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 2013  marzo 08 Venerdì calendario

PRIMA UN SMS “TORNO A CASA” POI LA TELEFONATA MISTERIOSA

Torno a casa”. David Rossi mercoledì a fine pomeriggio ha inviato un sms alla moglie Antonella per avvisarla che quella sera sarebbe rientrato per cena. Aveva bisogno di staccare, dopo giorni nel suo ufficio in Rocca Salimbeni. Ma poco dopo ha ricevuto una lunga telefonata. Chiusa la conversazione ha appoggiato il telefonino sulla scrivania e, presa carta e penna, ha più volte cominciato a scrivere un biglietto di addio alla moglie. Senza riuscirci. Ne ha iniziati e poi accartocciati, gettandoli nel cestino e in terra, almeno cinque. Tutti sintetizzabili con “ho fatto una cavolata”. Alle 20 circa ha rinunciato, scegliendo la via d’uscita più tragica dal Monte dei Paschi.
IL TELEFONO ha continuato a squillare. A vuoto. La moglie, non vedendolo, ha provato a chiamarlo più volte poi ha mandato la figlia Carolina, ventenne, a cercarlo in ufficio. La ragazza ha trovato il segretario di Rossi, Giancarlo Filippone che aveva da poco scoperto il suicidio. La notte più lunga dell’inchiesta sul Monte dei Paschi di Siena è cominciata così. Sotto una pioggia leggera gli agenti della Squadra Mobile hanno sigillato l’ufficio di Rossi intorno alle 21 con il pm di turno, Nicola Marini. Mentre due inquirenti titolari dell’acquisto di Antonveneta, Antonino Nastasi e Aldo Natalini, sono andati a bussare alla porta dell’abitazione di Rossi, a metà strada tra la sede della banca e la Procura. I due pm hanno poi sentito, in una serie di interrogatori proseguiti fino alle tre del mattino, l’assistente Giancarlo Filippo-ne, la segretaria e Bernando Mingrone, nuovo direttore finanziario, insediatosi al posto di Gianluca Baldassarri, ancora oggi in carcere a San Vittore e ritenuto il presunto capo della cosiddetta “banda del 5%”.
Solo alle quattro del mattino si sono spente le luci al terzo piano della Procura. Ma sulla morte di Rossi ancora non si è accesa neanche una lanterna. Ogni ipotesi è un azzardo. Il lavoro degli inquirenti è complesso. Nella già delicata inchiesta, accanto ai freddi numeri e a operazioni con cifre distanti dalla realtà tanto sono enormi, è entrata la vita conclusa di un contradaiolo, un senese fiero di esserlo. Una vittima.
Ieri alle nove gli inquirenti erano già al lavoro. Marini ha disposto l’autopsia sul corpo di Rossi, dietro le insistenze del cognato e di alcuni familiari, mentre Nastasi, Natalini e Grosso si sono chiusi nell’ufficio del capo della comunicazione di Rocca Salimbeni per uscirne solo dopo le 16. Esclusa una pausa di venti minuti alle 14 per una pizza, consumata al banco. Hanno repertato tutto quanto trovato nell’ufficio, sequestrando computer, iPad, cellulare abbandonati da Rossi sopra la scrivania. E poi documenti, fogli sparsi ovunque: materiale di lavoro. All’appello mancherebbe un secondo telefonino.
NASTASI E ANTONINI poco dopo le 16 hanno dovuto lasciare Rocca Salimbeni e tornare in Procura: stava arrivando il presidente di Mps, Alessandro Profumo, convocato per avere informazioni in merito ai rapporti che Rossi, entrato in Mps con la gestione precedente di Giuseppe Mussari, aveva con i nuovi vertici che avevano deciso di confermarlo alla guida della comunicazione dell’istituto di credito seppur ridimensionandone ruoli e squadra di lavoro. Venti giorni fa a Rossi è stato affiancato un parigrado e da giorni sembrava in dubbio una sua permanenza.
Anche la lunga telefonata ricevuta a fine pomeriggio (di cui il Fatto Quotidiano ha già dato notizia ieri) perde rilevanza di fronte alla testimonianza del segretario. Filipponi, infatti, ha ricostruito assieme ai pm l’ultima giornata in vita di Rossi. Ha riferito che il portavoce di Mps è arrivato nel suo ufficio al mattino e lì è rimasto tutto il giorno. Ma ha aggiunto un particolare: alle 17.30 circa Filipponi gli ha portato dei documenti da firmare e lo ha trovato visibilmente sconvolto, agitato.
IERI È STATA ESEGUITA anche l’autopsia, all’inizio esclusa “per rispetto della vittima”, aveva detto il pm Marini. L’esame autoptico è stato effettuato dal professor Mario Gabbrielli. Alcune fonti dicono che Rossi non sarebbe morto sul colpo. Il corpo è stato trovato con la schiena a terra, segno che potrebbe essersi gettato di spalle. Forse per non vedere il vuoto. Lo accerteranno le registrazioni delle videocamere che hanno ripreso l’accaduto e costringeranno gli inquirenti a vederlo e rivederlo più volte. Un macabro volo verso la fine che tanto ricorda il percorso avviato da Mps. Cosa lo abbia spinto sarà compito dei magistrati scoprirlo. Lui, che era stato perquisito il 19 febbraio scorso, non era indagato, anche se era rimasto molto scosso. Per molti, anche in procura, la speranza è scoprire che dietro quel gesto ci siano motivi esclusivamente personali.