Massimo Galli, ItaliaOggi 5/3/2013, 5 marzo 2013
GERMANIA RIFUGIO DI DISOCCUPATI
La Germania sta diventando sempre più il rifugio dei disoccupati del Sud Europa. Arrivano dalla Spagna, dalla Grecia, dall’Italia, dal Portogallo. Sono in gran parte giovani diplomati e laureati, qualcuno con esperienze professionali alle spalle. Hanno perso il lavoro in patria e hanno deciso di buttarsi in una nuova avventura per costruirsi un futuro.
Il paese di Goethe è da tempo la locomotiva d’Europa, trainata dalla capitale economico-finanziaria Francoforte. Qui le aziende continuano a investire, a produrre e, quindi, ad assumere personale. Gli ultimi dati hanno evidenziato una situazione ottimale del mercato del lavoro nazionale, con una disoccupazione limitata al 6,9%. Nonostante nell’ultimo trimestre del 2012 il pil abbia subìto un rallentamento pari allo 0,6%, l’intero anno si è chiuso in progresso dello 0,7%.
Un altro elemento gioca a favore degli immigrati: l’invecchiamento della popolazione tedesca. C’è carenza di manodopera, soprattutto lavoratori qualificati da impiegare nelle fabbriche, nei laboratori di ricerca, negli ospedali. Gli esperti hanno calcolato che ogni anno servirebbero almeno 400 mila nuovi arrivati per far funzionare il sistema a pieno ritmo.
L’Europa meridionale, attraversata da una profonda crisi, rimane il bacino ideale. L’anno scorso, tra gennaio e settembre, sono affluiti in Germania 26.382 greci, 32.633 italiani, 27.056 spagnoli e 9.914 portoghesi. La regione di Francoforte, in cerca di talenti, ha siglato un accordo con l’area territoriale di Madrid: sono previsti corsi di lingua tedesca finalizzati ai contenuti economici, oltre che l’accoglienza di apprendisti spagnoli nelle aziende tedesche. È stato attivato un sito internet per aiutare gli emigrati a districarsi nelle formalità amministrative e nella ricerca di un alloggio.
Non bisogna credere, tuttavia, che sia tutto rose e fiori. Le storie non sono sempre a lieto fine. C’è chi arriva in Germania senza soldi, senza contratto, senza qualifica e senza conoscenti sul posto. Così vi sono greci che si rivolgono disperati ai responsabili della comunità greca ortodossa di Francoforte: chiedono consigli, a volte un luogo dove dormire.
Non si nega una mano a nessuno, ma, come spiega Athenagoras Ziliaskopoulos, a capo della chiesa locale, in molti si fanno idee strane, pensando che basti fermare qualcuno per strada per trovare un’occupazione. Il suo consiglio, rivolto alle persone prive di preparazione, è di prendere la via del ritorno: in questo caso egli stesso, grazie all’aiuto della comunità, paga il biglietto aereo o dell’autobus. Soltanto i diplomati, con una mentalità flessibile e che parlano più lingue, hanno buone possibilità di successo.
È il caso di una ventina di giovani iberici, assunti da Invenio, un’azienda di 580 dipendenti che si occupa di selezionare gli ingegneri per i gruppi industriali. La società, in piena espansione, ha reclutato gli spagnoli. Il proprietario dell’azienda, Kai Wissler, li definisce molto motivati e in grado di portare un punto di vista diverso, un altro modo di vedere le cose. Sono talenti che lasciano la loro terra d’origine. Ma, aggiunge Wissler, un giorno essi, se lo vorranno, potranno ritornare con l’esperienza accumulata in Germania piuttosto che essere rimasti per anni con le mani in mano.