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 2013  marzo 10 Domenica calendario

AMBULANTI, TROPPI ABUSIVI E POCHI CONTROLLI ALLARME SICUREZZA, I COMUNI SOTTO ACCUSA

ROMA — Se un’ordinanza del ministero della Sanità datata 2002 avesse avuto un qualche seguito serio, oggi Guastalla non piangerebbe tre morti. Perché nel complesso universo del commercio ambulante, 162mila imprese e mezzo milione di addetti, oltre a decine di migliaia di abusivi, il problema della sicurezza delle bombole del gas usate dai camion-rosticcerie, dalle cucine allestite per fiere, dai chioschi, è ben noto a tutti. Del resto non più tardi di tre anni fa lo scoppio dell’impianto a gpl in una sagra a San Germano Vercellese provocò una strage con cinque morti. «Le aree mercatali — recita dunque l’articolo 2 di quell’ordinanza — devono essere recintate e dotate di allacci alla rete idrica e all’energia elettrica». Un modo per spingere gli ambulanti ad abbandonare il gas e a utilizzare le piastre elettriche, senza doversi svenare per comprare un generatore.
«Ma quasi nessuno ha ristrutturato i mercati — spiega Adriano Ciolli, segretario nazionale di Anva, l’associazione di Confesercenti del commercio su aree pubbliche a cui è iscritto Francesco Mango — l’avrà fatto al massimo il 10 per cento dei comuni e solo nei casi di aperture di nuove aree. Non ci sono i soldi». Il corollario di questa mancata applicazione è chiaro: «Le bombole sono ancora necessarie, o dovremmo chiudere la metà dei mercati». E allora il problema rimane a carico di chi quegli impianti utilizza.
Stando a quanto ricostruisce Dario Domenicali, di Anva Reggio Emilia, il furgone di Mango era seminuovo, comprato appena due anni fa. «Stiamo verificando — dice — che avesse tutte le certificazioni valide. Ma so che è un imprenditore serio, regolarmente iscritto alla camera di commercio ». In Italia ci sono solo quattro aziende che costruiscono quel tipo di camion. Quando escono dalle officine sono omologati secondo le norme del ministero dei Trasporti, hanno un vano apposito
per contenere le bombole e valvole di regolazione che impediscono i pericolosi ritorni di fiamma. Sistemi di sicurezza che fanno lievitare il prezzo medio fino a 250mila euro. Però sono sempre impianti a gas su cui, come per quelli di casa, va fatta la manutenzione. È obbligatoria la revisione ogni 5 anni, con rilascio del certificato di conformità. E qui si arriva al punto. Chi
deve controllare che i furgoni siano in regola? Chi deve verificare che le tubature non siano scadute e gli allacci non abbiano perdite?
«Vigili urbani, pompieri, carabinieri del Nas, ispettori delle Asl — snocciola Franco Gioacchini, presidente Upvad Confcommercio — sono i soggetti deputati alle ispezioni, sempre più frequenti da quando è stata introdotta la normativa
Haccp sulla sicurezza alimentare ». In pratica cioè quando un ispettore sale su un camion o fa un sopralluogo in una cucina di una sagra di paese, si preoccupa delle celle frigorifere, dei forni, dello stato di conservazione dei cibi. E, in seconda battuta, anche degli impianti. Ma i controlli sono a campione, sono casuali, non vengono fatti a tappeto, e ne potrebbero
esserlo, visto l’alto numero degli ambulanti. Le maglie dei controlli si allargano, troppo spesso appaiono nei mercati rionali dei chioschi abusivi (a volte anche furgoni), con bombole lasciate all’aria aperta, senza essere contenute in appositi vani come vuole la legge. E a rischiare non sono solo i commercianti.