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 2013  marzo 10 Domenica calendario

IL DESTINO DI PARIGI È UNA BATTAGLIA RISERVATA ALLE DONNE

Da Anne Hidalgo (vice di Delanoë) a Rachida Dati, tutti i partiti pronti a una candidatura «rosa»per la poltrona di sindaco
È tempo di scelte, a Parigi, dov’è cominciata la cam­pagna elettorale per la carica di primo cittadino. Le donne rubano la scena agli uo­mini. La battaglia si annuncia serrata. La destra vuole ripren­dersi almeno la Capitale dopo due mandati di marca sociali­sta e l’unica certezza è che, a confrontarsi per la poltrona di sindaco, saranno le nuove don­ne della politica francese. Ci aveva provato l’ex radicale­centrista- moderato, Jean-Louis Borloo, a farsi avanti. Ma, annusata l’aria, ha fatto dietro front nel suo movimento Udi, la­sciando all’ex sottosegretario Rama Yade la libertà di decide­re se candidarsi lei, o se appog­giare una gollista con più chan­ce di vittoria.
Il 2014,l’anno di una Parigi al femminile, è dunque già comin­ciato. Così hanno deciso Ps e Ump. I due partiti maggiori indi­cano la tendenza, gli altri si ade­guano. Perché in una Francia in cui non c’è un bipolarismo ve­ro, la storia la scrivono comun­que socialisti e neogollisti.
Il Front National proverà a ro­vinare i giochi di destra e sini­stra con Marie-Christine Ar­nautu, fedelissima di Marine Le Pen, di cui è stata consigliera e portavoce.D’altronde,i socia­listi sono favoriti solo perché i gollisti non vincono Parigi da dieci anni e la candidatura del­l’estrema destra frontista po­trebbe dar fastidio all’Ump, che spera nel supporto dei cen­tristi.
Il Ps punta tutto sull’esperien­za maturata all’Hotel de Ville da Anne Hidalgo: la prima vice del sindaco Bertrand Delanoë. Non è amata da tutti, nel parti­to. Ma, visti i sondaggi, sembra che l’elettorato sia in sintonia con lei e si stia già abituando a vederla con le chiavi della città in tasca: 52 anni, tre figli (da due uomini diversi)e una delega al­l’Urbanistica spesa negli anni piuttosto bene. Sulla scia fem­minile delle candidature, perfi­no i Verdi, alleati di François Hollande in Parlamento, ma spesso in disaccordo con lui, hanno la loro probabile candi­data: l’ex segretaria del partito e ministra Cécile Duflot. Non ha ancora sciolto la riserva, ma dovrebbe essere lei la quarta (o quinta) donna in corsa. Titola­re del dicastero per gli Alloggi, fa sapere di non escludere nul­la. Soprattutto se, come si voci­fera, i due rappresentanti ecolo­gisti nel governo dovessero la­sciare.
Guai, però, a parlare di quote rosa per la carica di sindaco, se­condo Ségolène Royal. Su Fran­ce Inter , l’ex candidata alle pre­sidenziali 2007, fresca di nomi­na alla vicepresidenza della Banca pubblica d’investimenti (Bpi), le donne «sanno lavorare meglio degli uomini, anche in politica, perché sono abituate a gestire il budget familiare». Se in corsa ci sono cinque rappre­sentanti femminili, è merito lo­ro. Dice, Ségo, di voler difende­re il posto delle donne nella so­cietà francese. Ma a guardare le municipali di Parigi, le colle­ghe sanno difendersi da sole. Ma lei, forse l’unica «grande» messa all’angolo dopo l’elezio­ne di Hollande, non ha manca­to di rivendicare il suo ruolo di apripista.
Resta un nodo da sciogliere, per destra e sinistra. Se convo­care o meno le temute prima­rie. Dopo il caos generato dal­l’elezione del presidente Ump post-Sarkozy, che di fatto ha spacchettato il cartello neogol­lista in microcorrenti, nessuno vorrebbe un’altra guerra; tra due donne per giunta. Rachida Dati, mamma single, da un pa­io d’anni si muove per la carica di sindaco, essendo già alla gui­da del quartiere più ricco della Capitale. Ma, anche a causa di un certo disordine sentimenta­le s­u cui i settimanali si sono ac­caniti, il partito vorrebbe punta­re su Nathalie Kosciusko- Mori­zet: ecologista, ex portavoce di Sarkozy nella vincente campa­gna 2007, attenta a quei dettagli dialettici che, in una battaglia di donne tutte molto eleganti e preparate e visti i sondaggi na­zionali disastrosi per Hollande, potrebbe essere il valore ag­giunto.