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 2013  marzo 10 Domenica calendario

REVISIONE OGNI 5 ANNI. MA NESSUNO CONTROLLA —

«Se c’hai il bombolone collaudato dalla ditta autorizzata non ti può succedere niente»: parola di Mario Tredicine, vicepresidente dell’Upvad, l’associazione che rappresenta i venditori ambulanti dentro la Confcommercio, nonché storico gestore di camion-bar nella capitale.
Ma in realtà la storia è un tantino più complessa. Il famoso «bombolone», come ricorda il presidente dell’Upvad, Franco Gioacchini, «va revisionato ogni 5 anni»: significa che in questo arco temporale sta solo allo scrupolo dell’operatore effettuare una manutenzione ordinaria attraverso le ditte autorizzate. Di fatto, «non c’è nessun ente che controlla i furgoni rosticceria con le bombole a gas, e la manutenzione dei tubi di collegamento è sotto la responsabilità del proprietario», come conferma il responsabile della prevenzione incendi dei vigili del fuoco, Fabio Dattilo. Eppure sono proprio quei tubi — proprio i punti in cui si attaccano le bombole ai fornelli del camion, quelli vulnerabili — che, sottoposti alla vibrazione del mezzo, possono cedere e dare luogo a incidenti più o meno gravi. «Come sempre in Italia — spiega Dattila — abbiamo una norma, la Uni-Cig, piuttosto precisa, ma complicata da applicare». E’ vero infatti che su tutti i tubi e i pezzi ci sono le date di scadenza, ma deve essere il proprietario a ricordarsene. E soprattutto, tocca a lui anche fare attenzione tutte le volte che smonta e rimonta gli attacchi, valutare se sono soggetti a usura, se i collegamenti sono rovinati. «Cosa che spesso non fa — conclude Dattila — ecco perché andrebbero aumentati i controlli e diffusa una cultura della sicurezza». La sicurezza, appunto: una voce che purtroppo non compare tra i requisiti richiesti a un aspirante venditore ambulante di alimenti. Il primo passo che deve fare è investire magari attraverso un fido, «150-200mila euro», secondo Adriano Ciolli, coordinatore nazionale dell’Anva Confesercenti (associazione nazionale di commercio su aree pubbliche), per acquistare un furgone attrezzato. Veicolo a cui la Motorizzazione civile dà un’autorizzazione a circolare, «controllando solo che sia funzionale come qualsiasi altro mezzo e che abbia un allestimento adeguato», spiegano dal ministero dei Trasporti. La responsabilità dell’impianto a gas spetta alla ditta produttrice dell’impianto stessa, che rilascia una certificazione al momento dell’acquisto. L’operatore, purché abbia frequentato un corso di formazione professionale o abbia fatto due anni di esperienza nel settore del commercio alimentare, può chiedere un’autorizzazione al Comune, con la quale ottiene la possibilità di esercitare su tutto il territorio nazionale. «Ma uno che investe così tanto non va all’avventura — spiega Ciolli —. E così il passo successivo di solito è la richiesta di concessione di suolo pubblico».
L’ultimo passaggio è all’Asl, che fa una verifica sull’allestimento del mezzo e del magazzino e controlla anche le autorizzazioni igienico-sanitarie. Una volta superati questi passi, l’operatore è praticamente libero: «Perché è vero che i vigili urbani e gli ispettori dell’Asl possono fare verifiche a campione — conclude Ciolli — ma l’Italia è piena di abusivi e si fa già fatica a controllare quelli».
Valentina Santarpia