Chiara Bussi, il Sole 24 Ore 4/3/2013, 4 marzo 2013
CINQUE VINCOLI DELLA UE SUL FUTURO GOVERNO
Bruxelles ci guarda e ci indica il cammino. Esecutivo di minoranza o "governissimo", qualunque sia la soluzione politica che risulterà dalle consultazioni delle prossime settimane, esiste un percorso a tappe obbligato fatto di scadenze e vincoli europei che non possono essere ignorati. Dal Patto di Stabilità e di Crescita passando per il semestre europeo, fino al Six Pack e al Fiscal Compact e al Two Pack – che entrerà in vigore tra breve – la politica economica del nuovo governo dovrà tenere conto di cinque pilastri fondamentali e date prefissate per le verifiche dei suoi compiti a casa.
Il "caso Italia" e i timori legati a una nuova fiammata della crisi del debito saranno già sul tavolo dell’Eurogruppo di oggi e del Consiglio Ecofin di domani. E giovedì nel corso della riunione della Bce a Francoforte è probabile che torni d’attualità il dibattito sul possibile utilizzo dello scudo anti-spread, ritagliato su misura per Italia e Spagna, che però non hanno ancora chiesto la sua attivazione. Del nostro Paese si parlerà ancora al vertice Ue del 14 e 15 marzo, quando i leader saranno chiamati a valutare i progressi compiuti dai Ventisette nell’attuazione delle riforme indicate dalla Commissione Ue per ritrovare la via della crescita e adotteranno le raccomandazioni per gli Stati.
La prima scadenza
La fase operativa nei rapporti con Bruxelles scatterà però il mese prossimo. Una volta costituita, la nuova squadra dovrà subito cominciare una vera e propria lotta contro il tempo per consegnare entro il 30 aprile il primo compito assegnato: il Def (documento di economia e finanza) con le previsioni aggiornate sul 2013 e 2014, che inevitabilmente conterrà una revisione al ribasso delle stime di crescita rispetto alla riduzione dello 0,2% del Pil indicato a settembre, ben lontano dal più recente -1% stimato da Bruxelles. Insieme al Def il nuovo esecutivo dovrà inviare alla Commissione Ue anche il Programma nazionale di riforma con la strategia di politica economica che deve tenere conto proprio delle raccomandazioni del vertice Ue. Un primo vero banco di prova per dimostrare alla Commissione, agli altri partner Ue e ai mercati la volontà del nostro Paese di proseguire sulla strada delle riforme, come ha chiesto espressamente il presidente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy al premier uscente Mario Monti la settimana scorsa. Sarà proprio questo – spiegano da Bruxelles – il compito più arduo per la nuova compagine di governo. Anche perché sul fronte dei conti pubblici la cura del 2012 sembra aver portato i risultati sperati.
Ad aprile arriverà infatti il primo verdetto, con la probabile chiusura della procedura di infrazione per deficit eccessivo, prevista dal Patto di Stabilità, avviata nel 2009. Un destino che il nostro Paese ha condiviso con altri 19 Paesi su 27. Ad aprire la porta a una promozione è stato la settimana scorsa il Commissario Ue agli Affari economici Olli Rehn alla luce delle nuove stime di Bruxelles che vedono il deficit italiano al 2,9% del Pil nel 2012 e al 2,1% per quest’anno, dunque fuori dalla zona di allarme del 3% fissata dal patto di Stabilità Ue. Per la chiusura della procedura occorrerà però attendere il sigillo di Eurostat, l’ufficio statistico Ue, sui conti pubblici nel 2012. L’Italia appare anche in linea con l’altro pilastro portante dei vincoli europei, il Fiscal Compact entrato in vigore a gennaio, che fissa nero su bianco l’obiettivo del pareggio di bilancio strutturale e prevede sanzioni severe per chi non lo rispetta. Anche qui l’Italia, che quest’anno dovrebbe essere prossima al pareggio di bilancio strutturale – con un deficit dello 0,1% secondo Bruxelles – dovrebbe dormire sonni tranquilli.
Emergenza debito
Vietato però adagiarsi sugli allori, perché dopo la probabile cancellazione della procedura di infrazione comincerà una nuova partita e il focus si sposterà sul l’enorme montagna del debito pubblico, che veleggia ben oltre il 120% del Pil. L’Italia resterà sorvegliata speciale: in base alle regole del Six Pack dovrà infatti imboccare entro il 2015 un percorso virtuoso con la riduzione dello stock a un ritmo medio del 3,3% all’anno, ovvero un ventesimo del differenziale che separa il livello attuale dal target del 60 per cento. Qualcosa come 50 miliardi di euro in media all’anno. Roma potrà però ottenere degli "sconti" perché in passato è riuscita a far includere nelle regole europee alcune circostanze attenuanti, come l’andamento difficile dell’economia o il basso livello di indebitamento privato.
Intanto a maggio arriverà una nuova pagella con le Previsioni economiche di primavera, mentre tra fine maggio e inizio giugno la Commissione emetterà le raccomandazioni per gli Stati membri su Def e Programmi nazionali di riforma. Il 21 giugno i giudizi saranno al vaglio dei ministri delle Finanze che potranno suggerire modifiche e limature al testo del l’esecutivo Ue. Poi, una volta adottate formalmente dai leader Ue il 27 e 28 giugno, queste raccomandazioni diventeranno vincolanti e tutti i Paesi dovranno tenerne conto nelle rispettive Leggi di Stabilità. Su questo fronte il Two Pack, che entrerà in vigore tra breve, prevede una novità significativa. Entro il 15 ottobre la bozza delle manovra dovrà essere inviata a Bruxelles che proprio da quest’anno potrà effettuare un nuovo sistema di controllo ex ante sui conti pubblici nazionali. Non solo. La Commissione Ue potrà richiedere una modifica se scorgerà nel testo una «seria incompatibilità» con le regole del Patto di Stabilità o con le raccomandazioni del semestre europeo.
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Gli appuntamenti del 2013
Eurogruppo ed Ecofin
Il caso-Italia sarà al centro della riunione dell’Eurogruppo di oggi e dell’Ecofin di domani. I partner europei restano alla finestra in attesa di possibili sviluppi per conoscere quale sarà la strategia di politica economica del nuovo governo
Riunione della Bce
Mario Draghi (nella foto) presiede la riunione della Bce. Si torna a discutere di una possibile richiesta di aiuto dell’Italia
Vertice Ue
I leader valutano i progressi compiuti dagli Stati membri nell’attuazione delle riforme indicate dalla Commissione Ue e adottano raccomandazioni e orientamenti. I governi devono tenerne conto nei Programmi nazionali di riforma
L’invio del Def
È il termine previsto dal semestre europeo per l’invio del Def e dei programmi nazionali di riforma alla Commissione Ue (nella foto Olli Rehn)
Procedura sul deficit
La Commissione decide sulle procedure di deficit eccessivo. L’Italia con ogni probabilità uscirà dalla procedura perché il suo disavanzo è sceso nel 2012 sotto il 3% del Pil. Oggi 20 su 27 Paesi sono sotto procedura
Le pagelle
La Commissione Ue valuta i documenti inviati dagli Stati membri su Def e Programmi nazionali di riforma. L’esecutivo Ue pubblica anche le Previsioni economiche di primavera con il dettaglio sui singoli Paesi e sulla Ue
Le raccomandazioni
La Commissione Ue emette le raccomandazioni per gli Stati membri su Def e Programmi nazionali di riforma, come previsto dal semestre europeo. L’obiettivo è coordinare le politiche nazionali prima della formulazione delle manovre di bilancio
Consiglio Ecofin
La palla passerà ai ministri delle Finanze riuniti nel Consiglio Ecofin che discuteranno e approveranno le raccomandazioni. Sono possibili limature e precisazioni rispetto al testo dell’esecutivo di Bruxelles
Vertice Ue
I leader europei adottano le raccomandazioni della Commissione Ue che diventano vincolanti (nella foto Herman Van Rompuy)
La bozza del budget
Termine per l’invio della bozza della Legge di Stabilità a Bruxelles. A prevederlo è il Two Pack, che entrerà in vigore a breve e che istituisce un sistema di controllo ex ante da parte della Commissione Ue sui conti pubblici nazionali
Le previsioni
La Commissione Ue (nella foto il Presidente Barroso) pubblica le Previsioni economiche d’autunno con le stime macroeconomiche
L’agenda delle riforme
La Commissione Ue pubblica l’Annual Growth Survey, l’Analisi annuale sulla crescita con le priorità economiche per ritrovare la via della crescita e le ricette per aumentare la competitività dei Ventisette e ridurre la disoccupazione
Dal Patto di stabilità al Two pack l’architettura europea che garantisce la disciplina di bilancio
Parte preventiva
Il Consiglio, su raccomandazione della Commissione, può attivare la procedura di allarme preventivo con un avvertimento formale (early warning) allo Stato che rischia un disavanzo eccessivo. La Commissione può richiamare uno Stato membro al rispetto degli obblighi del Patto di Stabilità formulando apposite raccomandazioni di politica economica (early policy advice)
Parte dissuasiva
Quando il disavanzo spera la soglia del 3% scatta la procedura con l’indicazione del termine per il rientro. Se lo Stato non si adegua sono previste sanzioni
L’obbligo
In base alle regole del Semestre europeo entro il 30 aprile i governi Ue devono presentare a Bruxelles il Def, con l’aggiornamento delle stime macroeconomiche, insieme al Programma nazionale di riforma (Pnr) per dimostrare come intendono raggiungere una posizione di bilancio sana nel medio termine e tenuto conto dell’invecchiamento della popolazione
Il monitoraggio
La Commissione valuta questi programmi e il Consiglio Ecofin esprime raccomandazioni. Il monitoraggio è affidato alla Commissione
Procedura anti- debito
I Paesi che hanno un rapporto debito-Pil oltre il 60%, anche se hanno un deficit sotto il 3% rischiano una procedura di infrazione. A partire dalla chiusura della procedura di infrazione per deficit eccessivo l’Italia avrà tempo fino al 2015 per ridurre il debito al ritmo medio di 1/20 del differenziale tra il livello attuale e il target del 60%, quindi il 3,3% in media in tre anni
Le sanzioni
Sono previste sanzioni semi-automatiche per i Paesi che non seguono le raccomandazioni correttive, con il trasferimento dello 0,1% del Pil annuo in un deposito infruttifero
L’obiettivo
Fissa l’obiettivo di un deficit strutturale dello 0,5% del Pil (1% per i Paesi con un debito-Pil oltre il 60%). L’impegno deve essere inserito nella Costituzione. L’Italia si è già adeguata ad aprile dello scorso anno
Anche regioni ed enti locali dovranno concorrere al pareggio di bilancio: il debito sarà consentito solo per finanziare spese di investimento
Le sanzioni
La Corte di Giustizia Ue può imporre sanzioni finanziarie (pari allo 0,1% del Pil) se un Paese non attua correttamente le nuove regole
Controllo ex ante
Una volta entrato in vigore i Paesi dell’area euro dovranno anticipare l’invio del Def e del programma nazionale di riforma (Pnr) entro il 15 aprile
I governi devono presentare la bozza della Legge di Stabilità per l’anno successivo entro il 15 ottobre, insieme alle previsioni macroeconomiche su cui si basano
Il verdetto
La Commissione può richiedere modifiche se ritiene che il progetto di manovra mostri una seria incompatibilità con le regole del Patto di Stabilità o con le raccomandazioni del semestre europeo.