Massimo Vincenzi, la Repubblica 7/3/2013, 7 marzo 2013
NO LINEA, NO PARTY
E ora lo sposo e la sposa possono baciare il video. A meno che non cada la connessione Internet. I matrimoni per procura, che sono sempre esistiti dai tempi di Luigi XVI e Maria Antonietta, sono il nuovo fenomeno sociale intercettato dal New York Times. Come spesso accade nella nostra era tecnologica non cambia il significato, ma solo il mezzo. A far salire le statistiche gli immigrati: lui vive in Bangladesh, lei nella Grande Mela. Il fidanzamento corre sull’incerto filo digitale: email, Facebook e (finalmente) Skype che regala agli amanti l’agognata possibilità di guardarsi in faccia e di parlarsi direttamente. Ci si sposa così, a distanza, e anche se gli applausi degli invitati alla cerimonia arrivano leggermente in ritardo dall’altra parte del mondo poco importa: sorrisi e fiori per tutti. O quasi. Con questo sistema infatti possono aumentare le truffe per aggirare le leggi sull’immigrazione, tanto che i matrimoni per procura sono ufficialmente legali solo in pochissimi Stati americani. Ma ai freschi “sposi.com” di New York non sembra interessare molto e pregano solo che riparta al più presto il collegamento: no linea, no party.