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 2013  marzo 07 Giovedì calendario

FAZ SALVA FRANKFURTERRUNDSCHAU


La FrankfurterRundschau, fallita a novembre, è stata salvata in extremis. Una notizia, in fondo, trascurabile se non per gli affezionati, e pochi, lettori dello storico giornale (107 mila copie vendute, non abbastanza in Germania), vicino al partito socialdemocratico. Quel che potrebbe essere interessante è il modo del salvataggio. È stata la rivale, e molto più forte da sempre, Frankfurter Allgemeine (353 mila copie) a venire in soccorso e a rilevare la testata.
Una mossa intelligente: non conviene a nessuna azienda, giornalistica o no, agire sul mercato senza concorrenti. Ad esempio, a Torino, la Stampa anni fa avrebbe dovuto cercare di mantenere in vita a tutti i costi la Gazzetta del Popolo, uno dei più antichi quotidiani d’Italia, nato nel 1848, che in città vendeva appena 4 mila copie, e 80 mila in Piemonte, Liguria e qualche zona della Lombardia.
È un ricordo personale. Ai miei inizi, lavoravo nella cronaca della Gazzetta, pur senza parlare la lingua del posto (il francese non bastava, come mi resi conto) e, agendo come corsari, ogni giorno riuscivamo a mettere in difficoltà gli avversari. Poi cambiai maglia cittadina, come un calciatore che passasse dai granata del Torino ai bianconeri della Juve. Ma nessuno mi considerò un traditore. Il gioco era questo. Lavorare senza concorrenti induce prima o poi a rilassarsi.
In Germania, è stato necessario il sì dell’Ente per il controllo sui monopoli per portare a termine l’operazione: perché, si è spiegato, non c’erano alternative, non esistevano altri acquirenti. Anche questa una prova del sano pragmatismo teutonico. La Faz controlla già l’altro giornale cittadino, la Frankfurter Neue Presse. Un salvataggio che lascia sul tappeto molti problemi: come potrà un quotidiano molto impegnato a sinistra, da sempre, sopravvivere in una casa editrice conservatrice, anche se in Germania ciò non vuol dire che la Faz sia reazionaria? I lettori continueranno a fidarsi? I nuovi padroni assicurano che sarà garantita la libertà di espressione, che poi è vitale per la sopravvivenza. Si vedrà.
L’annuncio è stato dato in terreno neutro al Presseclub di Francoforte, anche questo un particolare da non sottovalutare. «È triste non poter salvare tutti i posti», ha dichiarato l’amministratore della Faz, Tobias Trevisan, «tra tipografia, amministrazione e redazione, in trecento andranno a spasso». Su 65 redattori soltanto 28 potranno continuare a lavorare per la Rundschau, nello stesso edificio dei rivali di ieri. I costi saranno molto ridotti rispetto al passato. I vecchi redattori si occuperanno soprattutto delle notizie regionali, mentre gli altri servizi saranno assicurati dall’agenzia di servizi Pressedienst Frankfurt, e da collaboratori ben scelti. Sarà questa la formula del futuro anche per altri quotidiani? E anche le agenzie dovranno andare oltre le semplici notizie per fornire articoli sviluppati, inchieste, interviste, pronti per la stampa.
Altrove, l’unione tra fogli di sinistra e conservatori funziona. La DuMont a Colonia edita la Kölner Stadt-Anzeiger, e da un anno anche la Kölnische Rundschau, che riesce a preservare la propria indipendenza. La Nürnberger Nachrichten e la Nürnberger Zeitung appartengono allo stesso editore, Bruno Schnell. E lo stesso editore pubblica la liberale Stuttgarter Zeitung e la conservatrice Stuttgarter Nachrichten. Sarebbe mai possibile a Milano, Torino o Roma?