracce
suine nei kebab, in Germania. Ancora in Germania, insalata campana contaminata da veleno per topi (a occhio, qui mi sembra un avvertimento in codice). Tracce di cesio in 27 cinghiali uccisi negli ultimi mesi in Val Sesia. In Francia, proteste per un topo in una scatola di fagiolini. Questione di punti di vista: se io fossi un gatto protesterei per un fagiolino in una scatola di topi. Ma volete mettere un ristorante famoso nel mondo come il Noma di Copenhagen, che ha sulla carta anche formiche e cavallette? Quello da 200 euro a cranio, bevande escluse? Marca male anche lì. Di ieri al notizia che su 63 clienti che ci avevano mangiato tra il 12 e il 16 febbraio è piombata una gastroenterite virale. “Cattive condizioni di salute di uno degli addetti alla cucina”, si è giustificato il direttore del locale, dopo aver rimborsato i conti. Un episodio istruttivo, da non buttare via.
Via Mourinho non è uno striscione esposto da Casillas né il desiderio di
molti tifosi del Real. È, leggo su Sw, una decisione presa all’unanimità dal consiglio comunale di Setubal, città natale dello Special One (anche noto come Specialone nelle peggiori osterie di Milano). Gli sarà intitolata non una viuzza qualunque ma “una delle arterie principali del centro”. In più, dal 26 marzo al 26 maggio alla Galeria Municipal do 11 saranno in mostra cimeli, foto, il famoso cappotto anti-Manchester di quand’era sulla panchina del Porto. Per chi ci volesse andare in pellegrinaggio da Milano e zone limitrofe, segnalo che la città è gemellata con Udine (non mi si chieda il perché, nei gemellaggi mi è sempre sfuggito) e vi si mangia bene il pesce. Come a Catania, che calcisticamente potrebbe gemellarsi con Udine perché dimostra da anni, con un costante miglioramento e cambiando allenatore, che il modello seguito dalla famiglia Pozzo è riproducibile anche al sud: comprare a poco, vendere a molto. Dopo aver valorizzato, chiaramente. Il Foglio
di ieri dedica una pagina a questo fenomeno cui ci dovremmo essere abituati e che avrebbe riempito più pagine se la partita con l’Inter fosse finita in altro modo. Nella pagina si fanno nomi e cifre: Vargas comprato per 3 milioni e ceduto alla Fiorentina per 13, anche Martinez 3 milioni, alla Juve per 12. Silvestre preso a 1,5 e rivenduto al Palermo per 7,3, Maxi Lopez a 3 milioni e poi ceduto in prestito oneroso al Milan, poi alla Samp, altri 5 milioni entrati. Molti calciatori presi in Argentina, ma Lodi era al Frosinone, in serie B, e Lodi è arrivato al Catania grazie all’occhio
lungo degli osservatori.
Buon occhio ha mostrato anche Chiara Bisconti, assessora comunale a Milano per Sport e tempo libero. Il suo progetto “W il calcio” prevede che l’ammontare di tutte le multe per cori razzisti o ingiuriosi o di discriminazione razziale, etnica e territoriale confluiscano in un fondo nazionale destinato a creare cultura sportiva con iniziative di sensibilizzazione, educazione e prevenzione. Paradossalmente, ma fino a un certo punto, sarebbe l’inciviltà a finanziare la civiltà, o alleno un tentativo di recuperarla. Clamoroso, non al Cibali ma a San Siro-Meazza: Inter e Milan hanno detto sì al progetto. Adesso aspettiamo di vedere come
procede.