Alessandra Baduel, la Repubblica 8/3/2013, 8 marzo 2013
LEGNI PREGIATI E AVORIO “SERVE UN PASSAPORTO PER GLI STRUMENTI MUSICALI”
C’È un modo per salvare, con un solo gesto, l’arte e la natura. O perlomeno una loro parte, composta dagli strumenti musicali e dagli alberi e animali che servono a crearli. La soluzione è quella di dare un passaporto a viole, violini, chitarre, contrabbassi, clavicembali, ogni genere di strumento composto in legni pregiati o con cassa armonica o inserti in guscio di tartaruga, o in avorio. La proposta, elaborata dagli Stati Uniti, verrà votata oggi alla riunione della Convenzione sul commercio internazionale di specie a rischio (Cites) dai 178 Paesi aderenti, riuniti a Bangkok per la salvezza delle 35mila specie attualmente protette. E mentre altri provvedimenti, come quello per la tutela dell’orso polare, non sono passati, il passaporto per chitarre ha buone possibilità, anche perché tutela non solo l’ebano o il legno di pernambuco, ma anche strumenti antichi spesso esportati illegalmente, oltre a risparmiare problemi doganali ai
musicisti in viaggio, che al momento affrontano controlli diversi per ogni Paese che visitano, magari durante una tournée.
Il direttore del Fish and Wildlife Service statunitense, Dan Ashe, ha spiegato all’Associated
Press
che l’idea è nata dai due sequestri subiti dalla fabbrica di chitarre Gibson negli Stati Uniti: nel 2009 fu trovato legno importato illegalmente dal Madagascar, nel 2011 fu intercettato un carico di ebano fuorilegge arrivato dall’India. Pessima notizia e grande risalto, per una chitarra usata da
miti della musica come Eric Clapton o B.B. King, con il risultato di centinaia di richieste al servizio diretto da Ashe da parte di grandi e piccoli musicisti statunitensi
che chiedevano come fare a sapere se, viaggiando con il proprio strumento, avrebbero rischiato un sequestro. In cima alle preoccupazioni c’è quella degli archetti
per violino, che sono spesso in legno di pernambuco e possono arrivare
a costare centinaia di migliaia di dollari. Avere un passaporto li salverebbe. E significherebbe anche
poter garantire, in caso di strumenti antichi, che il materiale di specie ora a rischio risale a epoche in cui ebano, elefanti e tartarughe non erano in pericolo. Quanto al futuro, la strada la indica
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Anna Lucia Maramotti Politi, presidente dell’Associazione liutaria italiana: «Noi abbiamo appena iniziato uno studio per trovare nuovi materiali con risultati meccanici altrettanto positivi sulla qualità del timbro musicale: vogliamo arrivare a smettere del tutto di usare
prodotti di specie a rischio».