Gian Marco Chiocci e Simona Lorenzetti, il Giornale 1/3/2013, 1 marzo 2013
GLI ONOREVOLI NO TAV MARCIANO SU ROMA
S’allunga fino a Roma l’onda No Tav che sino a ieri non andava oltre le recinzioni in Val di Susa. Gli eletti a Cinque Stelle contro l’Alta velocità spaziano da regione a regione, e in gran numero occuperanno gli scranni di Camera e Senato. Marco Scibona, lo «svizzero», neo senatore originario di Bussoleno, dal 2010 referente all’Urbanistica, trasporti, infrastrutture e tematiche ambientali per il gruppo consiliare piemontese M5S, è il vero leader No Tav dei grillini che oggi auspica «ogni mezzo » per continuare la lotta ribadendo le critiche alla magistratura che ha indagato sui violenti di Chiomonte.
Non manca mai a un summit, un presidio a ridosso dei poliziotti schierati in assetto antisommossa. Organizza fiaccolate e si concede in lunghe telecronache telefoniche per siti e blog antagonisti. C’è sempre nella valle quando altri compagni scatenano l’inferno. Linka i filmati degli scontri sul web , video tesi a evidenziare non le sortite violente dei manifestanti quanto la reazione «cilena» della polizia nostrana. Difende le azioni contro le recinzioni a ridosso dei cantieri ( «Come tutte le volte che si è provato a far pressione sulle reti,c’è stata ovviamente una reazione da partedelle forze dell’ordine che sono lì a proteggere quelle reti. La nostra opposizione si basa sulle reti perché sono uno stupro al nostro territorio»).
L’incoronazione ufficiale è avvenuta a febbraio sul palco della Susa, polentata con Beppe a far da mattatore, presenti i fan del comitato No Tav capitanati da quell’Alberto Perino, grande amico di Grillo, che la recente informativa Digos descrive come il «Bové della Val di Susa (...), a giugno 2011 oggetto di perquisizione domiciliare per gli episodi di violenza a Chiomonte del 24.5.2011 ». Applausi da star per Scibona all’annuncio, in caso di elezione a Palazzo Madama, dell’immediata proposta di legge per«l’abrogazione della legge che ratifica l’accordo internazionale italofrancese sulla Torino Lione del gennaio del 2001». È sempre lui che poche ore fa ha chiamato a raccolta tutti e 163 i parlamentarieletti a cinque stelle a partecipare, il 23 marzo, alla mobilitazione in Val di Susa dove forse il popolo grillino violerà «istituzionalmente » i cantieri off limits .
Al Senato, seduto accanto, troveremo anche il 42enne video- operatore No Tav, Alberto Airola,l’autore del documentario «No Tav, Indiani di Valle», sugli attivisti in Susa, «grazie al quale –racconta il neo senatore - ho capito i motivi della lotta No Tav e il valore democratico che essa rappresenta». Passando dal Senato alla Camera in Piemonte spicca il nome della grillina No Tav, Laura Castelli, 26 anni, consulente fiscale di Collegno. Benedetta dal leader Alberto Perino che si è speso personalmente per lei, già candidata nel 2010 nella lista dei Verdi che appoggiava la candidata Mercedes Bresso, che nel suo programma aveva la realizzazione della Tav, ora è completamente schierata con il fronte antagonista del movimento.
Non ha saltato alcuna manifestazione, a cominciare da quella del 3 luglio del 2010: sei ore di guerriglia sui monti con oltre 200 agenti feriti. Lei c’era e non ne fa mistero, così come non fa mistero di essere stata in prima linea, nel febbraio del 2011 durante l’occupazione dell’autostrada Torino-Bardonecchia: lei stessa racconta in un blog quella lunga giornata di scontri con le forze dell’ordine. Al suo fianco il fidanzato falegname Marco Comisso che è sotto processo per gli scontri avvenuti a Coldimosso nel febbraio del 2010 durante i primi sondaggi per la realizzazione della Tav: contro di lui solo un’accusa per travisamento.
Alla Camera con Castelli ci sono anche altri due attivisti veri No Tav: Eleonora Bechis, 38 anni, mamma di due bambini, e Davide Crippa, novarese di 33 anni, ex pallanuotista. Proprio come Ivan Della Valle, candidato non eletto alle Regionali che va a Roma come quarto alla Camera, impiegato in Regione, anche lui per il no netto, categorico, alla linea ferroviaria «Torino- Lione». Altri No Tav convinti sono Vito Claudio Crimi («L’alta velocità non si farà, a meno che non facciano una deportazione della popolazione come ai bei tempi di Stalin») e il battagliero avvocato toscano Alfonso Bonafede, noto per la guerra contro il passante fiorentino della Tav. Bonafede approderà nella Capitale, ma al Senato, insieme con Maurizio Romani, medico che ha studiato gli impatti sanitari dei lavori Tav a Firenze.