Nino Sunseri, Libero 5/3/2013, 5 marzo 2013
TELECOM PAGA 130 MILIONI PER VENDERE LA7 A CAIRO
Urbano Cairo acquista La7 per un milione. A dare l’annuncio Gad Lerner, con un messaggio Twitter al cellulare a mercati ancora aperti. I titoli impazziscono: Cairo Communication dopo un’accelerazione vicina al 3% ha chiuso in calo dello 0,4%. Ti Media (la scatola di Telecom che controllava la tv) è crollata del 6,4%. La Consob indaga.
Ma certo non è questo che preoccupa il patron del Torino. Commenta a caldo: «Ho preso una patata bollente». In verità ha fatto di tutto per raffreddarla e, per molti versi, c’è riuscito. Ha messo sul tavolo pochi spiccioli e si è fatto dare dal venditore una bella dote. Il taglio di debiti per 40 milioni e un aumento di capitale da 88 totalmente a carico di Telecom. Alla fine La 7 avrà un patrimonio di 138 milioni che consentirà alla nuova proprietà di affrontare i primi mesi di navigazione con un robusto salvagente. A gonfiarlo anche il taglio sul canone d’affitto della banda di trasmissione e un ricco, seppur non comunicato, irrobustimento del portafoglio di spot che il gruppo telefonico manderà in onda. Un materasso così robusto dovrebbe consentire di attraversare senza molti danni i due anni per i quali il compratore si è impegnato a mantenere la proprietà. Poi si vedrà.
Il nodo resta il personale: gli attuali dipendenti (circa 500) vanno dimezzati. Resteranno a Ti Media? È possibile visto che tiene il 51% di Mtv e i multiplex. In ogni caso la holding esce a pezzi dall’avventura: le perdite nel 2012 sono salite da 83 a 240 milioni e i ricavi, almeno per La7 sono scesi del 15,5 milioni. Il debito consolidato è arrivato a 224 milioni. Il capitale sarà svalutato e Telecom Italia dovrà mettere ancora mano al portafoglio senza nemmeno riuscire a chiudere definitivamente l’avventura televisiva, viste le frattaglie che restano.
Le star de La7 sono soddisfatte. Lerner in maniera incontenibile vista la fretta di diffondere la lieta novella. Mentana più misurato. Si limita a escludere che ci sia la sagoma del Cavaliere all’ombra di Cairo. Tuttavia è preoccupato: «Non è ricchissimo».
Il patron del Torino è riuscito nel suo scopo principale. Proteggere il ricco contratto per la raccolta pubblicitaria. Circa 170 milioni con una scaletta crescente di commissioni che ha finanziato anche lo sviluppo nella carta stampata. Gli spot su La 7 sono la nave ammiraglia cui agganciare le pagine sui giornali. Le alte diffusioni dei suoi periodici (complessivamente quasi 2 milioni alla settimana) hanno permesso, all’ex assistente del Cavaliere, la costruzione di un gruppo che ora tenta il gran salto.
La patata bollente potrà anche essere divisa. Nei giorni scorsi si era parlato di convergenze tra il fondo Clessidra, escluso all’ultima curva e Diego Della Valle cui non è stato consentito di schierarsi perché fuori tempo massimo. La confusione post-elettorale è molto favorevole per una emittente che ha fatto dell’informazione politica l’elemento distintivo. Nascerà Telesogno, come piacerebbe a Michele Santoro? Chissà. Il cuore batte sul portafoglio insegna la storia imprenditoriale di Cairo. Tanto meglio se le pulsazioni si incroceranno con quelle di Della Valle che ha aperto la caccia al Corriere della Sera. Come si conviene che sia all’alba della Terza Repubblica.