Fabio Scuto, la Repubblica 4/3/2013, 4 marzo 2013
L’ASSALTO DELLE CAVALLETTE L’ULTIMA PIAGA DELL’EGITTO
Tre settimane prima della Pasqua ebraica, che ricorda la fuga degli ebrei dall’Egitto, una delle “piaghe” che allora convinsero il Faraone a lasciarli andare e liberarli dalla schiavitù si è abbattuta nuovamente sull’Egitto. In questi giorni una nube di circa 30 milioni di cavallette si è abbattuta nella zona di Giza, ha invaso la zona sud della capitale. Uno sciame ha attaccato ieri mattina al Cairo il popolare mercato di frutta e verdura di El-Obour, provocando la distruzione di centinaia di chili di ortaggi ammassati sui banchi. Qualche commerciante ha risposto prontamente incendiando i copertoni delle auto attorno al mercato, per creare una nebbia nera per respingere così l’invasione degli insetti, ma l’aria già densa di smog — il Cairo è certamente la capitale mondiale dell’inquinamento — si è fatta presto irrespirabile anche per gli umani. Altri sciami hanno attaccato New Cairo e Moqattam, due dei quartieri residenziali — vere e proprie mini città — sorti alle porte della capitale. La situazione è molto allarmante per quel che riguarda l’agricoltura. Nubi di insetti hanno già “razziato” la città di Zafrana sul Mar Rosso e poi Qena, nell’Alto Egitto dove i raccolti di un’intera valle sono andati perduti.
Questi milioni di locuste hanno iniziato a raccogliersi e moltiplicarsi in Sudan durante il mese di gennaio, poi l’enorme sciame ha iniziato a risalire la costa del Mar Rosso nel sud dell’Egitto. Adesso il pericolo è che la moltitudine di insetti voraci arrivi al Delta del Nilo — il cuore agricolo del Paese dei Faraoni — devastando i raccolti di grano quasi pronti per mietitura. La stessa “piaga” nel 2004 lasciò in ginocchio i fellahi egiziani, oltre il 38 per cento del raccolto venne divorato nel passaggio delle cavallette. La speranza adesso è legata ai forti venti dal nord, che spingano le cavallette verso le zone desertiche dell’Arabia Saudita; un’ondata del genere è una vera catastrofe: una tonnellata di insetti mangia in solo giorno la stessa quantità di alimenti che consumano 2.500 persone adulte.
In Egitto c’è chi maledice la rivoluzione per questa “piaga”, chi gli islamisti e chi come l’ex ministro dell’Agricoltura Salah Youssef l’affronta con fatalismo islamico: «È la volontà di Allah, dobbiamo accettarla e forse ce la meritiamo anche». Il governo respinge le accuse di negligenza, anche le Forze Armate egiziane sono coinvolte nell’emergenza, gli elicotteri militari sono impegnati nello spruzzare insetticidi sopra le zone agricole e quelle non residenziali. La Fao, a metà febbraio aveva lanciato l’allerta per gli sciami di locuste che si stavano dirigendo verso l’Egitto, ma il “warning” dell’Agenzia dell’Onu, designava l’evento come “una minaccia” e non come “un pericolo”.
Questo è il normale percorso di migrazione delle locuste in questo periodo dell’anno ma nessuno aveva previsto una tale quantità e il loro numero aumenterà fino a quando le condizioni climatiche restano favorevoli e non ci saranno piogge nella regione. L’Egitto è il più grande produttore africano di grano e la “piaga” delle locuste arriva in un momento già di emergenza per la grave crisi economica e l’instabilità politica dopo l’avvento degli islamisti al potere.