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 2013  marzo 10 Domenica calendario

GLI SCAPOLI D’ORO DI «FORBES». LA GUIDA AI MAGNIFICI DODICI —

Come sposare un miliardario? Non è la riedizione aggiornata del vecchio film con Marilyn Monroe, Lauren Bacall e Betty Grable, ma la constatazione, sessanta anni dopo, che per molti uomini quello resta evidentemente ancora l’obiettivo di molte donne. Così Forbes si è presa la briga di setacciare la sua classifica e ha compilato la selezione dei magnifici scapoli miliardari. Sottinteso: ancora da sposare. Almeno sappiamo da dove cominciare, l’aggancio è compito nostro.
Per par condicio (o quote rosa) qualcuno chiederà: e le miliardarie da sposare? In un mondo ancora dominato dagli uomini, probabilmente fanno meno notizia. Anche perché spesso le fortune sono ereditate dai papà, e in questo caso le fanciulle tendono a sposarsi presto. Con altri miliardari, ça va sans dire. Come è successo a Delphine Arnault, erede dell’impero del lusso Lvmh e, con il padre Bernard e il resto della famiglia, decima fortuna mondiale (29 miliardi di dollari). Nel 2005 Delphine ha portato all’altare il rampollo degli spumanti Alessandro Vallarino Gancia, dal quale ha però divorziato piuttosto rapidamente e oggi, si mormora a Parigi, farebbe coppia con Xavier Niel, che è proprio uno degli uomini d’oro ancora senza la fede al dito.
Gli scapoli d’oro — il che non implica essere sprovvisti di aspirante fidanzata o simili — sarebbero dodici, calcola Forbes. Età media di 39 anni e patrimonio complessivo pari a 40 miliardi e mezzo. Il più giovane? Albert von Thurn und Taxis, 29 anni e 1,5 miliardi di patrimonio netto. È un principe e per professione corre in macchina. La prima volta che ha debuttato nella classifica di Forbes aveva appena 8 anni, perciò deve averci fatto l’abitudine. Insomma, un figlio di papà. Come Scott Duncan, 30 anni e una ricchezza da 5,1 miliardi ereditata con il passaggio della partecipazione paterna nel gruppo dell’energia Enterprise Products Partners.
Il più maturo? Nicolas Berggruen, 51 anni, ma non li dimostra. È vegetariano, non beve alcolici e a tavola ordina solo acqua Fiji. Figlio di un collezionista d’arte, ha creato un gruppo che spazia dal retail (Karstadt) fino all’editoria (Prisa con El País). Usa la ricchezza accumulata (2 miliardi) per cercare di salvare la California dalla bancarotta, l’Europa dall’involuzione, il mondo dall’implosione con il pensatoio che porta il suo nome. Tra i suoi pallini c’è il tema della governance, che è diventato un libro scritto insieme a Nathan Gardel e pubblicato l’anno scorso.
I selfmade men provengono per lo più dal mondo tecnologico. Jack Dorsey, 36 anni e 1,1 miliardi, ha fondato Twitter e Square, due delle società più popolari della Silicon Valley. La fotomodella inglese Lily Cole, lo avrebbe agganciato con un tweet. Eduardo Saverin, 30 anni, ha collaborato a lanciare Facebook, di cui è diventato il primo direttore finanziario. Dopo la rottura con Mark Zuckerberg, è uscito dal social network con il 5% del capitale, che oggi vale 2,2 miliardi. Per pagare meno tasse ha rinunciato alla cittadinanza americana ed è emigrato a Singapore, dove si incontra spesso al Filter, il nightclub più costoso. Yoshikazu Tanaka, 36 anni, giapponese e 1,8 miliardi di patrimonio, è entrato nel club dei Paperoni grazie a Gree, la società di social gaming su mobile fondata nel 2004 e quotata in Borsa. Teddy Sagi, 41 anni, invece ha fatto fortuna (1,8 miliardi) con Playtech, una società quotata a Londra che produce software per i siti online di gioco d’azzardo. Secondo le cronache possiede la casa più costosa d’Israele, pagata 35 milioni di dollari. Tra le sue «fiamme» figura Bar Refaeli, mentre ora esce con Miss Isreael, Yael Nizri. Xavier Niel, 45 anni e 6,6 miliardi di patrimonio, è il più grande azionista privato del gruppo di telecomunicazioni francesi Iliad, casa madre di Free, l’operatore mobile e provider di Internet da lui fondato.
La old economy è rappresentata da Alejandro Santo Domingo Davila, 36 anni e 11,7 miliardi di patrimonio, che è l’erede del secondo gruppo mondiale della birra (SABMiller), per il quale lavora dopo aver preso una laurea in storia ad Harvard. Tra i suoi appeal? Possiede un’isola nei Caraibi (Baru), vicino a Cartagena. Tor Peterson, 48 anni e 2,3 miliardi di patrimonio, si occupa invece di materie prime: ha lasciato la California per guidare dalla Svizzera il gigante del carbone Glencore International.
Il miglior partito potenziale? Probabilmente Richard Li, 46 anni e 1,9 miliardi di patrimonio, visto che suo padre Li Ka Shing è l’uomo più ricco in Asia con una ricchezza valutata 31 miliardi (del suo impero fa parte tra l’altro il gruppo di tlc Hutchison Whampoa). Nel ’91 Li grazie a un prestito paterno di 125 milioni ha lanciato la tv satellitare StarTV, rivenduta 5 anni più tardi a Rupert Murdoch per 950 milioni. E’ proprio durante una visita alla tv con base a Hong Kong, che il boss di News Corp è stato acchiappato da una giovane e rampante Wendi Deng, poi diventata la sua terza moglie.
Il meno ricco degli scapoli d’oro risulta invece il greco Stelios Haji-Iaonnou, 46 anni e 1,05 miliardi di patrimonio, accumulato grazie a EasyGroup, che oltre a controllare la compagnia low cost EasyJet da lui fondata, ha partecipazioni che spaziano dalle catene alberghiere agli Internet caffè.
Giuliana Ferraino