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 2013  marzo 04 Lunedì calendario

CASALEGGIO, IL GURU DI GRILLO CHE VUOLE RICREARE IL MONDO

Che i politici si lasciassero ispirare da santoni era fe­nomeno noto: dall’in­flusso di Rasputin sugli zar; a quello di La Pira su Fanfani; a Fa­gioli, lo psichiatra, che si intorta­va Bertinotti. Ma Gianroberto Casaleggio, guru del neo-politi­co Beppe Grillo, è di un altro pia­neta. È il primo visionario po­stmoderno che smanetta da dio, si è consacrato a internet e si ritie­ne precursore della rivoluzione politica in marcia, di cui il grille­sco M5S è un’anticipazione. Gianroberto è stato il creatore del blog di Grillo nel 2005 e l’arte­fice del grande successo di quel sito. Ha innescato dibattiti via web, convogliando opinioni ver­so obiettivi politici, tipo No Tav, la «decrescita felice», il telelavo­ro, il grillismo insomma, orien­tando gli umori con interventi suoi o di propri adepti (i cosiddet­ti influencers) e stroncando con durezza chi usciva dal solco trac­ciato. Comunque, tutto rigorosa­mente in Rete. Ed è questa la dif­fer­enza tra lui e i santoni suoi pre­decessori.
Anni fa, mi occupai di Massi­mo Fagioli, lo strizzacervelli ro­mano che si era impossessato della psiche di Fausto Bertinotti (allora presidente della Came­ra), sottoponendolo con i com­pagni di Rc a suggestive introspe­zioni collettive in un palazzo di Trastevere. Fagioli, in un silen­zio religioso in cui pareva aleg­giare lo spiritosanto, diceva cose tipo: «Stiamo cercando qualco­sa che è grande: realtà umana, identità, socialismo, libertà. Mai, prima d’ora, con sociali­smo e libertà erano state messe parole come rapporti interperso­nali ». Non ci si capiva un tubo, ma c’era qualcosa di familiare. Termini come socialismo e real­tà umana, avevano il sapore dei libri che avevamo letto. Umaniz­zare la politica era vasta cosa, ma ci poteva stare. Insomma, il prof. Fagioli appariva fuori di sé, ma direi in modo classico come altri veggenti della Storia, da Efimo­vic Rasputin, appunto, a Giorgio La Pira.
Il fumo che vende Casaleggio è invece così nuovo da spiazza­re. Già che usi il web - sul quale navighiamo un po’ tutti ma con circo­spezione - dà la vertigine. Raddoppiata però dai toni mistici di Gianroberto che inneggia alla Rete con accenti così profetici che ti verrebbe d’istin­to chiamare il 118. Questo scia­mano informatico considera la Rete spartiacque tra due civiltà: la preistoria dei libri e dei giorna­li «specie estinte» (infatti, un ve­ro grillino neanche sa dove sia­no di casa) e il domani «tutto Re­te, interconnessioni, intelligen­za collettiva».
Per capire Casaleggio, pe­schiamo nell’opera sua. Da uno scritto: «L’Uomo è Dio (le maiu­scole sono casaleggiesche, ndr ),
è ovunque e chiunque. Conosce ogni cosa: questo è il nuovo mon­do di Prometeus. Tutto ciò è ini­ziato­con la Rivoluzione dei Me­dia e con Internet alla fine del se­colo scorso». Come con Fagioli, non si capisce un piffero. In ag­giunta, però, ogni parola suona estranea: ovunque, chiunque, il titano, l’Uomo che è Dio. Ma di che parla?
Ed è ancora niente. In un vi­deo in inglese rintracciabile su YouTube e prodotto dall’azien­da del Nostro, la Casaleggio As­sociati, Gianroberto fa un vatici­nio così vaneggiante da auspica­re l’intervento di un esorcista. È il preannun­cio di un Nuo­vo Ordine Mondiale, detto «Gaia» (dal nome da­to alla Terra, «pianeta vi­vente », nella letteratura fantascienti­fic­a di cui Ca­saleggio è cultore): nel 2018 il Mondo sarà spaccato in due blocchi, Democrazia diretta e li­bero accesso a Internet a Ovest, dittatura con poco internet in Ci­na, Russia e MO; nel 2020 scop­pierà la Terza Guerra mondiale; durerà vent’anni e i simboli del­l’Occidente saranno distrutti (i nostri pregiudizi religiosi, uma­nistici, nazionali, ecc.); nel 2040 vincerà la Rete; nel 2047, tutti avremo una nostra identità su Google e nel 2054 ci sarà la prima elezione mondiale via web per un governo, Gaia, che ci darà (si presume) la felicità.
Ora che sappiamo l’essenzia­le sul cervello di Gianroberto, af­frontiamo ciò che ne resta, an­che se il personaggio è piuttosto segreto. Non gli piace, infatti, ri­spondere a domande e, per ali­mentare il mistero, comunica con videomessaggi sul Web.
Cinquantanovenne, milane­se, Casaleggio è perito informati­co (iscritto a Fisica, ha dato una manciata di esami prima di ri­nunciare), con lunga esperien­za di manager nel settore. Ha la­vorato nella Olivetti di Colanin­no, poi in joint venture con Tele­com, diventando ad di Webegg, azienda di marketing internet­tiano. Ottimo tecnico ma ammi­ni­stratore faraonico, ridusse i bi­lanci un colabrodo. Nei locali della società, fece costruire co­stose stanze a forma di uovo (l’egg della sigla aziendale) in cui riunirsi per percepire il futu­ro. Organizzava, inoltre, per di­pendenti, amici e parenti voli al seguito delle coppe europee di calcio. Per tacere, come si rac­conta, delle trasferte al Castello di Belgioioso (Pavia) per conve­nire attorno a una tavola roton­da, in omaggio a Re Artù di cui si sentiva emulo.
Il Gianroberto di oggi - chio­ma fluente e occhialoni alla John Lennon- è nato invece nel 2004, quando si mise in proprio con la Casaleggio Associati (strategie di Rete), casa madre in Via Moro­ni, accanto alla Scala. Un giorno, Grillo gli telefonò dopo avere let­to cose sue in Rete per fissare un incontro, avvenuto a Livorno do­po uno spettacolo del comico. Divennero inseparabili e Gian­roberto, considerato da alcuni massone (lui, però, nega) fu ri­battezzato «piccolo fratello» di Beppe. Casaleggio ha convertito l’attore alla Rete per la quale ave­va idiosincrasia, considerando­la la quintessenza di quella in­sensata accelerazione, tipo Alta velocità, che guasta siesta e pen­nichelle, sale della vita (prima della conversione, Grillo, duran­te le recite spaccava ritualmente un computer sul palco). Insie­me hanno preso tutte le successi­ve iniziative grilline: oltre al blog, i Vaffa Day (2007) e la fondazio­ne di Cinque Stelle (2009). C’è chi dice che Grillo sia plagiato e che dietro di lui ci sia sempre l’al­tro. Casaleggio, con una lettera al Corsera , ha spiegato di non es­sere «dietro» a Grillo ma al «suo fianco». Molti grillini, comun­que, lo detestano. Uno per tutti, Giovanni Favia, il consigliere re­gionale emiliano cacciato nel 2012 dal M5S, lo ha definito «spietato e vendicativo», un de­spota che mentre straparla di de­mocrazia, la calpesta all’interno del movimento.
In effetti, le contraddizioni di Casaleggio sono legione. Si va dai rapporti economici della sua azienda con le multinazionali Usa - JP Morgan, PepsiCo, Mar­riot, eccetera - che a parole de­nuncia come peggio del peggio, all’utilizzo del Frecciarossa Ro­ma- Milano (lo ha beccato Paolo Bracalini che ne ha scritto su que­sto giornale) quando invece si di­chiara nemico dell’Alta velocità.
Insomma, tira anche lui a cam­pare: santone sì, santo no.