Stefano Montefiori, Corriere della Sera 10/03/2013, 10 marzo 2013
IL FONDO DELLO SCEICCO O L’ELISEO? LA DOPPIA TENTAZIONE DI SARKOZY —
Qualche giorno fa, al Salone dell’Agricoltura, un bambino incontra François Hollande in visita tra le mucche e gli dice, con candore e delusione: «Ma non ho mai visto Nicolas Sarkozy...». «Ah, beh, non lo vedrai più», gli risponde secco il presidente della Repubblica. Segno che la rivalità non è finita con le elezioni di 10 mesi fa, e che Hollande non è molto sereno. E infatti quella che si chiude è stata la settimana di Sarkozy: forse torna in politica, o forse accetta il mezzo miliardo di euro offerto dal Qatar per aprire un fondo di investimento. In ogni caso, il presidente in carica non è mai stato così impopolare (appena il 30% di gradimento nell’ultimo sondaggio), e lo sconfitto ritirato a vita privata mai così corteggiato e invocato.
Le voci su Sarkozy pronto a dedicarsi a un fondo di private equity (investimenti in società non quotate in Borsa) vengono rilanciate da mesi, da quando l’ex presidente è entrato nel giro delle conferenze strapagate, da Singapore a New York, seguendo l’esempio di molti altri ex capi di Stato come Bill Clinton o José María Aznar.
A gennaio, in pieno caso Depardieu, si disse che anche Sarkozy era pronto a lasciare la Francia per Londra, dove avrebbe creato un fondo a suo nome con un investimento iniziale di un miliardo di euro. Il suo entourage smentì subito, in particolare il dettaglio — davvero imbarazzante per il «piccolo Napoleone» — dell’espatrio in Inghilterra. Stavolta, secondo il Financial Times, il fondo sovrano del Qatar e altri investitori hanno offerto un totale di 500 milioni perché Sarkozy accetti un ruolo non esecutivo, ma di autorevole consulenza, nella nascita a Parigi di un nuovo fondo per investimenti nei mercati emergenti, per esempio Brasile o Marocco. I consiglieri confermano che la proposta è reale, e che l’ex presidente non ha ancora detto no.
Nei suoi uffici al 77 di rue Miromesnil, tra i ritratti di se stesso e della moglie Carla Bruni nello stile optical di Vasarely, Nicolas Sarkozy riflette sull’opportunità di stringere ancora di più la sua amicizia con l’emiro Khalifa al-Thani (proprietario di molte cose tra cui il Paris Saint-Germain di Ibrahimovic e Beckham) ed entrare in affari, mettendo a frutto la rete di relazioni ad alto livello della sua vita precedente. Altri lo hanno fatto prima di lui, per esempio l’ex premier britannico Tony Blair, advisor con Bill Clinton del fondo Teneo Capital. Ma se dovesse accettare l’offerta del Qatar, Sarkozy non potrebbe tornare indietro, e completerebbe la sua definitiva trasformazione da politico in businessman dopo gli applausi ricevuti settimane fa alla sede della Morgan Stanley di New York.
Quindi, tutto lascia pensare che Sarkozy dirà no agli amici del Qatar. Nella non-intervista al settimanale di destra Valeurs Actuelles (smentita nella forma ma non nei contenuti), l’ex presidente mostra di ragionare ancora da politico: «Il problema è che Hollande ha distrutto tutto quel che ero riuscito a costruire con Angela Merkel, niente è più possibile tra Francia e Germania». E ancora: «Andiamo incontro ad avvenimenti gravi, prima di tutto sul piano economico. Le auto non si vendono più, gli appartamenti neanche. Non si crea più un posto di lavoro. Poi avremo una crisi sociale, e una crisi finanziaria di una violenza rara. Per finire, avremo dei problemi politici».
Ovvero, tutto è pronto per il ritorno di Sarkozy da salvatore della patria. La Francia è in crisi, Hollande in difficoltà, l’Ump a pezzi dopo la guerra tra Copé e Fillon, Marine Le Pen già sicura di impadronirsi della destra e arrivare al secondo turno delle prossime presidenziali, nel lontano 2017, se non succede qualcosa. «Non ne ho alcuna voglia — chiarisce il nuovo uomo della provvidenza —. Non lo farei per me, ma per la Francia».
Stefano Montefiori