Ettore Bianchi, ItaliaOggi 7/3/2013, 7 marzo 2013
IKEA VUOL RADDOPPIARE LA TAGLIA
Sentir dire che un colosso come Ikea «è ancora molto piccolo» e che «i bisogni dei clienti sono immensi» fa un certo effetto. Eppure a sostenerlo, in un’intervista a un quotidiano francese, è il presidente e amministratore delegato Mikael Ohlsson, che rilancia gli obiettivi di crescita del gruppo svedese da 150 mila dipendenti, con un fatturato pari a 27,6 miliardi di euro nel 2012 e un utile netto di 3,2 mld.
Ohlsson ribadisce il traguardo del raddoppio delle vendite entro il 2020 a quota 45-50 miliardi, realizzando un incremento annuo di dieci punti percentuali. Il timoniere di Ikea sostiene che a livello mondiale la classe media è destinata a raddoppiare nei prossimi anni: saranno 3 miliardi di persone sempre nel 2020. Essa avrà bisogno di un alloggio migliore e di un arredamento diverso. Ikea, finora, ha sempre raddoppiato la propria dimensione ogni otto-dodici anni. Perciò saranno investiti 15 miliardi per l’apertura di 20-25 nuovi punti vendita ogni anno. Ciò, insieme all’incremento di fatturato degli attuali 298 negozi, permetterà di raggiungere l’obiettivo dei 50 miliardi di euro.
Per le nuove aperture saranno privilegiate le città in cui Ikea è già presente, così da non avere troppa ressa nei magazzini. Poi sarà la volta di altri centri e si accelererà il ritmo anche in Cina, con tre magazzini all’anno. Quindi sarà la volta di ulteriori mercati: Croazia, Serbia, Corea del Sud. Ohlsson spera inoltre di avere l’autorizzazione di entrare in India, dove Ikea produce da un quarto di secolo. I permessi vengono concessi dopo parecchio tempo: dirigenti politici e municipalità locali, afferma l’a.d., dovrebbero essere più attivi nelle decisioni, favorendo le infrastrutture intorno ai negozi. È un modo per creare lavoro e crescita.
Per quanto riguarda lo sviluppo del giro d’affari nei magazzini esistenti, Ikea dovrà far sì che essi rimangano attraenti. Ohlsson sottolinea che non si è mai speso tanto come ora per rinnovarli: quest’anno sono pronti 400 milioni per 80 punti vendita, 15 dei quali saranno ampliati. I clienti sanno che troveranno sempre qualcosa di nuovo: il 20% dei 10 mila articoli di Ikea viene rinnovato ogni anno. Inoltre, per chi accetta di pagare un po’ di più, la società propone servizi aggiuntivi come la consegna e il montaggio, che permettono di conquistare altri clienti.
Sul versante della diversificazione, Ohlsson precisa che Ikea non può vendere tutto. Però da qualche giorno vengono commercializzate soluzioni per la tv e gli impianti hi-fi, oltre a lampade Led per ridurre il consumo energetico e a sistemi di stoccaggio per evitare lo spreco degli alimenti. In programma vi sono anche sistemi per conseguire il risparmio di acqua ed elettricità.
Ikea si è mantenuta sempre prudente sull’e-commerce: questo perché, argomenta l’a.d., la gente vuole vedere e toccare i mobili prima di comprarli. L’offerta online sarà costruita gradualmente e disponibile in dieci paesi, ma non tutto sarà venduto via internet: meglio che i clienti vengano in negozio, dove i prezzi rimarranno sempre più bassi.
Infine, sui rapporti con il fondatore Ingvar Kamprad, che in molti descrivono freddi o addirittura conflittuali, Ohlsson si limita a dire che l’imprenditore ottantasettenne continua a partecipare alle riunioni del gruppo: egli dice quello che pensa, ma le decisioni vengono prese dal consiglio, di cui Kamprad è membro senior, in funzione dei valori Ikea. L’a.d. aggiunge che l’azienda non cambierà una volta che Kamprad dovesse uscire di scena, perché la forza del colosso dell’arredamento è rappresentata dalla sua cultura e dai suoi valori. Ohlsson ritiene che il fondatore rimarrà ancora a lungo presente e sarà un’utile fonte di ispirazione.