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 2013  marzo 10 Domenica calendario

ROMA —

Rompete le righe. Così i fedelissimi di Fini hanno inteso la riunione di giovedì, quando il presidente della Camera ha assunto ogni responsabilità della disfatta di Futuro e libertà. E ora viene fuori di tutto. Si parla dei debiti, per esempio. Fli sperava di conquistare una pattuglia di parlamentari, di ottenere il finanziamento pubblico per ripianare il deficit dei mesi senza entrate. Invece, niente. Il Giornale ha scritto che il buco è di un milione, non ci sono conferme, ma la cifra non si allontana da quella. E, soprattutto, sta sulle spalle di Italo Bocchino, vicepresidente e legale rappresentante del partito. Così, si discute su come gli altri debbano o possano contribuire. Una forte speranza viene dalle cause civili intentate da esponenti di Fli sull’eredità di An, il partito che si è poi spaccato: Pdl, Fli, Destra... L’eredità ammonta circa a 75 milioni di liquidi, più immobili attorno ai 200 milioni. I giudici del tribunale di Roma da tempo sono chiamati a decidere come si debba fare la suddivisione.
Il vicepresidente Bocchino, da 17 anni in Parlamento, ora avrà il problema della riconversione. E lo stesso capita agli altri dirigenti di Fli. Come Roberto Menia, che fa politica da 33 anni ed è in Parlamento dal 1994. O come Flavia Perina, che ha diretto coraggiosamente il Secolo d’Italia dopo la separazione da Berlusconi. Adesso Perina è perfino accusata dalla collega di partito Chiara Moroni di aver portato via alcuni computer dal gruppo di Fli alla Camera. È all’estero, risponderà al ritorno. Nei giorni scorsi, invece, dalla sede di via Poli un dipendente aveva fatto sparire una forma di parmigiano acquistata presso un’azienda terremotata dell’Emilia.
Fli non è ufficialmente sciolto. Ma tutti coloro che abbandonarono il Pdl e Berlusconi nel 2010 per seguire Fini guardano avanti per proprio conto. Dice Enzo Raisi, ex deputato bolognese: «Per anni siamo stati sotto ai "colonnelli" di Fini. Ora che toccava a noi, andiamo tutti a casa». Solo che — continua Raisi — nella catastrofe qualcuno ha avuto più responsabilità e altri meno: «Il chiarimento vero non c’è stato». Secondo Raisi dovrà nascere un nuovo centrodestra. Ma c’è un problema: «Manca un Renzi di destra. Fini e Berlusconi non hanno permesso che emergesse».
A. Gar.