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 2013  marzo 01 Venerdì calendario

«MUSSARI È UN UOMO DEL PARTITO» LE TELEFONATE INCASTRANO IL PD

Ecco la prova dell’asse Mus­sari- Pd. Fra le carte di un’in­chies­ta indirettamente collega­ta al Monte dei Paschi e concer­nente l’affidamento del risto­rante senese «Millevini» del­l’ente pubblico «Enoteca italia­na » a una società (la Montene­gro Srl) riconducibile al figlio del fantino Andrea «Aceto» De­gortes, esce il riscontro del pat­to d’acciaio tra il partito di Ber­sani e la banca rossa che più ros­sa non si può. E soprattutto escono comprovati i rapporti di un certo tipo fra l’ex presiden­te dell’istituto di credito Giusep­pe Mussari (molto amico di «Aceto jr») e l’ex sindaco Pd Franco Ceccuzzi, ricandidato a sindaco dal Pd nazionale come faccia «nuova» del partito nella città del Palio, costretto però a rinunciare alla corsa per un av­viso di garanzia relativo al crac del pastificio Amato, avviso ri­cevuto in tandem con l’onni­presente Mussari.
«ACCORDI SU TUTTO»
Stando a un’informativa dei ca­rabinieri di 27 pagine, riassunti­va di un bel po’ di intercettazio­ni disposte sull’utenza di Mus­sari tra il gennaio e l’aprile 2010, la coppia si confrontava «pressoché quotidianamente sui temi politici nazionali e loca­li e in particolare quindi sulle decisioni da assumere in seno alla banca» con tutto ciò che ne consegue a livello di ammini­strazione della città perenne­mente in mano alla sinistra. Il fa­scicolo aperto dal pm Natalini, già nel pool che indaga su An­tonveneta ha riguardato non so­lo l’affidamento della gestione del ristorante «Millevini» ma al­cune verifiche preliminari sul­la vendita di appartamenti da parte della «Valorizzazioni im­mobiliari », già controllata Mps, che con escamotage avreb­be garantito «garanzie prefe­renziali » a persone orbitanti in­torno al «gruppo politico im­prenditoriale » conosciuto, per l’appunto, come «gruppo della Birreria».
QUEI LEGAMI COL PD
Nell’inchiesta ci son finiti den­tro i figli di «Aceto», Antonio e Alberto Degortes, e avvisi di ga­ranzia sono piovuti all’indiriz­zo del presidente dell’Enoteca italiana, Claudio Galletti, al di­rettore Fabio Carlesi, e alla com­pagna di Antonio Degortes. L’ipotesi di reato è concor­so in «turbata libertà degli incanti» ri­spetto alle pre­sunte anoma­lie verificate­si nelle proce­dura di affi­d amento «non in evi­denza » e sen­za gara. A pagina 5 dell’informa­tiva dei carabinieri ecco uscire la bomba politica: «Le in­tercettazioni hanno messo in eviden­za come in quel periodo l’avvocato Giuseppe Mussari, espressione dell’anima diessina del Partito democratico, si confron­tasse pressoché quotidiana­mente su temi politici naziona­li e locali, e in particolare quin­di sulle decisioni da assumere in seno alla banca da egli presie­duta, con i conseguenti riverbe­ri sulle amministrazioni e im­prese ad esse collegate, con l’onorevole Franco Ceccuzzi (nelle note definito già deputa­to con l’Ulivo e col Pd, che a mag­gio 2012 ha annunciato le dimis­sioni legate principalmente alla crisi finanziaria che ha colpito Mps ) ».
ANIME DIVERSE NEL PARTITO
Le stesse intercettazioni- conti­nuano i carabinieri - avevano messo in luce «come gli argo­menti ca­rdinali delle conversa­zioni fra il presidente dalla Ban­ca Mps e l’onorevole del Partito democratico fossero il difficile equilibrio tra le due anime del partito, quella di loro riferimen­to e quella minori­taria di prove­nienza ciellina soprattutto in re­lazione alla candidatura a sin­daco di Siena proprio del Cec­cuzzi alle elezioni 2011».
L’ASSOCIAZIONE DEGLI AMICI
A forza di sentire telefonate i mi­litari dell’Arma annotano co­me «numerosissime appaiono le conversazioni tra Mussari, Ceccuzzi, Antonio Degortes, Mauro Rosati (membro del Cda di Antonveneta, ndr ) e An­drea Bellandi ( socio della Birre­ria in piazza del Campo, ritrovo di Mussari & Co, ndr ), personag­gi accomunati da forti interessi economici ed impegnati tra l’al­tro, insieme all’avvocato Rober­to Martini, nell’attività della ne­onata associazione culturale Per Siena» che nelle intenzioni dovrebbe essere apartitica e in­vece, per gli inquirenti, pro­muoveva l’ascesa di Ceccuzzi a sindaco di Siena.
LA CAMPAGNA ELETTORALE
Al telefono Mussari e Ceccuzzi intensificano gli sforzi. Parlano del «destino politico del sinda­co Pd uscente Maurizio Cenni e della candidatura di Ceccuzzi alla successione». Si sofferma­no sulle iniziative dei vari Bel­landi e Rosati e di altri personag­gi iscritti all’associazione «e l’onorevole pare interessato a raccogliere consensi trasversa­li per la propria candidatura an­che sostenendo le attività della compagine associativa». Tutto questo per concludere che «la presenza a Siena di un gruppo politico-economico facente ri­ferimento a Mussari » e al «grup­po della birreria» spingeva per la candidatura dell’onorevole Ceccuzzi, «cui seguivano discu­tibili nomine a seguito del suo successo elettorale».