Maria Silvia Sacchi, CorrierEconomia 03/03/2013, 3 marzo 2013
LUSSO. RENZO ROSSO AFFIDA AL FIGLIO STEFANO LE CHIAVI DEL GRUPPO
Renzo Rosso ha detto di voler costruire un gruppo alternativo ai grandi poli del lusso. E per farlo ha deciso di mettere in campo suo figlio Stefano.
Dopo aver acquistato il 60% di Marni, dopo aver cambiato il nome della holding da Only the brave in Otb, il gruppo veneto cambia adesso la governance. Il primo passo è la nomina di Stefano Rosso, 33 anni, ad amministratore delegato, carica nella quale va ad affiancare la storica collaboratrice del padre, Marina Tosin. Le deleghe vengono divise: a Tosin la pianificazione strategica e il controllo, la finanza e l’amministrazione, il legale, la comunicazione istituzionale; a Stefano Rosso il personale, l’internal audit (funzione che viene creata ex novo) e soprattutto il disegno della corporate governance con l’obiettivo di definire il nuovo assetto del gruppo. Renzo Rosso resta presidente. Le strategie di sviluppo ed eventuali acquisizioni resteranno naturalmente condivise.
Otb, dunque, non più come una derivata di Diesel, la società che ha dato origine dall’impero di Rosso. Ma un nuovo attore del mercato. Con la Borsa ancora (per il momento) lontana.
«Diciamo che nella nostra idea la Borsa può aspettare e che la famiglia vuole essere coinvolta ancora in maniera importante nello sviluppo del gruppo — dice Stefano Rosso —. Siamo un gruppo privato, abbiamo un imprenditore giovane come mio padre, stiamo bene a livello finanziario e vogliamo continuare a svilupparci». Il 2012 si è chiuso con ricavi a +10% e dovrebbero sfiorare gli 1,5 miliardi di euro.
L’acquisizione di Marni
Renzo Rosso, 57 anni, ha sei figli e da tempo i due primogeniti, Andrea e Stefano, sono al suo fianco. Andrea sul fronte creativo, Stefano su quello gestionale. Che il peso di Stefano stesse crescendo era stato chiaro quando, a dicembre, la Otb aveva annunciato l’acquisizione della maggioranza del capitale di Marni: a presentare un’acquisizione che rappresenta il primo pezzo della costruzione del nuovo polo di Renzo Rosso era stato, appunto, Stefano. Ed è sempre lui che, insieme al padre, di occupa dell’universo Red Circle, le società che rappresentano gli investimenti personali della famiglia, dalla quota in Yoox a quelli in H-Farm.
L’organizzazione
«Marni — dice oggi l’amministratore delegato — è l’emblema della strada che vogliamo seguire: creare un polo alternativo, al cui interno racchiudere brand e iniziative che possano rappresentare il pensiero (lui esattamente dice thinking, ndr) della famiglia e dell’imprenditore. In questa direzione stiamo valutando qual è il tipo di organizzazione migliore e abbiamo identificato in questa spaccatura delle deleghe un passaggio — anche naturale di un gruppo che, in termini organizzativi e di persone, è nato come una costola di Diesel — per portare una prospettiva diversa e una visione di lungo termine che sia anche slegata rispetto alla storia passata».
Questo non significa un ridimensionamento di Marina Tosin. «Assolutamente no — risponde Stefano Rosso —. Marina è più che mai presente, è il braccio destro di mio padre da sempre, ha fatto questa azienda con lui e continuerà a esserne una colonna portante. Ogni giorno lei e mio padre dicono che sono stanchi e vogliono andare in pensione, ma è solo per mettere pressione su me e mio fratello».
Per il momento non ci sono nuove acquisizioni in arrivo: «Ogni giorno ci vengono fatte delle proposte, alcune interessanti, ma adesso siamo concentrati sull’integrazione di Marni».
Se Stefano è l’uomo della gestione, Andrea è quello dello stile. Direttore creativo della linea 55Dsl, da un anno Andrea Rosso ha assunto la direzione artistica del segmento licenze di Diesel (dal profumo con L’Oreal, agli occhiali con Marcolin, agli orologi con Fossil e altre), ma è ancora prematuro anticipare se arriverà ad avere l’intera direzione creativa del principale marchio di Otb. «Andrea — dice Stefano — ha grandi qualità e una creatività molto vicina ai giovani, ma oggi non siamo in grado di dire se vogliamo che esista un unico direttore creativo... Attualmente nostro padre è molto presente e si affianca ai creativi».
I risultati
La nuova governance di Otb è ancora «in fase embrionale», ci vorranno dei mesi perché sia definita. È in corso di definizione il mandato a un consulente internazionale. «Vogliamo trovarci nelle condizioni di avere poche regole ma molto chiare e avere finalmente il tempo e il modo di verificare che le persone si comportino secondo ciò che è stato impostato. Significa dare maggior responsabilità al management che, però, sarà poi misurato sui risultati portati. Siamo un gruppo che è già grande ma che vuole crescere ancora».
I cambiamenti in atto riguardano Otb, non Diesel (amministratrice delegata Daniela Riccardi) «dove tutto resta uguale, per il momento non viene modificato l’assetto dei business». Nuovi manager, invece, sono arrivati (è stata per esempio creata una funzione legale di gruppo) e altri arriveranno, affiancandosi alla vecchia guardia.
Nessun riflesso, invece, sull’azionariato, «non ci sono modifiche e non le vedo neanche più avanti».
«Con l’acquisizione di Marni si è creata la presa di coscienza di essere diventati un gruppo e non più un’azienda con altri business adiacenti. Siamo in una fase di adolescenza in cui dobbiamo decidere cosa vogliamo essere da grandi».
Maria Silvia Sacchi