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 2013  marzo 08 Venerdì calendario

NUTELLA QUEL DOLCE SCANDALO DEI FURTI NEL CAMPUS

DAL NOSTRO INVIATO
NEW YORK
Nell’ultimo scandalo che scuote la Columbia c’è dentro un po’ di John Belushi e un po’ di Nanni Moretti. È una storia che sta tra Animal House, che alla fine degli Anni Settanta terremotò le mense dei college Usa con la “battaglia del cibo” e il film cult Bianca, che ha scolpito nel nostro immaginario il barattolone di Nutella come simbolo del desiderio più dolce e consolatorio. C’è una vena quasi comica (ma non troppo) nella polemica che anima una delle università più prestigiose del mondo: un’impennata, degna di statistiche più serie sul crimine, dei furti della crema di cacao italiana. Prelevata con mille trucchi dalla mensa, con conseguente consumo record (e non previsto) in grado di svuotare i magazzini e le casse.
«Abbiamo iniziato a servirla tutti i giorni, ma i ragazzi la mangiano in quantità industriali, la rubano: la mettono nella tazze del caffè, nei barattoli e poi se la portano nei dormitori per uno spuntino notturno», dice uno dei responsabili della mensa. Tutto inizia con un post su Facebook di Peter Bailinson un membro del Consiglio degli studenti del primo anno. Messaggio, dice, male interpretato: «Ho invitato tutti noi a ragionare sugli sprechi, a non prendere più di quanto abbiamo bisogno. A pensare che se continuiamo così non avremo più cibi buoni come la Nutella». Ma la macchina digitale non si può fermare, i commenti arrivano a centinaia, poi ne scrive il giornale dell’Università,
lo
Spectator,
e infine la notizia finisce sulle pagine del
New York Times
per il definitivo sdoganamento da curiosità a questione importante. O quasi. Le cifre lo sono senza dubbio: 45 chili di Nutella consumati al giorno, quasi cinquemila dollari a settimana che porterebbero il costo annuo — se la progressione non si fermasse — a quota 250mila.
Ed i costi sono senza dubbio l’aspetto serio: «Già dobbiamo spendere 50mila dollari all’anno per far fronte ai furti di coltelli, forchette e altri oggetti dalle mense. Ci mancava il boom dei furti della Nutella». Il tutto dentro un sistema (sempre più in difficoltà con la crisi) che chiede ai ragazzi parecchi soldi per poter studiare e dove la retta per il solo cibo arriva a quasi tremila dollari a semestre: «Così molti si sentono autorizzati a rubare il cibo e poi a buttarlo via», scrive lo
Spectator.
Bolla mediatica ed economica, che esplodendo sui social network scatena la fantasia. Tanto che oggi la versione on line dell’articolo del
New York Timesè
la più “scambiata” tra i ragazzi della Columbia. «Le tasse sono alte? Non l’avevo mai sentita questa», scrive Sharp. E ancora: «Ma come fanno a spendere tutti questi soldi: dove vanno
a fare la spesa?». Ma non tutti scherzano: «Non avete ancora fatto niente per la società, che già rubate», scrivono gli studenti degli altri college (notoriamente non teneri con la Columbia).
Impossibile fermare «la tempesta in un barattolo di Nutella», come ormai viene definita. Tempesta perfetta come suggella, a volerla chiudere, Bailinson: «Questo caso unisce tre cose che
alla Columbia sono molto amate: lamentarsi della mensa, criticare su come l’amministrazione lavora e, ovviamente, la Nutella ». Che poi alla fine è l’unica che mette tutti d’accordo: «Io la mangio tutto il giorno, è perfetta e contro lo stress degli esami», dice uno studente. E una sua amica commenta: «Quando si parla di Nutella la gente diventa pazza. Io divento pazza».