Il Fatto Quotidiano 1/3/2013, 1 marzo 2013
IL DECALOGO DEL NEO-ELETTO PER NON FARE ERRORI
I gruppi parlamentari del Movimento 5 Stelle non dovranno associarsi con altri partiti o coalizioni o gruppi se non per votazioni su punti condivisi”. C’è una norma scritta nero su bianco e diffusa a novembre sul sito del Movimento alle origini del dialogo impossibile tra Beppe Grillo e Pier Luigi Bersani. Ancora prima delle Parlamentarie, le primarie online usate per selezionare i candidati alle elezioni politiche, sul sito beppegrillo.it era stata pubblicata una serie di punti destinata ai futuri eletti. Una decalogo con lo scopo di spiegare il comportamento da tenere una volta varcate le soglie dei palazzi romani e non fare passi falsi. Un codice, si legge sulla pagina online, ispirato ai principi di “trasparenza nei confronti dei cittadini attraverso una comunicazione puntuale sulle scelte politiche attuate con le votazioni in aula”.
SI VA DAL DIVIETO di alleanze e accordi con avversari politici, alle modalità per la formazione dei gruppi parlamentari: “Gli incarichi nelle commissioni o in altri incarichi istituzionali delle due camere verranno decisi a maggioranza da parte dei parlamentari riuniti di Camera e Senato”. I parlamentari a 5 stelle dovranno poi lavorare “per la massima attuazione del programma del Movimento attraverso proposte di legge e in ogni altra modalità possibile” e “mantenere una relazione con gli iscritti tramite il recepimento delle loro proposte durante l’arco della legislatura”. Le richieste di proposte di legge arrivate dal portale del Movimento 5 Stelle attraverso gli iscritti dovranno obbligatoriamente essere portate in aula se votate da almeno il 20% dei partecipanti. Una volta in aula le votazioni saranno decise a maggioranza dei parlamentari del Movimento. Per quanto riguarda la comunicazione, è prevista la “rotazione trimestrale del capogruppo e del portavoce delle due camere”.
I DEPUTATI e i senatori dovranno inoltre stare alla larga dagli studi dei talk-show televisivi, ed evitare di farsi chiamare “onorevole”. Il codice prevede anche la formazione di “due gruppi di comunicazione, uno per la Camera e uno per il Senato”, decisi e diretti da Beppe Grillo. Saranno questi organismi a gestire i fondi destinati all’attività di comunicazione parlamentare.
Le espulsioni, che tanto hanno agitato il Movimento 5 stelle negli scorsi mesi, non caleranno più dall’alto, ma dovranno essere proposte, discusse e nelle riunioni dei parlamentari e poi votate online da tutti gli iscritti. Il parlamentare eletto dovrà comunque dimettersi obbligatoriamente se condannato, anche solo in primo grado, nel caso di rinvio a giudizio sarà invece sua facoltà decidere se lasciare l’incarico. Lo stipendio dovrà essere di 5 mila euro lordi mensili. Il residuo dovrà essere restituito allo stato insieme all’assegno di solidarietà.
I PARLAMENTARI avranno comunque diritto a ogni altra voce di rimborso tra cui diaria a titolo di rimborso delle spese a Roma, rimborso delle spese per l’esercizio del mandato, benefit per le spese di trasporto e di viaggio, somma forfettaria annua per spese telefoniche e trattamento pensionistico con sistema di calcolo contributivo. Tutto rendicontato ogni mese con tanto di pezze di supporto.