Marco Belpoliti, La Stampa 4/3/2013, 4 marzo 2013
FUMO MA NON FUMO
Oramai la sigaretta elettronica la si vede dappertutto. In treno attempati signori se la portano alla bocca ed esalano nuvolette biancastre negli scompartimenti dove il fumo sarebbe vietato; ragazzi davanti a una discoteca pippano con ardore la loro non-sigaretta; signore cinquantenni la estraggono dalla borsetta di Prada e fanno lunghi e voluttuoso tiri. Ma cosa avrà di così imperdibile questo nuovo gadget del fumo? Ce lo spiega un filosofo, Slavoj Zizek, che la eleva addirittura a sintomo dei nuovi codici sociali; le attribuisce il ruolo ambiguo di «zucchero senza zucchero».
In «Un anno sognato pericolosamente» (Ponte alle Grazie) spiega che si tratta di un apparecchio che simula il fumo del tabacco producendo un vapore che inalato dà la sensazione fisica, l’apparenza, e persino il gusto e il contenuto della nicotina, ma senza il suo odore e (si suppone) senza i rischi per la salute. Anche la loro forma, ci ricorda Zizek, è interessante: le e-sigarette (termine assai significativo) «si presentano come dispositivi cilindrici autonomi delle dimensioni di una penna a sfera». Già questa somiglianza con lo strumento della scrittura a mano è interessante; somigliano anche «alle sigarette o ai sigari veri»(sigarette con il bocchino, come usavano un tempo le signore, così che quando le utilizzano i maschi, fanno uno strano effetto). Secondo il filosofo sloveno questo prodotto sarebbe di difficile classificazione: «È una droga o un medicinale?». Alcune compagnie aeree l’hanno vietato perchè denoterebbe un comportamento di dipendenza, altre invece lo mettono in vendita nei loro voli.
Zizek sostiene che la nuova etica si focalizza sulla salute, il vero centro di gran parte delle pratiche attuali: «Il male è ciò che minaccia salute e benessere». Le osservazioni del filosofo sulla sigaretta elettronica sono solo un dettaglio di un ragionamento più ampio sulla società post-ideologica in cui viviamo; la desessualizzazione del sesso è, a suo dire, un altro esempio. In modo fulminante Zizek usa un neologismo formulato da Lacan: le lathouses: «Oggetti-gadget che catturano la libido con la promessa di provare un piacere smisurato, ma che in realtà riproducono la mancanza stessa di piacere». Una definizione davvero interessante. A proposito di cose che entrano in bocca, non funziona così anche il packaging del cibo-bio? Altra ossessione salutista con la sua promessa di vita-quasi-eterna.