Roberto Condio, La Stampa 5/3/2013, 5 marzo 2013
CENTO ESONERI IN SETTE ANNI UN VIZIO ITALIANO
Non ci prendono più. Anche quest’anno saremo noi italiani i più bravi a silurare allenatori nell’Europa che conta. Un viziaccio. Purtroppo, l’unico primato continentale che ci resta quando si parla di calcio. La Serie A surclassa da tempo Liga, Bundesliga, Premier e Ligue 1. Lo farà anche in questa stagione: con l’esonero di Bergodi a Pescara siamo già arrivati a 12 cambi di panchina in 27 turni, 4 in più di quelli registrati in Spagna, il quadruplo rispetto a Inghilterra e Francia.
Zamparini e compagnia licenziante difficilmente riusciranno a migliorare nelle restanti 11 giornate il record storico di 19 benserviti fissato nello scorso campionato, ma intanto con le loro continue giravolte sono arrivati a una bella cifra tonda, impressionante: 100 allenatori destituiti in corsa dal 2006/2007 a oggi. Sei stagioni e due terzi nelle quali le altre quattro locomotive d’Europa hanno cambiato un numero decisamente inferiore di manovratori: 64 in Spagna, 55 in Germania, 40 in Inghilterra, appena 33 in Francia.
È dal 2004/2005, torneo del ritorno a 20 squadre, che i nostri club vanno puntualmente in doppia cifra. È una girandola infinita. «Progetti» che durano lo spazio di qualche settimana. Tecnici che, a differenza di quel che succede altrove, quando perdono il posto sono fuori gioco per il resto della stagione, a meno di essere richiamati dallo stesso inquieto padrone che li aveva «tagliati». Il più abituato all’esonero in corsa è Marco Giampaolo: 5 dal 2007 tra Cagliari, Siena, Catania e Cesena. Anche Serse Cosmi (3 subentri e 3 esoneri negli ultimi 4 campionati) è uno che se ne intende: «Questo viavai è segno di inciviltà sportiva, di mancanza di cultura. È una follia che fotografa bene l’attuale baraccone del calcio. Non si dice, però, che, in fondo, gli allenatori ci guadagnano. Il principio del “più lavoro per tutti” mi sta bene ma non nel mondo del pallone. In Italia, ormai, per un tecnico è diventato impossibile proporre qualcosa: non c’è più tempo, si deve provare ad avere tutto e subito. Altrimenti sei esonerato».
La legge, in effetti, è ormai uguale per tutti. Sui 30 club che hanno giocato la A nelle ultime 7 stagioni, 29 hanno provato almeno una volta a dare la famosa «scossa». La graduatoria dei mangiallenatori ha leader scontati: 13 cambi per il Palermo, 10 per il Cagliari e 6 per il Genoa. Hanno provato a svoltare in corso d’opera anche Inter e Roma (tre volte), Juve, Napoli e Fiorentina (due), Lazio (una). L’unico ad aver sempre resistito alla tentazione, fortissima all’inizio di questo campionato, è stato il Milan, che evita terremoti interni dal 2001/2002 (Ancelotti per Terim). «E i risultati gli danno ragione - commenta Cosmi -. Il segreto lo vedo in Galliani, che identifico nel club. Ho conosciuto molti dirigenti bravi a gestire i momenti facili ma nessuno come lui nel destreggiarsi nelle situazioni più complicate». L’ultima l’ha vissuta 4 mesi fa, con Allegri. L’ha difeso nel bel mezzo della bufera e Berlusconi lo ha tenuto. Non l’avesse fatto, oggi difficilmente avremmo un Milan di nuovo in zona-Champions. Ma gli esoneri in A sarebbero già 13.