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 2013  marzo 11 Lunedì calendario

CASO ORLANDI, QUELLA PERIZIA MAI FATTA SU CINQUE VOCI

Ci sono cinque voci registrate e mai analizzate nell’inchiesta per la scomparsa di Emanuela Orlandi. Cinque persone i cui nomi sarebbero stati segnalati e inseriti nel fascicolo d’indagine perché il loro timbro e la loro pronuncia somigliavano tanto a quello dell’Amerikano, il personaggio più misterioso della vicenda, la cui identità non è stata mai accertata. L’ispettore Pasquale Viglione era alla squadra mobile, a fianco dell’ex capo Vittorio Rizzi, proprio negli anni in cui Sabrina Minardi, l’amante di Enrico De Pedis, decide di cominciare a collaborare. Conosce ogni segreto di questa storia, e ora dice: «Grazie a diverse testimonianze e a una in particolare, di una signora che lavorava nei pressi del Vaticano, siamo riusciti a individuare cinque persone che avevano una voce molto simile a quella dell’Amerikano. La teste è stata sentita in procura, ma la perizia fonica non è stata effettuata. Questa storia sembra proprio che debba fermarsi alla Magliana».
LA NOTA RISERVATA
Dell’Amerikano e delle sue telefonate è pieno il fascicolo dell’inchiesta. In una nota rimasta riservata fino al 1995 e stilata dall’allora vicecapo del Sisde Vincenzo Parisi, veniva evidenziato che la voce era quella di monsignor Paul Marcinkus, all’epoca presidente dello Ior. Gli 007, analizzando i messaggi e le telefonate arrivate alla famiglia, per un totale di 34, ne hanno ritenute legate a chi aveva effettuato il sequestro 16. Riguardavano una persona con una conoscenza approfondita della lingua latina, migliore di quella italiana, probabilmente di cultura anglosassone e con una conoscenza del mondo ecclesiastico.
IL DEBITO
«Sabrina Minardi non sa dire le ragioni del sequestro - continua il poliziotto - anche se ricorda che la ragazza è stata consegnata a un prete molto elegante, dopo essere stata rapita. Non posso sentire quando Alì Agca pontifica dicendo che Emanuela è in un convento e che la Minardi è una drogata. Noi abbiamo fatto tutti i riscontri, ed è risultata attendibile. L’83, anno del rapimento è anche l’anno in cui viene celebrato un Giubileo straordinario. Dalle testimonianze si evince che la chiesa non aveva più i soldi da dare indietro a De Pedis e soci per i loro investimenti nello Ior, ed è da qui che parte l’idea di sequestrare la cittadina vaticana. La Magliana, poi, ha comunque dovuto finanziarsi e lo ha fatto con la rapina del secolo, quella dell’84 alla Brink’s securmark, dove sono stati rubati 35 miliardi. E ora più di prima sono convinto che la perizia fonica avrebbe aiutato a trovare l’Amerikano».