Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  marzo 05 Martedì calendario

INDISPONIBILE A UN CAMBIO DI LINEA I TAGLI? COSTANO CERTE STAR EFFIMERE


Enrico Mentana invia un segnale preciso al suo nuovo editore. «Sono indisponibile a un cambio di linea, e così le altre firme del canale. Da Gruber a Lerner. Ma sono anche sereno. Cairo non toglierà ossigeno a chi porta ascolti a La7».
Da cosa ricava le sue certezze, di questi tempi, direttore?
«Certe cose, in Italia, non si sono mai viste. Tu non compri L’Espresso per portarlo a destra. Non acquisti un canale dalla così forte identità per poi mortificarla. La 7 questo è. Una televisione con una polarizzazione sulla realtà e sull’informazione libera ».
Ha parlato con Cairo?
«Quando ha ottenuto l’opzione per una trattativa in esclusiva. Lui ha chiesto notizie sul mio settore e sui progetti in cantiere. Mi sono trovato di fronte non certo un invasore, ma un interno. Un editore che già raccoglie la nostra pubblicità, che conosce i pregi e i difetti dell’offerta de La7, ed è deciso a rafforzarla».
Rafforzare La7 significa sfidare Mediaset e Berlusconi.
«Parlare di Cairo come di una creatura del Cavaliere è una cosa che non ha link con la realtà, né pezze di appoggio. Lui ha rotto con Berlusconi, che venti anni fa lo ha perfino licenziato dalla Mondadori. Cairo è uno dei pochi editori puri di questo Paese. Questa è la verità. È uno che fa i soldi con i giornali e la pubblicità. E al massimo li spende con il Torino. Dunque è nelle condizioni per tenere una linea autonoma».
Berlusconi così forte in politica è un problema per voi?
«Non sono tra quelli che dicono: tolto di mezzo il Cavaliere, si risolvono i problemi dell’Italia e dell’informazione. Berlusconi politico e il Pdl hanno tutto il diritto di esistere. E comunque la mano del leader del centrodestra non è mai arrivata fin qui».
Cairo taglierà i costi. È pronto a stringere la cinghia?
«Ho fatto dei programmi elettorali spendendo meno di 5 mila euro. Forse Cairo vorrà ridurre le spese di certe star effimere che si sono viste in giro qualche tempo fa. Il programma di Santoro potrà anche costare, ma è più che ripagato dagli spot».
La7 vedrà mai l’alba del pareggio di bilancio?
«Lo spazio industriale ed editoriale c’è tutto. La lunga crisi politica che si profila esalterà una rete come la nostra. E se i costi saranno tagliati, allora proporremo ottimi piatti editoriali solo fatti con ingredienti poveri. A volte sono i più gustosi. La vera incognita non va cercata in Cairo o in Berlusconi. Il problema, semmai, è nella flessione della raccolta pubblicitaria. Se crollasse ancora, sarebbe un bel guaio. Ma, mi creda, non solo per noi».