Beda Romano, il Sole 24 Ore 7/3/2013, 7 marzo 2013
MICROSOFT, SANZIONE RECORD DALLA UE
BRUXELLES. Dal nostro corrispondente
La Commissione ha annunciato ieri di aver comminato una nuova multa ai danni di Microsoft. La società informatica americana - a cui si rimprovera di non avere garantito una offerta sufficientemente varia di motori di ricerca su Internet ai propri clienti - dovrà pagare una ammenda di 561 milioni di euro. La decisione è un avvertimento ad altri gruppi americani che nel settore informatico sono oggetto di indagini da parte delle autorità comunitarie.
Il gigante americano è stato accusato di avere violato l’impegno del 2009 a offrire ai suoi clienti una serie di possibilità per navigare su Internet, e non solo il suo programma Internet Explorer. Un’indagine della Commissione ha evidenziato che la società americana nel vendere Windows 7 tra il maggio 2011 e il luglio 2012 ha mancato ai suoi obblighi in questo campo. Secondo il commissario alla Concorrenza Joaquín Almunia, circa 15 milioni di clienti sono stati penalizzati.
È la prima volta che la Commissione opta per una multa nei confronti di una società che ha violato un impegno preso con le autorità comunitarie. L’ammenda è elevata, ma i servizi guidati da Almunia avrebbero potuto decidere per una multa ancor più elevata, fino al 10% del fatturato di Microsoft (pari a 73,7 miliardi di dollari nel 2012). «Se le aziende accettano di offrire impegni che diventano legalmente vincolanti devono rispettare gli impegni o affrontare le conseguenze», ha detto Almunia.
«Spero che questa decisione - ha aggiunto il commissario - indurrà le aziende a pensarci due volte prima di violare intenzionalmente i loro obblighi o eludere i loro doveri». In un comunicato, Microsoft si è scusata, assumendosi la piena responsabilità della vicenda: «Abbiamo offerto alla Commissione un’analisi vera e completa della situazione, e ci siamo adoperati per rafforzare il nostro sviluppo di programmi informatici (…) per evitare errori simili in futuro».
La Commissione ha ammesso che alla vicenda ha contribuito in parte lo stesso esecutivo comunitario, omettendo di chiedere il controllo di una società esterna e dando invece a Microsoft la piena responsabilità nell’attuazione dell’accordo raggiunto quattro anni fa. «Nel 2009, eravamo ancora più ingenui di oggi», ha detto ieri Almunia durante una conferenza stampa, riferendosi a una situazione in cui curiosamente il controllo è stato demandato al controllato.
La multa annunciata qui a Bruxelles porta il totale delle ammende europee ai danni di Microsoft a 2,2 miliardi di euro. La società americana è quella al mondo che più è stata punita dalle autorità comunitarie in questi anni. In un gesto di ammissione dell’errore compiuto dal gruppo americano, nel 2012 il consiglio di amministrazione della società di Redmond, nello stato di Washington, ha addirittura ridotto il bonus del suo presidente Steven Ballmer.
Inevitabilmente, la decisione annunciata da Almunia non lascerà indifferenti altre società internazionali, a cominciare da Google, oggetto di una indagine comunitaria per il modo in cui vengono elencati i risultati di una ricerca su Internet. Secondo i dati della società di consulenza StatCounter, la quota di mercato del motore di ricerca Internet Explorer si è ridotta di metà dal 2008, e oscilla oggi intorno al 24%; Chrome di Google ha il 35% del mercato, Mozilla il 29%.