Giornali vari, 18 febbraio 2013
Anno X – Quattrocentosessantatreesima settimanaDall’11 al 18 febbraio 2013Grillo Domenica scorsa, sul sito del Fatto, è apparsa per qualche ora una prima pagina così concepita
Anno X – Quattrocentosessantatreesima settimana
Dall’11 al 18 febbraio 2013
Grillo Domenica scorsa, sul sito del Fatto, è apparsa per qualche ora una prima pagina così concepita. Grosso titolo: «Dall’estero sondaggi choc: “Grillo al 42%”. La “conferma” di Bersani in un fuorionda: “Tutto vero ma non divulgateli”». Il giorno prima, a Torino - una città talmente fredda da non aver mai dato credito neanche alla Lega (Cota è governatore della Regione grazie ai voti delle province) - una folla strabocchevole di almeno 30 mila persone ha accolto il comico genovese in piazza Castello. Idem domenica a Genova e a Savona. E lo stesso sarà di sicuro a Roma, per la chiusura in piazza San Giovanni. I sondaggi riservati, che “Il Fatto” abbia esagerato oppure no, devono dire qualcosa che noi non sappiamo. La polemica dei partiti si va sempre più concentrando contro il Movimento 5 Stelle, a cui dedicano titoli sempre più grossi anche i quotidiani. Berlusconi, nell’appello su Ballarò domenica sera, ha invitato a non votare i piccoli e a evitare i grillini, in mezzo ai quali «si nascondono candidati dell’estrema sinistra, perfino gente dei centri sociali». Sul palco di un comizio democratico a Milano è riapparso Prodi, ufficialmente per sostenere il centro-sinistra: ma proprio a Prodi, a quanto si sa, Grillo avrebbe segretamente aperto per il Quirinale. Infine, c’è stato l’episodio dell’intervista a Sky, un colpo mediaticamente magistrale. Grillo ha promesso all’emittente di Murdoch la prima e unica intervista televisiva della sua campagna elettorale, da mandare in onda domenica sera. Ma, poche ore prima che si realizzasse, l’ha disdetta senza spiegazioni, con l’argomento implicito che la tv è roba morta, «in tv ci vanno gli altri, io me ne resto in mezzo alla gente». Bersani, Berlusconi, i montiani hanno subito spiegato che «Grillo ha paura di rispondere alle domande», un’argomentazione penosa se offerta da chi è maestro nel cambiar discorso davanti alle domande scomode. Il comico genovese, assediato a Savona dai cronisti, ha detto invece: «Questo Paese sta franando, la gente non ce la fa. In tanti mi chiedono aiuto come se avessi la bacchetta magica e queste cose mi danno delle pugnalate al cuore. Poi vedere questi politici in televisione, queste facce da culo che sono lì a darci soluzioni ai problemi che hanno creato loro. E allora noi dobbiamo dare un segnale. Non mi candido a governare il Paese, siete voi che non capite».
Arresti Dànno di sicuro una grande mano al Movimento 5 Stelle gli scandali che continuano a scoppiare a ripetizione. In un solo giorno, giovedì 14 febbraio, sono finiti in cella o ai domiciliari Gian Luca Baldassarri, Massimo Cellino, Alessandro Proto, Angelo Rizzoli (in ordine alfabetico). Baldassarri è stato l’uomo finanza del Monte dei Paschi di Siena, dotato di carta bianca nel periodo cruciale dello scandalo. I pm gli hanno sequestrato 20 milioni finiti all’estero attraverso la Galvani Fiduciaria e la Compagnia Fiduciaria Nazionale e rientrati poi in Italia grazie allo scudo di Tremonti. Massimo Cellino è il padrone del Cagliari Calcio e secondo l’accusa ha distratto soldi pubblici per impiegarli nella costruzione del nuovo stadio di Is Arenas (con lui sono finiti dentro il sindaco di Quartu, Mauro Contini, e l’assessore ai Lavori Pubblici del medesimo comune, Stefano Lilliu). Alessandro Proto è un finanziere che non paga i suoi collaboratori, millanta di essere in società con grandi istituzioni finanziarie mondiali, promette a ditte in crisi soldi che poi non arrivano mai e intanto si fa profumatamente pagare le consulenze. Angelo Rizzoli, già editore del Corriere della Sera, è accusato di aver pilotato quattro fallimenti, mettendosi in tasca, tra il 2004 e il 2011, una decina di milioni di euro. L’anima nera della sua presunta attività criminale sarebbe la moglie Melania De Nihilo, medico e deputata del Pdl.
Ratzinger Domenica scorsa il Papa è apparso per la penultima volta al balcone dell’Angelus. Aveva sotto di sé una piazza di nuovo piena, come ai tempi di Giovanni Paolo II. «Nei momenti decisivi della vita e in ogni momento siamo di fronte a un bivio: vogliamo seguire l’io o Dio?». Il riferimento agli uomini che in Vaticano si dilaniano per una carica s’è fatto subito esplicito: chi fa parte della Chiesa deve «rinnovarsi nello spirito», rinnegare «orgoglio e egoismo», «non strumentalizzare Dio per i propri fini anteponendogli il successo, i beni materiali, il potere», i doni cioè che il demonio apparecchiò davanti a Gesù nel deserto. Qualche giorno prima il Pontefice aveva parlato di «volto deturpato della Chiesa» e indiscrezioni giornalistiche avevano spiegato l’inaudito gesto delle dimissioni così: «Le ha annunciate adesso perché questo era un momento di tregua». Tregua già finita, si direbbe: in vista del conclave, che sarà convocato forse prima della metà di marzo, le varie fazioni si stanno organizzando e “Repubblica”, per esempio, ha potuto calcolare che l’arcivescovo Angelo Scola, capo dei ratzingeriani, ha a sua disposizione un pacchetto di 67 voti sui 78 necessari per essere eletto. Potrebbero venirgli dai bertoniani (Tarcisio Bertone, 78 anni, segretario di Stato) i quali li darebbero in cambio della permanenza in segreteria del loro capo. Forte anche il partito degli americani, che potrebbe aggregare i rappresentanti di altre comunità, specie latino-americane, si sottolinea ad esempio che il Brasile è il paese al mondo con più cattolici, d’altra parte è forse giunta l’ora di un ritorno dei machiavellici italiani, mentre risulta sempre più seducente, almeno agli occhi della stampa, l’austriaco Christoph Schönborn, 67 anni, simpatico, disinvolto, una creatura di Benedetto XVI che potrebbe coagulare il voto europeo.
Pistorius Oscar Pistorius, celebre per aver corso un’Olimpiade con delle protesi di carbonio al posto delle gambe, ha ucciso con quattro colpi di pistola la sua fidanzata Reeva Steenkamp, sparandole probabilmente attraverso la porta del bagno dove lei si sarebbe rinchiusa per sfuggirgli (Pretoria, notte di San Valentino). Sulle prime, lui s’è difeso sostenendo di aver creduto nella presenza di un ladro in casa. Ma Silver Woods Country Estate, il complesso residenziale dove si trova la villa del campione, è considerato il posto più sicuro di tutto il Sudafrica ed è circondato da un muro elettrificato alto tre metri. Pistorius, s’è scoperto poi, dormiva con la 9 millimetri sotto il cuscino e un mitra sul davanzale della finestra. In casa è anche stata trovata una mazza da cricket insanguinata. Il suo miglior amico, Justin Divaris, ha raccontato di aver ricevuto quella notte una telefonata eloquente: «Ho sparato a Reeva». L’omicidio premeditato, se confermato in aula, prevede l’ergastolo. Pistorius guadagnava come testimonial due milioni di dollari l’anno. Contratti disdetti in poche ore (lo slogan della Nike era: «Solo un colpo in canna»). Reeva, la vittima, aveva trent’anni, faceva la modella ed era considerata una delle cento donne più sexy del mondo. Pistorius ne era geloso fino alla follia.
Sassi L’esplosione di un meteoroide la mattina di giovedì 14 febbraio ha provocato nell’area sottostante (Urali, tra il Kazakistan settentrionale e la regione russa di Sverdlovosk) la rottura di vetri per un’estensione di centomila metri quadri e mandato all’ospedale più di mille persone che stavano a guardare la strana, corposa, scia di fumo nel cielo ancora rosato dall’alba. Un “meteoroide” è un sasso a forma di patata che ruota attorno alla Terra e quando viene a contatto con l’atmosfera si disintegra. Questo aveva qualche metro di diametro e pesava una cinquantina di tonnellate, cioè era troppo grosso per produrre frammenti insignificanti. Il prossimo incontro con un grosso oggetto spaziale avverrà nel 2029: appuntamento con l’asteroide Apophis, che si ripresenterà poi nel 2036. Gli scienziati giurano che ci sfiorerà, cioè passerà a qualche decina di migliaia di chilometri da noi, senza toccarci.
Sanremo A parte il successo di critica e il trionfo personale della Littizzetto, il 63° Festival di Sanremo ha fatto un boom di ascolti: 12.997.000 spettatori l’ultima sera, 53,80% di share col picco del 73,48% quando è stato proclamato vincitore Marco Mengoni. La media di tutta la settimana è stata di 11.936.000 spettatori, +814.000 sullo scorso anno. Risultati che non si vedevano dal 2000, l’ultimo anno in cui Fazio aveva condotto la manifestazione.