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 2013  marzo 06 Mercoledì calendario

TOMBA, 25 ANNI FA CALGARY “QUELLE VITTORIE NEL DELIRIO”


Ieri il premio “Città di San Lazzaro”, dove risiede, alle porte di Bologna; nel weekend era stato a Sestola, tra la gente dell’Appennino, lui sul palco, dietro le immagini di Calgary venticinque anni dopo. C’era pure Giuliano Razzoli, altro campione olimpico. «Ha cominciato con l’oro, se l’è cercata... Ma a Campiglio era lì con i migliori, tornerà».
Tomba, quel che non è mai più tornato è il pettorale con l’1 di quel gigante d’oro.
«Rubato. A Bormio sparirono gli sci con cui vinsi la Coppa nel ‘95. Poi capirono che il cimelio era troppo famoso».
Si dice: tutto iniziò a Calgary. O forse finì, la spensieratezza.
«A 21 anni era un delirio, un sogno avveratosi molto presto. Per questo mi sono goduto di più Albertville, lì mi aspettavano».
Una carriera bruciata in dieci anni.
«Ho smesso giovane e stressato, avrei dovuto fare una pausa e poi tornare. Nel 2002 a Salt Lake City ad esempio».
Lo sci stava cambiando.
«Durante quelle Olimpiadi ero al Sestriere a provare i carving. Feci cinque discese, perfette. Ed avevo smesso da quattro anni».
Oggi Hirscher domina lo slalom: alla vigilia dello speciale dei Mondiali lascia Schladming e va a dormire dalla fidanzata. L’avesse fatto lei?
«Ai miei tempi era un delirio l’avere la fisioterapista donna. Avevo tutti gli occhi addosso, discoteca, ore piccole, donne. Una volta puoi farlo, la seconda sei fottuto».
E dire che la donna giusta non l’ha ancora trovata.
«O forse non mi sono fatto trovare. Mia mamma vorrebbe un Tombino, ma c’è da aspettare vent’anni… Con la Deborah fu un miniflirt».
Lei era un preda appetibile.
«No, ero come il secchione a scuola, antipatico. L’ho avvertito dopo la terza Olimpiade a medaglia. Troppe vittorie».
Perché Tomba è più cercato all’estero che in Italia?
«In Bulgaria c’è una pista col mio nome, mi vogliono in Turchia, Libano, nel nord Europa, in Corea. Qui vincevo, ma contava solo il trofeo lanciato».
Quali sono le sue passioni, oggi?
«Ho smesso quindici anni fa, potevo avere la stazza di Galeazzi. Invece faccio atletica e nuoto. Bode Miller è stato forte, ma per quanti anni? Il campione non è quello che vince, ma quello che rivince. Io l’ho fatto per dodici stagioni in fila. Ed ora continuo per gli sponsor».
Ghedina lavora nello staff di Kostelic. Perché non abbiamo visto Tomba al fianco di qualcuno?
«A me direbbero “perché non con un italiano?”. Ho accettato la proposta di Roda di lavorare per lo scouting FuturFisi».
Come sciano quelli di oggi?
«In slalom s’è passati da sci di 2.05 ad 1.55. Non vedi più lo stile, oggi guardi i pali e non capisci il tracciato. Una cosa è migliorata, la preparazione delle piste».
Venticinque anni fa interruppero Sanremo per lei.
«Non so quanti videro per la prima volta lo sci, grazie al fuso. La Fis non l’ha capito, le notturne sono una risorsa inestimabile. Invece continuano a far alzare gli atleti alle sei, che è ancora notte».
Tomba testimonial dei Mondiali di sci nordico. Dov’è l’errore?
«Spero che l’Italia torni ad organizzare un grande evento. In Norvegia hanno Svindal e organizzano, in Croazia hanno Kostelic e fanno lo slalom a Zagabria. A noi non manca nulla. È solo questione di voglia».